Che cos è la Cabala?

Quando si parla di Cabalà o Kabbalah o Qabalah il sentimento di curiosità è immediato come le leggende che venivano tramandate dai nonni ai nipoti con quel velo di mistero che avvolge una realtà figlia di un altro tempo.

In ambito ebraico con il termine Qabalah si intende la conoscenza e lo studio esoterico dei libri dell’Antico testamento.

Tale sapienza altro non è che il risultato di dottrine segrete ben più antiche riguardanti la cosmogonia e l’antropogonia che vennero unite in una teologia solo dopo il periodo di cattività degli ebrei in Babilonia.

L’originale Cabala era quindi uguale alla dottrina segreta degli antichi Caldei ( popolo che viveva nella Mesopotamia nel primo secolo a.C. ) profeti babilonesi e grandiosi astrologi.

Nella Bibbia viene infatti menzionato il popolo caldeo associato alla città di Ur, dove nacque il profeta Abramo.

Secondo molte tradizioni cabalistiche Abramo è colui che ha ricevuto degli insegnamenti conosciuti come “Qabalah” da “Dio” ed è quindi stato il primo cabalista della storia.

Il popolo caldeo entrando poi in contatto con il popolo ebraico, ha trasmesso a quest’ultimo le sue conoscenze esoteriche e la celebre Qabalah; ecco perché molti cabalisti sostengono che l’alfabeto ebraico derivi proprio da quello caldeo.

La lingua caldea infatti era un dialetto aramaico, lo stesso ceppo della lingua parlata da Gesù.

I Caldei ci hanno fatto un’ulteriore regalo, sono stati loro ad aver inventato la scienza più complessa ed affascinante di tutti i tempi: la Numerologia

La Numerologia caldea permette di convertire le lettere in numeri e viceversa e apre le porte alla scoperta dell’ Io più profondo.

Ma torniamo ora alla Cabala.

Recentemente le nozioni fondamentali della Qabalah sono state rese pubbliche, mentre la parte più segreta resta tramandata oralmente; si tratta di una realtà tramandata esotericamente solo fino ad ora, ma adesso è giunto il tempo di divulgarla in modo diverso.

Quando trasmessa, la Cabalà assume la sua essenza e manifesta la sua capacità di intervento sulle persone come verbo divino .

Esiste una Qabalah pratica, quella dei riti e dei talismani, una letterale e numerica, una orale e una dogmatica, e globalmente si può dire che esista una visione del mondo cabalistica.

Ma qual è il significato della parola Cabalà?

Per ottenere una risposta sarebbe sufficiente aprire un qualsiasi dizionario ed andare a leggere la sua etimologia..ma sarebbe davvero esaustiva la risposta?

Per cogliere davvero il significato della Cabalà, bisogna andare ben oltre la superficie, bisogna alzare il velo dell’immediatezza e prepararsi alla profondità. Ecco allora che la parola Cabalà o Qabalah si dona a noi nella sua interezza e ci svela il suo vero significato, “Ricevere”.

Ora molti di voi si staranno domandando “ricevere che cosa?”

Ricevere la luce dentro di noi, quella luce così forte ed intensa in grado di illuminare il percorso della nostra intera vita.

La Cabalà o Qabalah era sempre stata considerata come una dottrina trasmessa segretamente da “bocca a orecchio”, da maestro a discepolo, in circoli chiusi e dedicati a pochi eletti, evolvendosi parallelamente all’insegnamento della religione ebraica.

Si trattava quindi di una trasmissione di conoscenza piramidale, esclusiva e non inclusiva.

Oggi non è più così. La Qabalah è divenuta una trasmissione di conoscenza circolare, in grado di raggiungere chiunque sia pronto a ricevere i suoi insegnamenti ed aperto ad accogliere la sua verità.

Il Dott. Gian Piero Abbate, fisico, teologo e esperto di Cabala a livello mondiale, dice che la Qabalah o Cabalà non è una Religione ma una vera e propria Tecnologia dell’Anima finalizzata alla scoperta della Verità e a rendere l’Essere Umano più consapevole di se stesso e della sua vita.

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Scopo della Cabalà: come può migliorare la vita

 

Nell’ottica cabalistica il caso non esiste e ogni avvenimento che accade si verifica per un motivo preciso.

Le varie sfere della nostra vita (la sfera affettiva, sociale, lavorativa, personale etc.) non sono separate le une dalle altre ma sono interconnesse tra loro e con il Cosmo. Risulta quindi fondamentale imparare a cogliere e decifrare il significato sotteso agli eventi che accadono.

Ognuno di noi spesso si trova stretto nella morsa del tempo che sembra non bastare mai. Siamo talmente impegnati nella nostra routine lavorativa che ci dimentichiamo dell’importanza di alcune domande fondamentali come:

  • Perché sono qui?
  • Qual è la mia missione?
  • Come posso evolvere?
  • Chi sono davvero?
  • Come devo agire per migliorare la mia vita?

Finiamo quindi per subire o accettare passivamente tutto quello che ci accade additando la sfortuna o chi ci sta attorno come responsabili dei nostri fallimenti o della nostra insoddisfazione.

La realtà però è diversa. Siamo noi gli unici responsabili dell’andamento della nostra Vita, siamo noi con la nostra volontà a poter fare la differenza ma è necessario accedere ad un livello superiore, quello della Consapevolezza.

La Cabalà con i suoi strumenti spiega che l’instabilità di cui ci sentiamo vittime e che ci frustra può essere superata. Ognuno di noi ha il potere di raggiungere un livello di consapevolezza maggiore creando maggiore Benessere e integrazione tra i nostri livelli terreni e spirituali. .

Dalla Fisica Quantistica alla Cabala

Tutti noi crediamo che esista solamente una realtà, quella che vediamo con i nostri occhi, immutabile e statica. Ma se smettiamo di guardarla anche solo per un attimo, cosa succede?

Grazie a un breve ma significativo viaggio nelle Sacre Scritture e nella Fisica, ci renderemo conto dell’esistenza di un diverso modello di interpretazione della realtà che ci circonda e inizieremo a capire il modo in cui creiamo il mondo in cui viviamo.

Siamo abituati a guardare la realtà attorno a noi anche in termini di oggetti. La maggior parte della volte gli oggetti che osserviamo ci appaiono “separati”, distanti gli uni dagli altri.

Vediamo questo esempio.

Se prendo un bicchiere d’acqua e aggiungo dei cubetti di ghiaccio, inizialmente noterò che acqua e ghiaccio sono “separati” …ma quando il ghiaccio si scioglie, lo sono ancora? La loro dualità apparente ha senso?

Ecco che probabilmente se ci fermiamo a riflettere su questi quesiti qualche dubbio sulla realtà che ci circonda può emergere.

Verso la dualità

La materia ha una dualità ovvero un oggetto può manifestarsi in due modi diversi e l’esempio del ghiaccio e dell’acqua testimonia che all’interno della medesima materia sono compresenti più stati, alcuni in atto (ovvero manifesti) altri in potenza. .

La dualità è quindi il modello utilizzato per interpretare il nostro Universo.

Tutto ciò che si manifesta nella realtà non può che essere duale anche se in principio è 1, come gli esseri angelici che si manifestano maschi e femmine.

Ad esempio le prime parole della Bibbia ebraica sono:

“Bereshit bara Elohim” una traduzione possibile è All’inizio Dio creò.

La prima parola, Bereshit, inizia con la lettera ebraica B (Bet) che nella Gematria ebraica ha valore 2 (dualità), inizia con B perchè la prima lettera, A (Aleph), riguarda Dio.

Elohim, El-Hoim significa il Signore che sono, quello noi comunemente chiamiamo Dio.

Elhoim è il creatore, l’intelligenza cosmica, l’architetto universale, Colui che ha creato gli Esseri umani a sua immagine e somiglianza.

Nella Bibbia è scritto che Elhoim creò gli esseri umani a suo modello, li creò maschio e femmina, ma lui stesso era maschio e femmina, ovvero duale.

Un’altra volta compare la separazione, il dualismo ma si tratta di una finta separazione. La Bibbia infatti mette in luce che tutti noi deriviamo dalla stessa cosa, che siamo pure manifestazioni di quella cosa e che è la manifestazione che avviene nella dualità.

La realtà quindi non è mai solo come ci appare ad un primo sguardo.

Il dualismo si trova ovunque, femmina e maschio, yin e yang, l’osservato e l’osservatore, l’Io e il Sè, la lettera Beth dell’alfabeto ebraico.. ma si tratta di parti duali che non possono essere in alcun modo separate in quanto estremamente connesse.

Dato che il nostro occhio percepisce le cose della realtà separate, è possibile riuscire ad integrare l’apparente separazione che osserviamo con l’unità?

La Cabalà riesce ad affrontare questa sfida attraverso il concetto dei 4 mondi paralleli.

Scopriamoli insieme…

I 4 mondi paralleli in cui viviamo secondo la Cabalà

Secondo la Cabala la realtà non si limita al mondo normalmente percepito dai cinque sensi.

Essa si estende su più piani che esercitano un’influenza l’uno sull’altro.

Questa visione dell’Universo ha delle forti implicazioni sulla concezione della natura umana perché nella misura in cui esistono diversi piani della realtà, allo stesso modo l’Essere Umano è costituito da più corpi che agiscono su ciascuno di questi piani.

La Cabalà chiama questi piani mondi.

Secondo la Cabala noi viviamo in 4 mondi paralleli e non si tratta di mondi separati gli uni dagli altri come si può pensare ma bensì di mondi che si compenetrano.

Ogni mondo è diverso dall’altro nella sostanza, negli enti che lo popolano e nelle leggi che lo governano ma le azioni compiute in un mondo hanno risonanza anche negli altri.

I 4 mondi paralleli secondo la Cabalà sono:

  1. Atziluth (Mondo degli Archetipi)
  2. Briah (Mondo creativo)
  3. Yetzirah (Mondo formativo)
  4. Asiah (Mondo materiale)

Ciascuno di questi mondi corrisponde ad un diverso modello di interpretazione della Realtà secondo le quattro branche principali della Fisica: newtoniana o mecanicista, relativistica, quantistica ed informazionale.

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I 4 mondi paralleli in dettaglio

Asiah il Mondo Materiale

Partendo dal Mondo Materiale, (dal basso verso l’alto) Asiah, sede del corpo e della mente, scopriremo che questo mondo funziona secondo i principi della Fisica Classica ovvero secondo la Legge di Causa-Effetto, dove il tempo si dipana in modo lineare in un determinismo che regola l’intero Universo.

ll mondo materiale è l’unico mondo che possiamo esperire direttamente, il mondo dove ognuno di noi è guidato dalla ragione e dai sensi.

Entrambi ci inviano messaggi per leggere la realtà che ci circonda e cogliere il significato di quel che accade attorno a noi ma i nostri sensi in realtà ci danno una visione limitata del mondo materiale di cui infatti percepiamo solo una percentuale irrisoria.

Yetzirah il Mondo Evolutivo

Se iniziamo la nostra scalata ad un livello superiore, incontriamo Yetzirah, il Mondo Formativo, sede dell’Anima ovvero materia costituita da elettroni. Questo mondo a differenza di quello Materiale segue le Leggi della Fisica Relativistica dove sono le particelle a guidare i fenomeni.

L’Anima di ogni essere umano è costituita da Fotoni, particelle di Luce. In questo mondo relativistico, il Tempo non è quindi più assoluto e cambia in relazione all’Osservatore e gli accadimenti non seguono più una successione cronologica.

Briah il Mondo Creativo

Se ci eleviamo ancora troviamo Briah, il Mondo Creativo, sede dell’ Io Superiore e dei Pensieri ( i Pensieri non devono essere confusi con le idee perché le idee sono limitate e circoscritte mentre i pensieri sono liberi nell’Universo).

Questo mondo segue le Leggi della Fisica Quantistica, dove vige il Principio di Indeterminazione di Eisenberg, secondo cui non si è a conoscenza della posizione originaria dell’elettrone né della direzione in con cui si muove.

In altre parole non possiamo conoscere contemporaneamente posizione e direzione di una particella elementare della materia.

Se la osserviamo ne alteriamo la natura ondulatoria, l’osservazione pertanto agisce sull’onda modificandola.

Per osservare la particella devo illuminarla, interagendo e modificando la sua posizione poiché la luce porta con sé energia e questa energia viene “passata” alla particella che quindi non è più la stessa di prima, possiamo quindi dire che l’osservatore interferisce con l’osservato.

Le onde quando sono osservate “decadono” in particelle.

Il collasso della funzione d’onda in Fisica quantistica insegna che tutto è ondulatorio.

Se prendo un’onda e fermo la sua vibrazione in una posizione nello spazio e nel tempo e la osservo, quest’onda si trasforma in un pezzo di materia o in un evento che accade in quel punto preciso.

In questo campo l’Osservatore è in grado di influenzare in modo determinante l’intero sistema per cui tutto diviene possibile.

Il tempo nel Mondo Creativo non è più assoluto ma circolare, governato dalla Sincronicità (della Sincronicità parleremo in modo approfondito nel corso dell’articolo) e la particella viaggia da una parte all’altra dello spazio ad infinita velocità istantaneamente.

Se impariamo a dominare i Pensieri, questi sono in grado di attuarsi istantaneamente così che il Mondo Immateriale possa determinare il Mondo Materiale.

Se l’essere umano riuscisse a capire come avviene la Creazione, l’Io Superiore avrebbe la padronanza sui suoi Pensieri e potrebbe creare come Dio, con la sua parte divina in grado di rendere tutto possibile.

Atziluth il Mondo degli Archetipi

Salendo ulteriormente di livello, troviamo l’ultimo mondo, Atziluth, il Mondo degli Archetipi, sede della luce divina che brilla dentro di noi, dello Spirito.

Questo mondo segue le Leggi della Fisica Unitaria, una Teoria del Tutto (TOE Theory of Everything) in grado di esplicare e mettere insieme le tre fisiche precedenti: la Fisica Classica, la Fisica Relativistica e la Fisica Quantistica.

Il Fenomeno dell’Entaglement è il primo passo che giustifica questo tipo di connessione.

Secondo questo fenomeno due particelle che sono state almeno per un breve tempo in contatto sono intrinsecamente collegate.

Questa unione ha effetti sul sistema fisico: qualsiasi azione o misura sulla prima ha un effetto istantaneo anche sulla seconda, e viceversa, anche se si trova a grande distanza.

Ogni particella che ha interagito con un’altra, rimane ad essa connessa anche se ne viene separata ed è in grado di comunicare i suoi cambiamenti trasmettendoli istantaneamente all’altra.

Anche gli Esseri Umani potrebbero beneficiare dello stesso tipo di connessione facendo interagire i loro pensieri per costituire gli Archetipi universalmente riconosciuti dall’Inconscio Collettivo.

Le due leggi fondamentali dell’Universo: causa-effetto e sincronicità

Ci sono solo due principi che regolano l’intero Universo, “causa-effetto” e “sincronicità”.

Il Dott. Abbate, fisico, teologo ed esperto di Cabalà lo ha studiato approfonditamente.

Secondo il Dott. Abbate il principio di causa-effetto opera solo in una visione meccanicistica riguardante questo mondo e la sua dualità.

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Facciamo un esempio: se affettando della verdura mi taglio un dito è innegabile che proverò dolore ed avrò una ferita.. ma questo riguarda solo il corpo fisico e la mia anima. Quest’ultima invierà la sensazione del dolore al cervello il quale la trasformerà in reazione emotiva.

La Legge di causa-effetto è una sorta di gabbia mentale operante nella materia di cui non dobbiamo necessariamente liberarci ma dobbiamo riuscire ad integrare questa realtà con le altre che ci faranno accedere ai livelli superiori.

Qual è la conclusione?

La conclusione è che la Legge di causa-effetto esiste ed agisce, è universale e di conseguenza non può avere accesso ai mondi dello spirito; non può operare nell’ambito della Fisica Quantistica quindi nemmeno a livello del nostro Io Superiore e dello Spirito.

In ambito spirituale un esempio della Legge di causa-effetto è il karma ma il modo comune di intenderlo non è corretto…

Conseguentemente la visione comune che si ha del Karma come effetto ineluttabile delle nostre azioni in vita, come peccato originale, errori da scontare, non ha alcun fondamento.

Il Karma esiste solo a livello della nostra Mente capace di dargli forma e vita attraverso le proprie idee. Il Karma può esistere anche a livello dell’Anima ma qui opera meramente in termini relativistici.

Per riuscire a comprendere il meccanismo della creazione di un Karma, è necessario fare un’analisi della relazione che intercorre tra la “legge di attrazione” e la “sincronicità” .

Il principio di Sincronicità

Prima di affrontare il principio di sincronicità è necessario fare una premessa: per coglierlo nel profondo è importante aprirsi al concetto di “percepire” dato che si andranno ad abbracciare fenomeni legati a mondi in cui lo spazio/tempo non esiste.

Da cosa deriva percepire?

Percepire deriva da “per” ,ovvero per mezzo, e “capere” ovvero capire o prendere, dunque percepire può riferirsi alla materia ma anche a qualcosa che va oltre la materia che non riguarda solo ciò che si può toccare, sentire, vedere e che trascende i nostri 5 sensi.

Un esempio: possiamo percepire se una persona è felice e serena anche a diversi km di distanza nonostante non possiamo né vederla né toccarla. Questa è una mera percezione certamente ma chi non ha sperimentato almeno una volta nella vita questa sensazione?

Le percezioni agiscono sia all’interno dello spazio/tempo che all’esterno di quest’ultimo e spesso ciò ci causa paradossi… paradossi che cesserebbero di esistere nel momento in cui accettiamo che le nostre regole empiriche non hanno valenza fuori dello spazio/tempo.

Il principio di sincronicità è stato scoperto un centinaio d’anni fa ed è ancora un principio poco noto..

Una conferenza tenuta in Brasile nel 1972 da Edward Lorenz , studioso e teorico del caos, si intitolava:” Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”

Nella metafora della farfalla si immagina che un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali di una farfalla possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino all’uragano menzionato, così come un semplice ritardo di due secondi può incidere sulla vita personale di un individuo.

Le nostre azioni, come gli stessi studi fisici ci indicano, dovrebbero essere valutate in un’ottica universale, considerando come anche ciò che ci appare limitato alla nostra persona, in realtà possa, imprevedibilmente ed in via indiretta, determinare il destino di molte altre.

Incredibilmente quindi la Fisica ci dice che ci sono fenomeni che accadono inspiegabilmente senza apparente causa, senza che nessun collegamento manifesto unisca le parti coinvolte nel fenomeno, e che questi fenomeni possono verificarsi a dispetto di tempo e di spazio.

La sincronicità quindi non è legata al tempo e nemmeno allo spazio.. abbiamo un unico evento, il battito d’ali che non è collegato a nient’altro..

Nonostante prescinda dallo spazio/tempo, il principio di sincronicità si manifesta su tutti i livelli/mondi della Creazione, i 4 mondi paralleli in cui viviamo.

 

Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli sulla sincronicità

Qualche volta accade che il mondo scientifico abbracci quello umanistico, dando vita a risultati indubbiamente sorprendenti.

Un esempio di tale sinergia è rappresentata dalla collaborazione fra lo psicoterapeuta svizzero Carl Gustav Jung e il fisico Wolfgang Pauli, ed ha fruttato al mondo della scienza novecentesca la teorizzazione del concetto di sincronicità.

Di cosa si tratta esattamente?

Nel 1952, il fisico Wolfgang Pauli( futuro premio Nobel per la Fisica) e lo psicoanalista Carl Gustav Jung affermarono, in relazione al principio di sincronicità:

“In analogia alla causalità che agisce in direzione della progressione del tempo e mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso spazio in tempi diversi, viene ipotizzata l’esistenza di un principio che mette in connessione due fenomeni che accadono nello stesso tempo ma in spazi diversi”.

“Praticamente viene ipotizzato che al fianco del logico svolgimento di un atto conforme al principio in cui in tempi diversi accadono avvenimenti provocati da una causa, ne esista un altro in cui accadono avvenimenti nello stesso tempo ma in due spazi diversi perché, essendo casuali, non sono direttamente provocati da un effetto, corrispondendo per cui perfettamente al principio di a-temporalità.”

In questa definizione si allude ad una “casualità” che rimanda al concetto di “caso”, unico accettabile scientificamente a quell’epoca.

Questo “caso” fu collegato all’idea che ci fosse un ordine assoluto e immutabile nell’Universo, e che ogni evento che si verifica per “caso” è un mero risultato del bisogno necessario di mantenere questo ordine.

La sincronicità si basa sui postulati del “pensiero magico” ovvero: pensare ad una persona specifica e dopo poco tempo ricevere una telefonata proprio da quella persona, pensare ad una canzone accendere la radio e sentirla trasmettere e così via.

Si tratta di segnali che ci fanno pensare di essere in grado di sentire gli eventi, di essere dotati di chiaroveggenza e di ricevere una serie di segnali sottili che ci invitano ad un colloquio più profondo con noi stessi e la Realtà.

Per Carl Gustav Jung tutti i fenomeni sincronici sono basati sull’interconnessione tra materia e psiche e operano in una dimensione esterna allo spazio/tempo quindi al di fuori dei principi di causalità.

Esiste di conseguenza un ordine cosmico che differisce dalla realtà fenomenica e che è determinato dalla concordanza tra immagini pre-esistenti nella psiche e oggetti appartenenti al mondo esterno.

Psiche e materia si interrelazionano a vicenda.

L’Essere Umano ha dunque la capacità di connettersi a una matrice universale in cui il mondo materiale è legato a quello della coscienza.

Questo processo avviene attraverso l’attività intuitiva umana che mette in contatto l’inconscio individuale con quello collettivo, dando vita ad una scienza onnicomprensiva che Wolfgang Pauli ha battezzato psicofisica, ovvero una “fisica della coscienza”, finalizzata ad unire materia e spirito.

Reincarnazione tra Fisica Quantistica e Cabala

Esiste un’antica profezia, nella Qabalah ebraica, che afferma che il Regno di Dio sarà stabilito nell’umanità quando verrà l’uomo che possiede sia il potere di morire che di ritornare, ovvero capace di riprendere il proprio corpo dopo la morte.

È fondamentale, di conseguenza, conoscere che cos’è la morte se la si vuole vincere…..

 

Siamo mortali o immortali?

La scienza, come la filosofia, ci dice che il termine ‘immortalità’ fa riferimento alla condizione di un essere vivente non sottoposto a corruzione e quindi destinato a sopravvivere per sempre.

Il concetto di immortalità, inteso come proprietà del vivere per sempre, comporta la incorruttibilità, e non la vita eterna…

Spesso i concetti di eternità e di immortalità vengono scambiati e fraintesi.

La confusione viene giustificata se si pensa che l’immortalità deve escludere ogni idea di fine e deve perciò entrare nell’eternità. 

Questa è la visione materialista che vede, nelle cellule che invecchiano, un meccanismo da ripristinare per accedere alla incorruttibilità ed alla immortalità del corpo fisico.

Ma la vera domanda é: noi siamo fatti solo di materia?

Chiediamoci qual è il vero significato di ‘immortalità’ e perché siamo vittime dell’ossessione dell’invecchiamento e dalla morte fisica.

Siamo fatti solo di cellule, di cervello, di funzioni, di carne e di ossa? Assolutamente no.

In noi esistono ed operano tre principi sincronici ed inscindibili che sono: materia, energia e informazioni.

Lo stesso Albert Einstein lo dimostra con la Legge della Relatività partendo dalla sua formula E=mC2.

Energia, massa e velocità sono i tre elementi funzionali che spiegano tutto e cioè la tridimensionalità sincronica che è alla base di tutto.

Corpo, mente e spirito sono le tre realtà di cui siamo costituiti.

Se parliamo della ‘immortalità’ della matrice energetico-informativa siamo nel campo delle energie sottili qualificate anche dalla Fisica quantistica.

Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma

Tutto si trasforma.. post mortem avverrà un passaggio ad un’altra forma di esistenza, nella quale la vita non è finita e mantiene dei riferimenti alla persona reale ma non più sul piano materiale.

Questa energia con ‘informazioni’ continuerà a vivere come vibrazione in un campo eterico per reincarnasi, a tempo debito, in un altro ‘avatarumano per tornare alla vita e sviluppare quello che viene conosciuto come il suo Karma.

Nascita e morte biologica del corpo sono quindi solo passaggi di stato, dei fenomeni che avvengono esclusivamente su uno dei molteplici livelli di realtà in cui esistiamo.apparenti.

Verso l’attivazione di tutti i corpi

Come anticipato, la morte biologica è solamente un passaggio, una transizione. Non siamo fatti solo di materia come comunemente si crede e il nostro corpo opera su diversi piani di realtà.

Per cogliere nel profondo questo concetto ed attrarre il benessere nella propria vita è necessaria quella che il dott. Gianpiero Abbate definisce “l’attivazione di tutti i corpi.

Per poter attivare i propri corpi, almeno l’Anima e il proprio corpo fisico, l’Essere umano deve passare attraverso 4 fasi:

  • Inalazione
  • Fotosintesi
  • Pensiero positivo
  • Essere Preghiera

Noi siamo i Creatori della nostra vita: creiamo dei Pensieri dai quali poi procedono le Emozioni , che infine si cristallizziamo a livello materiale.

Il naturale processo della Creazione dunque si muove dall’alto verso il basso, dai mondi superiori verso quelli inferiori.

In sostanza sono i pensieri che creano la realtà.

Andiamo a vedere nel dettaglio le 4 fasi necessarie all’attivazione di tutti i corpi che nel videocorso del dott. Abbate vengono trattati in modo più esteso.

Le 4 fasi di attivazione dei corpi 

  1. Inalazione
  2. Fotosintesi
  3. Pensiero Positivo
  4. Essere Preghiera

1 Inalazione

L’Inalazione è il processo di respirazione che determina il rinnovamento cellulare: si attua con maggiore velocità se quel che respiriamo è carico di fotoni ovvero di luce, inducendo le nostre cellule a entrare in contatto con l’Anima.

Trattandosi di un processo di dilatazione e di compressione dei polmoni, di conseguenza si eliminano le scorie e si ossigena il sangue.

Se noi respiriamo consapevoli di veicolare energia, possiamo accelerare il processo di rinnovamento cellulare se l’aria che respiriamo è maggiormente pura e carica di nuova luce, che inaliamo insieme all’ossigeno.

Il processo di rinnovamento cellulare accelera se ciò che viene respirato è intriso di luce  .

2 Fotosintesi

La Fotosintesi è quel processo che si svolge sulla pelle esposta alla luce e che consente a tutto l’organismo di assorbire luce: in questo modo il tessuto cellulare si rinnova caricandosi di luce “energizzata”.

3 Pensiero Positivo

Prima di tutto va specificato che il Pensiero positivo non si deve confondere con le idee positive.

Le idee albergano nella mente, si creano e si cancellano continuamente in Asiah, mentre i pensieri una volta creati sono eterni ed esistono in Yetzirah nel nostro Io Superiore.

I Pensieri consentono quindi di trasformare la realtà in quanto sono portatori di energia di rinnovamento.

Come afferma il dott. Gian Piero Abbate: “Il pensiero positivo ha la possibilità di esprimersi in ogni momento della nostra vita; è ciò che pilota la legge d’attrazione: da lui dipende la nostra Vita”.

Dato che la materia “è una forma di pensiero cristallizzato, pensare positivo significa creare materia pulita o pulire la materia sporca, cioè rinnovare il creato”.

Si tratta di quelle che in molti sistemi di pensiero vengono definite “credenze limitanti” ossia convinzioni “negative” su noi stessi o sulla vita che abbiamo tratto nel passato, soprattutto nell’infanzia, in concomitanza a traumi vissuti.

4 Essere Preghiera

Essere Preghiera, naturalmente, non significa pregare nel senso comune del termine, dunque “chiedere ad un’entità superiore di intervenire in nostro favore, ma innalzare le nostre vibrazioni in modo tale da agire a ritroso sul processo di creazione della realtà, determinando un “cambio di frequenza che comporta la modifica vibrazionale… della parola, dell’azione e più indietro ancora del pensiero e ancora più indietro, dell’intenzione del pensiero, ovvero degli archetipi di Atziluth”.

La preghiera è la massima espressione del pensiero positivo, capace di risalire tutti e 4 i mondi della Creazione.

Per questo tramite la preghiera è possibile fare miracoli, non perché si possano violare le leggi di natura ma perché si agisce sugli Archetipi che sono alla base della realtà..

mi viene qui un suggerimento: questo paragrafo, come molti altri, fa esplicito riferimento a dei video del corso. andrebbe, qui e altrove, menzionato che nel videocorso questi topics vengono trattati in modo più esteso. e poi in fondo al paragrafo possono essere messe CTA customizzate, tipo (con riferimento a questo paragrafo): se vuoi conoscere tutti i segreti dell’attivazione dei corpi scopri La Retta Via, il nostro percorso di indagine sulla Cabala. magari detto un po’ meglio ma il concetto è quello. idem su altri paragrafi “forti”

qui non spiega meglio questo concetto? quando e i quali circostanze/con quali modalità l’inalazione ci porta aria “buona” o meno?

Hey Benni onestamente non ho trovato molto altro, se vuoi riguardo il video e faccio altre ricerche

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Angeli del bene e Angeli del male: Bene, Male, Negatività

Tutti noi viviamo nel regno delle scelte.

Ogni giorno facciamo delle scelte partendo da quella di alzarci o meno al mattino dal letto.. Siamo costruiti e progettati sul libero arbitrio quindi siamo sempre e solo noi a scegliere.

Si è convinti che nel mondo esista il Bene ed esista il Male e che le nostre scelte vadano nell’una o nell’altra direzione.. 

Il dott. Gian Piero Abbate, spiega che è necessario superare la visione secondo cui il Male esiste realmente, Male inteso come qualcosa di periglioso che può ledere o fare violenza quando in verità  la negatività è qualcosa che abbiamo creato noi Esseri umani come ad esempio i famosi “demoni” dei quali si parla da sempre.

Secondo il dott. Gian Piero Abbate e la visione cabalistica, ciascun essere umano, dotato di libero arbitrio può scegliere cosa fare, a cosa credere etc…sempre affiancato da due angeli (esseri oltre il concetto di libero arbitrio in quanto allineati con il Divino).

L’Angelo del bene è colui che ci aiuta ad evolvere attraverso i nostri talenti, la loro realizzazione ed implementazione nella realtà.

L’Angelo del male o diavolo custode è colui che ci aiuta ad evolvere attraverso le sfide che la vita ci propone e che ci spingono a: lamentarci se le subiamo e viviamo pedissequamente o ad evolverci ed elevarci se le accettiamo e decidiamo di affrontarle.

La dicotomia tra bene e male è frutto della classificazione della mente umana che etichetta determinati eventi come positivi o negativi, come buoni o cattivi.

Ad esempio: se si dovesse verificare un terremoto, l’evento verrebbe considerato come un male nella misura in cui si tratta di un accadimento che porta con sé molteplici danni su vari livelli.

In un’ottica più ampia e meno ristretta, lo stesso evento verrebbe invece considerato come un assestamento di equilibrio, come qualcosa di necessario per ripristinarlo.

Ecco perché nella visione del dott. Abbate, il male non esiste.

Esiste però la negatività che è decisamente più pericolosa.

La negatività esiste perché siamo noi a crearla. Noi siamo in grado, proiettando pensieri negativi sulla realtà, su noi stessi e sugli altri che ci circondano, di dare vita ai Demoni, ovvero forme di pensiero cristallizzate.

Se un individuo continua a ripetere a se stesso nella sua mente o guardandosi alla specchio a voce alta di non valere niente e di essere un fallito, finirà poi con l’esserlo davvero o col diventarlo.

Il potere della mente è grandioso sia nel bene che nel male. Se si allena la mente a pensare negativamente con costanza, i pensieri negativi assumeranno talmente tanto potere da diventare delle egregore, delle entità viventi.

Siamo solo noi quindi a dare forma e vita alla negatività, a creare una realtà che corrisponde ai nostri pensieri negativi.

Bisogna quindi tenere sempre la mente aperta perché anche ciò che inizialmente può sembrarci un male, nel lungo periodo potrebbe invece rivelarsi un bene.

 

La Speciazione

Una cellula in grado di assorbire più luce, comincia a vibrare con più forza espandendosi. Quando la vibrazione diventa sempre più alta, allora si assesta ad una nuova “sintonia”.

E via via che aumenta, avvengono nell’Essere Umano dei cambiamenti anche a livello di DNA.

È difficile spiegarne la sostanza dato che la scienza conosce solo il 5% del DNA, mentre il restante 95%, noto come ‘DNA spazzatura’ ma che tale non è, si potrebbe spiegare solo attraverso il concetto di “Vuoto Quantomeccanico” della Fisica Quantistica, ma è ancora in fase di decodificazione.

Secondo quanto sostenuto dal dott. Gian Piero Abbate, la Speciazione è già in atto.

Alcune persone si trovano già al livello di Coscienza di terza e quarta dimensione. Questi individui hanno lo stesso DNA, lo stesso Genoma degli altri esseri umani quindi, per usare un linguaggio informatico, l’hardware è il medesimo; hanno però “cambiato il software” ovvero il sistema attraverso cui utilizzano il loro hardware.

Entrare nelle dimensioni superiori della Coscienza è complesso ed è necessario un cambiamento deciso nella percezione di spazio e tempo.

La terza dimensione è come un contenitore rigido, pieno di programmazioni, vincoli e credenze su cui si fondano le nostre esistenze, irremovibile sul concetto di tempo.

Esso scorre attraverso il susseguirsi ciclico di passato, presente e futuro disperdendo notevoli energie in un circolo vizioso dove il passato insegue il futuro e il futuro è un riverbero del passato, secondo la Legge di Causa ed Effetto.

Nella quarta dimensione, quella del piano astrale, l’uomo smette di essere dormiente ed inizia a risvegliarsi divenendo consapevole di essere creatore della propria realtà senza delegarla a nessun altro.

Frequenza, vibrazioni ed energia in questa dimensione possono trasformarsi in materia.

Il tempo resta l’attimo presente dove vengono fatte le scelte per riequilibrare mente, spirito e cuore.

La Speciazione si attua tra gli individui ancorati alla realtà materiale, che vivono di paure e convinzioni limitanti e tra coloro che ambiscono ad aumentare la propria frequenza vibratoria per tentare di evolvere esplorando e implementando nuove capacità e risorse che fanno parte della natura umana. .

Esotericamente si ritiene che questi individui stiano camminando verso un nuovo portale vibrazionale, oltre il quale li attende una nuova realtà.

“Un portale è una soglia dello stato di coscienza, sia individuale che collettiva. I portali si passano individualmente; si parla di un passaggio collettivo quando il numero di coloro che l’hanno passato è sufficiente a formare la “massa critica”.

I portali sono 7 per ogni dimensione.

Oggi siamo nella terza dimensione fisica che equivale alla quarta dimensione spirituale, mentre qualcuno si trova già nella quarta dimensione fisica e quindi nella quinta dimensione spirituale; alcuni invece sono fermi alla seconda.

Quando giungiamo nelle dimensioni superiori della Coscienza, riusciamo finalmente a liberarci dai rigidi limiti di spazio e tempo e riusciamo ad accedere in una realtà più fluida.

Il pensiero agisce istantaneamente e la Legge che governa questa vibrazione è quella della Sincronicità.

Esiste infatti un ordine supremo che collega tutte le cose, che è oltre la nostra razionalità. Questo ordine comune, generale, crea legami “a-causali” tra eventi diversi”.

L’umanità è quindi divisa tra individui dormienti ed individui consapevoli ed evoluti, tra chi vive e guarda al passato e chi si muove verso il futuro.

Tu da che parte vuoi stare? Investire su te stesso è il miglior investimento che puoi fare.

Nel corso “La Retta Via” del dott. Gian Piero Abbate si parla di tutto questo e della tua potenziale evoluzione.

La Cabala e l’Albero della vita

Come anticipato, la Cabala è una tradizione ebraica esoterica molto antica, diffusasi tra il XII e il XIII secolo, un insieme di dottrine religiose, mistiche, esistenziali e anche filosofiche, che hanno lo scopo spiegare il ruolo di Dio e dell’uomo nel mondo, l’essenza della vita e della morte.

Chiunque si avvicini allo studio di questa disciplina, però, si imbatte subito in uno dei suoi simboli più conosciuti, uno dei punti cardine di tutta la Cabala: l’Albero della Vita.

Conoscere l’esistenza della Qabalah e dell’Albero della Vita ci permette di conoscere meglio noi stessi, la nostra entità fisica e quindi di investire consapevolmente le nostre energie vitali e il potere della nostra mente.

L’Albero della Vita è “Una rappresentazione geometrica di ogni forma di vita, di ogni forma di evoluzione e di ogni manifestazione divina nella materia”.

L’Albero della Vita ci permette di capire qualsiasi cosa, qualsiasi fenomeno esterno o al nostro interno.

Esso racchiude in sé le leggi costitutive che regolano l’intero Universo.

Nella tradizione cristiana l’Albero della Vita compare nell’Eden, ma nell’originaria mistica ebraica è legato alla Conoscenza.

La struttura dell’Albero della Vita è quella di un diagramma che comprende 10 nodi, collegati da rami logici, che rappresentano la struttura della creazione e quindi l’origine della Vita.

L’Albero della Vita cabalistico risale a 4000 anni fa ed è descritto nella Genesi. Il libro della Genesi è attribuito ad Abramo, inventore del concetto stesso di “Albero della Vita”.

Dalla radice divina dell’albero si sviluppano i rami della vita e della conoscenza, descritta come l’insieme dei concetti, delle dottrine e delle religioni.

Grazie a questo Albero si ha la chiave per accedere a nuove Verità e giungere alla conoscenza divina.

 

Le facoltà dell’Albero della Vita

Gli insegnamenti cabalistici possono essere graficamente racchiusi nell’ Albero della Vita, che, come anticipato, è un diagramma simbolico formato da 10 Sefirot, ovvero delle entità disposte su 3 pilastri verticali paralleli.

Esso rappresenta il cammino di discesa lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale.

La nostra consapevolezza interiore sale e scende continuamente lungo questo albero caratterizzato da 3 pilastri: la Forza (a sinistra), l’Amore (a destra) e la Compassione (al centro).

Senza il pilastro centrale, l’Albero della Vita diventa quello della conoscenza del bene e del male.

Muovendosi lungo la via mediana, chiamata “via regale”, si approderà all’unione degli opposti, (Yin e Yang) ovvero l’unione del femminile e del maschile che albergano nella realtà e dentro di noi.

Secondo la Cabala, l’Essere umano per avere accesso all’Albero della Vita deve necessariamente vivere una crisi sia esteriore che interiore (ricomponendo la dualità, gli opposti, la polarità).

Affinché l’Albero si manifesti all’Uomo in tutto il suo splendore divino, quest’ultimo deve mantenere integra la sua fede nella Verità.

Gli individui che si trovano ancora molto lontani dall abbracciare la consapevolezza non potranno avere accesso all’Albero.

Questo punto è più che comprensibile dato che un individuo ancora vittima dei suoi demoni interiori potrebbe solo ledere i suoi simili qualora avesse disponibile tale fonte di potere e conoscenza.

Le 10 Sephiroth dell’Albero della Vita

Introduzione

L’Albero della Vita è formato da 32 percorsi: dieci percorsi oggettivi connessi alle singole Sephiroth e 22 percorsi soggettivi che collegano insieme coppie di Sephiroth.

Ogni percorso ha un numero, con le traiettorie 1-10 che sono le Sephiroth stesse e i percorsi rimanenti numerati 11-32.

I 22 percorsi che le congiungono sono formati dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.

I Percorsi, come accennato sopra, sono costituiti dall’interazione tra lettere dell’alfabeto e le Sephiroth e dal modo in cui esse si combinano dipende la discesa dell’abbondanza nel nostro mondo e in noi stessi.

Le dieci Sephiroth, invece, alludono ad entità particolari individuate sia come potenze divine vere e proprie sia come potenze dell’anima umana.

Le Sephiroth sono associate a tutte le situazioni sia emotive che pratiche che caratterizzano la nostra vita quotidiana.

Esse sono dieci principi basilari, riconoscibili nella molteplicità caotica ed intricata della vita umana, capaci di darle senso unificandola.

La prima di tutte le Sephirot, si chiama Keter, simile ad una corona ed è la condizione di trasfigurazione nel trascendente.

Le 10 Sephiroth

Keter

Nel corpo umano Keter non ha una corrispondenza specifica, ma spesso viene associata alla scatola cranica; essa è l’ispirazione dell’Universo.

Secondo la Cabalà, Keter contiene una struttura tripartita, che nell’anima corrisponde alle tre esperienze di Fede, Beatitudine, Volere.

Quello della struttura tripartita di Keter è uno dei segreti più emblematici dell’intera la Cabala. Keter è la radice dell’Albero, che quindi è capovolto, dato che possiede le radici in alto e i rami in basso.

Chokhmà (Sapienza)

È il lampo dell’intuizione che illumina l’intelletto, è il punto in cui l’inconscio lambisce il cosciente.

È il seme dell’idea, il pensiero interiore, i cui dettagli non sono ancora differenziati.

Nel corpo umano corrisponde all’emisfero cerebrale destro ed è raggiungibile solamente se l’ego viene annullato.

Binà (Intelligenza)

È il prendere forma dei concetti e dei pensieri concepiti da Chokhmà.

Sede del pensiero razionale, matematico e logico, sia nella sua forma astratta e speculativa che in quella applicata e concreta.

È la forma di pensiero che si appoggia alle parole condiviso tramite il linguaggio.

Binà è la capacità di integrare idee e concetti differenti, immagazzinandoli e facendoli interagire.

Se Binà funziona come dovrebbe, il pensiero diventa capace di influenzare positivamente le proprie emozioni.

Nel corpo umano Binà corrisponde all’emisfero cerebrale sinistro.

Ai suoi livelli più evoluti, Binà convoglia l’esperienza della Felicità.

Chesed (Amore, Grazia, Misericordia)

Chesed si manifesta attraverso l’assoluta munificenza e benevolenza.

È l’amore che universale che giustifica e perdona.

È attaccamento e devozione, è la mano destra, che vuole chiamare a sé, avvicinare gli altri.

Ghevurà (giustizia, rigore, potenza)

Ghevurà è dimora del “chirurgo celeste” che agisce perché le leggi cosmiche siano rispettate.

Senza Ghevurà l’amore non potrebbe realizzarsi, in quanto non troverebbe un recipiente atto a contenerlo. Nel corpo umano corrisponde ai genitali.

Ghevurà, è l’eccitazione entusiasta, il dinamismo e la proattività che accompagnano l’amore. Senza Ghevurà, l’Amore sarebbe soltanto un sentimento casto e piatto, privo di forza attiva.

Tiferet (bellezza)

Tiferet è il legame tra i mondi dello spirito e le realtà materiali, questo centro impianta nell’uomo la coscienza.

Il suo compito è quello di rendere armonici Ghevurà e Chesed.

Tiferet si manifesta nelle emozioni complesse contemplando tutto ciò che è bello ed armonioso.

Corrisponde al sentimento della Compassione, un sentimento finalizzato a premiare chi è meritevole ma anche di rimproverare se necessario, affinché il bene continui ad imporsi sul male. Nel corpo umano si trova al centro del cuore.

Netzach (eternità o vittoria)

Netzach è il centro della bellezza che ispira, è la capacità di realizzare concretamente l’amore di Chesed nel mondo, caricandolo di stabilità e durata, superando ampiamente gli ostacoli che osteggiano le buone intenzioni.

È decisione e dedizione, è il saper vincere con moderazione e garbo senza cadere nel l’autocelebrazione.

Nel corpo corrisponde alla gamba destra.

Hod (gloria, eternità, onore)

Hod si incarica di concretizzare le emozioni fluite da Ghevurà.

È la capacità dell’individuo di reagire proattivamente al mutare delle circostanze esterne.

È la velocità di cambiamento, la capacità di riuscire ad adattarsi a nuove situazioni anche se difficili.

È il saper perdere senza sentirsi internamente sconfitti.

È il senso degli affari e del vivere in società. Corrisponde alla qualità della Semplicità, che nella Cabala viene intesa come la capacità di non angustiarsi per il futuro.

Nel corpo essa occupa la gamba sinistra.

Yesod (fondamento)

Yesod è la macro sede delle emozioni, è la base segreta della propria personalità, degli ideali, dei desideri inespressi, delle ambizioni.

Governa la capacità di riuscire a donare tutto ciò che si ha da dare alla persona giusta nel momento giusto.

Yesod è la qualità della Verità, intesa come tratto immancabile per poter dare vita a relazioni umane felici.

Malkhut (regno)

Malkhut è la percezione di ciò che ci manca; è la componente che stimola e canalizza l’operato di tutte le altre facoltà.

Per le persone meritevoli, è il luogo dove la luce cambia direzione, passando dalla discesa alla salita.

Per coloro che non la meritano, è il luogo dove si esperisce la povertà, la caduta e la morte.

A livello fisico essa è la pianta dei piedi, o la terra stessa.

Malkhut è l’origine di ogni recipiente, è il mondo fisico, il più vicino alle forze del male e quindi il più bisognoso di protezione, che le viene accordata grazie all’osservanza dei precetti e alla pratica delle azioni di Giustizia.

Secondo la Cabalà ogni Essere umano contiene in sé una percentuale di ciascuna Sephirot; alcune si potenziano tra loro rafforzandosi mentre altre si annullano. Questi principi sono il fondamento della psiche e della condizione umana.

 

I 72 nomi di Dio: cosa sono?

Dopo aver parlato dell’Albero della vita e delle 10 Sephirot, è il momento di parlare de I 72 Nomi di Dio.

I 72 nomi di Dio che molti ancora non conoscono, sono di un’importanza incredibile perchè sono la manifestazione della divinità che opera in noi, sono forze viventi, energie ed immagini.

I nomi di Dio hanno un grande influenza sulla nostra Vita sin dal momento della nostra nascita e rivelano molti aspetti anche profondi della nostra identità.

I 72 nomi derivano da un unico nome: il Tetragramma sacro, che è l’unico vero nome di Dio.

Il Tetragramma è scolpito nel nostro cuore, quindi possiamo rintracciare dentro noi stessi tracce di tutti i 72 Nomi, non solo del Nome che ci sta accompagnando in questa vita; però c’è un solo Nome che é la sfida della nostra vita, il motivo per cui ci siamo incarnati questa volta.

Nelle varie vite li passiamo in rassegna tutti, ma se non abbiamo compiuto la nostra missione, nella vita successiva avremo nuovamente quella missione da compiere, e saremo quindi associati ancora allo stesso Nome.

Rispetto al nostro Nome dobbiamo tenere a mente la sua dualità ma anche la nostra; dobbiamo riuscire a vedere la dimensione femminile e quella maschile del Nome.

 

Tutta la realtà umana é scritta in questi 72 Nomi.

Si tratta di qualcosa di immenso nonostante ciascun individuo viva nella sua dimensione personale, perché quello che noi siamo oggi è il frutto del nostro passato, e ognuno di noi ha la sua situazione personale.

Si tratta di 72 sequenze composte ciascuna di tre lettere, le quali racchiudono in loro specifiche frequenze spirituali.

É ritenuto che basti contemplare i 72 Nomi oppure il proprio Nome di Dio ( scritti in ebraico) per entrare in connessione con queste frequenze.

Connettersi alle frequenze insite in ciascun Nome è come essere in grado di sintonizzarsi su un canale radio che trasmette esattamente quello che si stava cercando e la cui eco raggiunge il nostro Essere nel profondo.

Conoscere e meditare sul proprio Nome di Dio permette a se stessi di approdare a Verità e conoscenze senza essere costretti a passare attraverso dolori, sofferenze o altre sfide ostili che ci vengono ‘inviate’ dal nostro Sé Superiore per risvegliarci.

Parafrasando questo concetto, possiamo evitare la necessità di soffrire per fare esperienza e risvegliare in noi Saggezza e conoscenze apprese in altre vite.

Ma cos’è un Nome?

Un Nome è il modo di farsi conoscere dagli altri.

Ognuno di noi ha un nome ed è ciò che ci distingue gli uni dagli altri a prescindere che il nostro nome ci piaccia o meno.

Esistono nomi che comunicano sensazioni positive, mentre altri possono trasmettere sensazioni negative.

Se ci fate caso vi accorgerete che ci sono persone che cambiano il proprio nome di battesimo o all’anagrafe, come se sentissero dentro di loro che il nome che portano non è quello giusto e non li rappresenta.

Il Nome di Dio cosa dice di noi?

Il Nome di Dio indica l’energia che caratterizza la nostra incarnazione corrente.

Può rivelare il nostro obiettivo (cosa sei venuto a realizzare in questa vita) la nostra Missione di Vita e darci gli strumenti necessari per realizzarla nel migliore dei modi.

Conoscere solamente il proprio Nome di Dio però non basta per comprendere a fondo se stessi, ma se associato ad un quadro numerologico completo allora tutto cambia.

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I 72 Angeli e Diavoli Custodi

Secondo le dottrine cabalistiche ci sono 72 Angeli che albergano nelle 10 Sephirot dell’Albero della Vita.

Questi Angeli sono interconnessi gli uni agli altri attraverso i 22 percorsi (che derivano dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico).

Si tratta degli Angeli Custodi che sono accanto a noi ma non sono soli…Esistono infatti anche i Diavoli Custodi la cui funzione consiste nel farci evolvere mettendoci in ‘tentazione’.

Sia gli Angeli Custodi che i Diavoli Custodi hanno come unico scopo il nostro bene assoluto. Spesso i Diavoli Custodi vengono confusi e scambiati con i demoni… niente di più sbagliato!

I Diavoli Custodi sono Esseri di Luce con a cuore il nostro bene che vogliono offrirci il loro aiuto attraverso le esperienze di vita non sempre facili o lineari.. I demoni invece sono forme pensiero negative, ovvero la negatività creata dall’essere umano!

Conoscere l’Angelo Custode e il Nome di Dio che ci è assegnato secondo la Qabalah può essere un fondamentale elemento di introspezione, un monito per indirizzare noi stessi a conoscerci profondamente.

Ci aiuterebbe a cogliere la reale volontà de il nostro Sé Superiore, il solo che possa dirci cosa è meglio per noi al di là delle apparenze.

Il nostro Sé Superiore è l’unico capace di non farci cedere alle tentazioni pericolose per noi: le basse pulsioni, le frivolezze materiali e molte altre cose che possono renderci ciechi facendoci confondere traguardi irrilevanti come cose preziose.

Siamo in questo mondo per evolverci, per migliorare e per riuscire ad esprimere al meglio ciò che siamo e che sentiamo di essere… non è cosa facile ma è possibile. Basta volerlo davvero.