
Analizziamo punto per punto cosa hanno deciso le 8 superpotenze, capitanate o pilotate in questo processo decisionale dagli Stati Uniti d’America, a Genova, utilizzando il testo ufficiale del documento finale dei lavori, che è organizzato in 36 punti.
Premessa insignificante (“Noi, i Capi di Stato e di Governo di otto delle principali democrazie industrializzate… ci siamo riuniti a Genova…”)
Dichiarazione d’intenti in pieno contrasto con gli scontri e soprattutto le aggressioni a gruppi pacifisti, alla cittadinanza, ai giornalisti (” …crediamo nell’importanza fondamentale di un dibattito pubblico ed aperto…”)
Dichiarazione imperialista di chi sa di poter imporre quello che vuole: “Includere i paesi più poveri nell’economia globale è il modo più sicuro per rispondere alle loro aspirazioni fondamentali.” Cioè le aspirazioni fondamentali dei paesi poveri le decidiamo noi, così come il modello di sviluppo, e tutto ciò non può essere messo in discussione “Abbiamo concentrato le nostre discussioni sulla strategia per riuscire in questo intento.”
“La strategia più efficace per ridurre la povertà è quella di mantenere un’economia globale forte, dinamica, aperta ed in crescita.” Nonostante la storia dimostri esattamente il contrario, si continua a cercare di dire che è possibile uno sviluppo che riduca la povertà. Ma se lo sviluppo è basato sulla crescita, questa deve avvenire a scapito di qualcuno, perché anche in economia nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma: quindi la crescita dei paesi industrializzati comporta inevitabilmente l’impoverimento di quelli più deboli.
“Continueremo anche ad offrire un’assistenza efficace allo sviluppo…” Non è chiaro l’intero punto, che si basa su questa affermazione iniziale priva di senso, vista la realtà storica che dimostra una totale inefficacia dei governi dei paesi ricchi in questa materia; solo il volontariato, talvolta, è riuscito ad offrire assistenza efficace, ma per lo sviluppo umano. È chiaro che nel contesto del punto 5 il termine sviluppo deve intendersi solo economico.
“Sistemi di “governance” aperti, democratici e responsabili, basati sul rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, sono precondizioni per uno sviluppo sostenibile ed una solida crescita. Pertanto, aiuteremo i paesi in via di sviluppo…” Questo punto è una delle migliori dichiarazioni d’intenti dell’intero documento. Purtroppo resta il tono paternalistico di chi “aiuterà” i poveri a fare ciò che lui ha deciso.
“L’alleggerimento del debito… è uno dei passi necessari per stimolare una crescita più rapida nei paesi molto poveri. Siamo lieti che ventitré paesi si siano qualificati per beneficiare dell’Iniziativa, Dobbiamo continuare a fare progressi in questa direzione.” In poche parole, la povertà c’interessa solo perché ci preclude la possibilità di fare affari con voi. Per contro non prendiamo nessun impegno, ma siamo lieti che 23 abbiamo steso la mano, riconoscendo la nostra superiorità. Ma dobbiamo fare progressi, quindi non vi garantiamo nulla.
“In particolare, la nostra attenzione è rivolta ai paesi in conflitto, affinché rinuncino alla violenza. Quando ciò si verificherà, confermiamo che intensificheremo i nostri sforzi per aiutarli…” Ma chi vende le armi a questi paesi? E chi presta loro i soldi per comprarle?
“Al di là dell’alleggerimento del debito,” che non promettiamo sia efficace e reale, “abbiamo concentrato la nostra discussione su tre elementi che si rafforzano a vicenda: a) maggiore partecipazione da parte dei paesi in via di sviluppo al sistema commerciale globale”, cioè dove possibile cercheremo di fare affari, ”b) maggiori investimenti privati” cioè gli affari li faranno le multinazionali, e ”c) iniziative per promuovere salute, istruzione e sicurezza alimentare.” che vedremo in seguito.
“Libero commercio e investimenti alimentano la crescita globale… Per questo motivo abbiamo oggi convenuto di dare il nostro appoggio al lancio di un nuovo e ambizioso Round di negoziati globali in materia commerciale, …” cioè sediamo almeno a un tavolo a discutere, perché la nostra crescita dipende anche da voi, e poi se vi arrabbiate noi non siamo contenti.
“Appoggiamo gli sforzi compiuti dai paesi … per approfittare delle opportunità offerte da una crescita basata sul commercio.” È il commercio che nobilita l’uomo e gli stati!
Questo punto elenca una serie d’iniziative concrete, che hanno a che fare con il commercio internazionale, per “aiutare” i paesi meno sviluppati a capire il nostro sistema ed uniformarsi ad esso, prerequisito per scambi commerciali sicuri.
Questo punto estende quello precedente, tirando in ballo anche organismi come la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale sui Brevetti, affinché l’intero processo di livellamento sia messo in atto. Sicuramente la tutela della Proprietà Intellettuale in campo industriale è un elemento fondamentale per sfamare coloro che muoiono di fame!
Questo punto si preoccupa di “una migliore ripartizione degli oneri tra i donatori” cioè del nodo che resta sempre cruciale: chi caccia fuori i soldi?
“Ad Okinawa l’anno scorso, ci siamo impegnati a fare un salto di qualità nella lotta contro le malattie infettive e a rompere il circolo vizioso tra malattia e povertà…. (oggi) abbiamo lanciato un nuovo Fondo Globale per combattere lo HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi. Siamo decisi a rendere operativo questo Fondo entro la fine dell’anno. Abbiamo stanziato 1,3 miliardi di dollari.” Questo è una delle più vistose contraddizioni dell’intero documento. È già passato un anno, la gente ha continuato a morire, l’AIDS a diffondersi, e non abbiamo fatto niente! Però faremo! Intanto stanziamo un po’ di briciole, per far vedere la nostra buona volontà, pur sapendo che questi soldi sono solo una piccola parte del necessario.
Il punto 16 regola, in linea di principio, come utilizzare le suddette briciole.
Questo punto si preoccupa della tutela delle ditte farmaceutiche, ed in particolare si richiama ai principi del punto 13 per assicurare la tutela sull’invenzione e proprietà industriale dei farmaci. Cioè, curatevi, ma solo come diciamo noi!
“L’istruzione è un fattore centrale per la crescita e l’occupazione.” Come inizio non è male: studiate per far soldi e lavorare… e della cultura? Chi se ne frega! O meglio “… Daremo il nostro sostegno per mettere a punto di sistemi di valutazione dei progressi effettuati…”, cioè il vostro livello culturale lo decidiamo noi, e” …cercheremo di estendere l’utilizzo delle tecnologie informatiche e della comunicazione…”, perché la cultura si fonda sulla televisione e potrete non avere da mangiare, ma tutti dovranno avere un PC con accesso ad Internet!
Questo punto costituisce un gruppo di esperti che entro la prossima riunione darà consigli su come attuare i punti precedenti. Ovvero: “Come facciamo a fregarli senza che se ne accorgano?”
Ora si passa al settore agricolo, con alcune considerazioni giuste, seguite da “Tra l’altro, l’introduzione di nuove tecnologie comprovate e sperimentate, comprese le biotecnologie, applicate in modo sicuro ed adattate alle realtà locali, “Così allarghiamo la sperimentazione, e vediamo se geneticamente siete così forti da superare le nostre manipolazioni!
Il punto auspica una serie di condizioni positive per la collaborazione, indicando l’Africa Sub-Sahariana e dell’Asia del Sud come zone da privilegiare. Sulla base di quale criterio?
“Le tecnologie informatiche e delle comunicazioni rappresentano un enorme potenziale per aiutare i paesi in via di sviluppo ad accelerare la crescita, elevare il tenore di vita e soddisfare altre priorità dello sviluppo.” Poi il punto continua facendo i complimenti a sé stessi, per l’ottimo lavoro svolto in materia. Peccato che proprio queste tecnologie siano diventate una ulteriore barriera tra paesi ricchi e paesi poveri, quindi la premessa è clamorosamente smentita dai fatti.
“Confermiamo la nostra determinazione a trovare soluzioni globali alle minacce che mettono in pericolo il pianeta. Riconosciamo che i cambiamenti climatici sono un problema pressante che richiede una soluzione globale. Ci impegniamo a fornire una leadership forte.” In poche parole, o il clima si adegua a quello che diciamo noi, o lo dichiariamo fuori legge!
“Concordiamo con fermezza sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Mentre al momento non siamo d’accordo sul Protocollo di Kyoto e sulla sua ratifica, siamo decisi a lavorare insieme intensamente per raggiungere il nostro obiettivo comune.” E cioè: non siamo disposti a ridurre l’inquinamento, non siamo disposti nemmeno a mantenerlo ai livelli attuali, come il Protocollo di Kyoto cercava di fare, ma siamo disposti solo a discutere. “Accogliamo con favore il recente approfondimento delle discussioni fra il G8 e gli altri paesi.” È da notare che il Protocollo di Kyoto, dagli esperti, viene considerato un compromesso minimale, indispensabile, e non un reale passo avanti per risolvere il problema dell’inquinamento.
D’altra parte il portavoce della Casa Bianca, a Bonn, aveva detto che Bush, neoeletto, avrebbe valutato se le prescrizioni di quel protocollo erano in linea con la sua politica, e poi avrebbe deciso. Cioè: o ci guadagniamo, o facciamo un decreto legge contro l’effetto serra, in modo che sia dichiarato fuori legge e venga arrestato. Magari dalla polizia.
“Ribadiamo che i nostri sforzi debbono produrre un risultato finale che protegga l’ambiente ed assicurare una crescita economica compatibile con il nostro obiettivo comune di sviluppo sostenibile per le generazioni presenti e future.” Questo è tutto! L’ambiente si deve piegare alla crescita economica, unico fattore veramente inarrestabile. È decidere il nostro suicidio. Non hanno idea a cosa andiamo in contro!
“Accogliamo con favore la proposta della Russia di convocare, nel 2003, una conferenza globale sui cambiamenti climatici… “Onore alla Russia per la proposta, ma intanto il tempo passa… fino a quando la natura avrà la pazienza di aspettare?
Questo punto è tutto a favore delle energie rinnovabili, e forse appare come uno dei più equilibrati del documento.
“Ci prepariamo per il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile…” Bravi, preparatevi, altro vertice, altro regalo! Altro impegno da mantenere entro fine anno, in ambito OCSE; ma sarà rispettato? Forse si, visto che nell’interesse dei paesi ricchi.
Da questo punto si parla di sicurezza alimentare. E corrono i brividi lungo la schiena! “Riconosciamo le nostre responsabilità nel promuovere una comprensione chiara da parte dell’opinione pubblica dei benefici e dei rischi connessi con la sicurezza alimentare.” Come dei rischi? Io non voglio rischi in ambito alimentare! “Faremo il possibile per dare ai consumatori le informazioni pertinenti sulla sicurezza dei prodotti alimentari, basandoci su pareri scientifici indipendenti, su una solida analisi dei rischi e sugli sviluppi più aggiornati della ricerca. Crediamo che una solida struttura di gestione del rischio in linea con la ricerca scientifica sia una componente essenziale per mantenere la fiducia dei consumatori e per favorire l’accettazione da parte dell’opinione pubblica.” Cioè: non si deve cambiare sistema, avanti con i transgenici, avanti con le manipolazioni, avanti con le sperimentazioni, e facciamo di tutto per favorire l’accettazione delle nostre pazzie, che rendono miliardi, da parte dell’opinione pubblica!
Dopo l’elenco di varie iniziative nel settore alimentare, il punto conclude: “Apprezziamo anche il lavoro del Consiglio Inter-Accademico per la divulgazione di opinioni professionali equilibrate in materia di scienza dell’alimentazione e sicurezza alimentare. Tutte queste scadenze internazionali dimostrano il nostro impegno per un processo di dialogo mirato a rafforzare la fiducia dell’opinione pubblica nella sicurezza alimentare.” E cioè: fate di tutto, congressi, pubblicità, films, riunioni scientifiche, qualsiasi cosa, ma convincete l’opinione pubblica che i veleni fanno bene.
Ora cambiamo argomento: nessuno ci deve sfuggire! In particolare “Siamo favorevoli ad una maggiore attività delle persone anziane, che rappresentano, come si afferma nella “Carta G8 di Torino: Verso un Invecchiamento Attivo (Towards Active Ageing)”, un importante serbatoio di risorse per le nostre economie e le nostre società.” Gli anziani non valgono nulla come patrimonio di saggezza, di esperienza, di cultura meditata; gli anziani valgono solo come serbatoio di risorse per le nostre economie, cioè se spendono e se producono, cioè se rifiutano di fare gli anziani. E chi si ferma è perduto!
“Riconfermiamo l’impegno a combattere la criminalità transnazionale organizzata…” e più in generale qualsiasi forma di concorrenza illecita, perché esce dal nostro controllo. Questo punto è contro la droga, nella logica di prima: con la droga gli affari li fa la concorrenza, e quindi noi dobbiamo fermare questo fenomeno.
Questo è uno dei punti di maggiore ipocrisia. Dopo “Ringraziamo i cittadini di Genova per l’ospitalità offertaci…” e la condanna della violenza, si legge “Difenderemo il diritto di color che protestano con mezzi pacifici a far sentire la propria voce.” Ma allora chi ha ordinato alla Polizia di caricare i pacifisti? E i giornalisti? E le inchieste, se si faranno? E le riprese TV che abbiamo visto a Genova (peccato che era solo una emittente locale)? È così che difendete coloro che protestano con mezzi pacifici? “Tuttavia, come leader democratici non possiamo accettare che ad una minoranza violenta possa essere consentito di sconvolgere il nostro dibattito sulle questioni più rilevanti che riguardano il mondo intero. Il nostro lavoro continuerà.”
Sulla minoranza violenta siamo totalmente in accordo, deve essere isolata. Ma qui si è violentata una intera città! Che per altro ha manifestato in tutti i modi possibili la sua totale solidarietà ai manifestanti pacifici, riparandoli nelle case, nascondendoli, gettando acqua e viveri dalle finestre. Mi fanno molta pena i poliziotti. Io sono cresciuto a Genova, mi sento genovese d’adozione, e posso capire la paura e lo sgomento di quei ragazzi capitati in una città difficile, anche topologicamente, senza conoscerla, senza una preparazione specifica. E poi trovarsi la gente, la gente per bene, che si schiera con i manifestanti. E poi trovarsi di fronte ad una città fantasma, dove le insidie, anche naturali, si nascondono ad ogni angolo. A quei ragazzi che hanno eseguito ordini altrui e che per questo resteranno segnati per tutta la vita va il mio amore e tutta la mia comprensione.
“Accettiamo l’invito del Primo Ministro del Canada ad incontrarci nuovamente l’anno prossimo nella provincia di Alberta in Canada, dal 26 al 28 giugno”
Così termina il documento.
E per chi ha avuto la pazienza di leggere questo articolo sino in fondo, una considerazione finale.
Accogliamo l’invito del Papa: non possiamo salvare il pianeta Terra, non possiamo parlare di sviluppo umano, non possiamo lottare i mali del mondo, se non partendo da una conversione personale.
Pertanto, visto che siamo tutti coinvolti in questo processo, da domani, andando a fare la spesa, sia quella alimentare o quella della prossima automobile, pensiamo a queste considerazioni: decidiamo a chi vogliamo dare i nostri soldi e se vale la pena di spenderli in questo modo. È importante. È importante per cambiare.
26 luglio 2001
Abbate Gian Piero