I 12 strati dell’immortalità – parte prima

Quando per la prima volta ho visto la struttura e i nomi dei 12 strati del DNA, così come canalizzati da Lee Carroll, ho fatto un balzo sulla sedia, e ho sentito una scossa dentro il cuore.

Sinceramente non seguivo le canalizzazioni di Kryon, così come non ho letto alcuno dei molti libri che sono stati pubblicati in proposito, e sono felice di questo, perché tutto quello che conosco non è stato influenzato da quei testi.

Per altro, navigando in internet, ho trovato molteplici riferimenti ai 12 strati totalmente errati, in parte per mancanza di comprensione del fenomeno, talvolta per difficoltà di traduzione dall’americano. Ho trovato persino chi faceva diventare gli strati le 12 “eliche” del DNA.

Gli strati sono l’informazione ordinata e codificata in 12 livelli omogenei.

Nell’informatica abbiamo definito 7 livelli OSI per codificare e ordinare l’informazione, e permetterne lo scambio tra sistemi diversi. OSI è l’acronimo di Open System Interconnection, e nel 1978 è stato pubblicato il primo standard di questa serie.

Senza entrare nel merito tecnico, possiamo dire che il modello OSI è stato ideato per permettere la comunicazione tra componenti hardware e software di fornitori diversi. Questo standard internazionale è stato adottato da tutte le case produttrici, e permette così di rendere possibile lo scambio d’informazioni anche tra sistemi operativi eterogenei.

Il modello ha avuto successo grazie all’architettura modulare impostata su sette strati completamente indipendenti. Ogni Strato gestisce funzioni e servizi che svolgono attività tra loro simili, ma diverse da quelle degli altri strati, e quindi può essere modificato senza ripercussioni sugli altri strati; questo consente di suddividere operazioni molto complesse in elementi più semplici, di integrare i prodotti di venditori diversi, e quindi permette l’interoperabilità tra reti con caratteristiche differenti. Lo scambio delle informazioni tra i vari strati è invece delegata ad opportune interfacce di comunicazione.

Come al solito abbiamo replicato quello che c’è già dentro di noi, solo che i livelli del DNA sono 12.

Questi 12 strati sono organizzati in 4 terne, che generano le 4 eliche del DNA verso le quali tendiamo.

Le eliche normalmente sono 2, raramente 3, rarissimamente 4, come vedremo, ma 4 è il limite massimo, che fa quadrare l’intero genoma.

In ogni caso 2 eliche è tuttora la normalità, e i 12 strati non sono la rivelazione di qualche cosa che apparirà in futuro, ma la realtà nascosta che sta alla base della manifestazione materiale del DNA, che si concretizza oggi nelle 2 eliche.

Tornando però all’origine del mio sobbalzo, questo fu legato al leggere i nomi degli strati, che mi rimandavano a quanto appreso, a suo tempo, da Eugenio Siragusa, e alla trascrizione delle sue conferenze, che mi è stata regalata vent’anni fa, visto che lui non ha mai scritto nulla.

Molte delle informazioni che uso sono estratte da quegli scritti che possiedo, grazie al dono fattomi dalla sua segretaria. Siamo pochissimi al mondo a possedere questo prezioso dono di conoscenze.

Per chi non conoscesse Eugenio Siragusa e la sua storia molto singolare, vi rimando al suo sito www.eugeniosiragusa.it.

Visto che gli unici libri che leggo sono quelli di Fisica teorica, dopo quello scossone mi decisi almeno a sentire le canalizzazioni di Kryon su YouTube, cosa che continuo a fare perché ora sono tra i revisori delle traduzioni dall’americano, e rimasi molto colpito perché sia le informazioni fornite e soprattutto le terminologie utilizzate, lingua permettendo, erano le stesse che stavo utilizzando anch’io, magari da qualche mese.

Voglio dire che le informazioni arrivavano simultaneamente a Lee Carroll e a me, solo che la pubblicazione delle registrazioni non era istantanea, ma guardando la data della canalizzazione mi accorgevo di come fossimo ben collegati, in totale sincronia.

La comprensione dei 12 strati non è semplice per chi non abbia avuto la fortuna d’incontrare Eugenio Siragusa, e d’altra parte non conosco altre persone a livello mondiale che abbiano ricevuto le informazioni a lui date.

Solo recentemente ho scoperto un messicano contattato dagli extraterrestri che sta divulgando le stesse identiche informazioni, l’ing. Alberto Zecua.

In particolare è importante sapere l’origine delle razze umane. Esiste un mio documento di dettaglio (clicca qui per scaricarlo gratuitamente http://www.dottabbate.it/images/Origine-delle-razze-umane.pdf) ma riassumo qui quello che sia Siragusa che Zecua affermano a distanza di decenni tra loro, essendo la fonte la stessa.

La scienza ha dimostrato che nel mondo ci sono 4 razze umane indipendenti, non riconducibili ad un unico ceppo.

Queste 4 razze, ormai spesso ibridate tra loro, sono riconducibili agl’interventi genetici di 4 tipi di “genetisti cosmici” provenienti da diverse parti dell’Universo.

A queste razze originali si sono poi aggiunti, milioni di anni dopo, i provenienti da un pianeta del nostro sistema solare che è stato fatto esplodere a causa di un uso irresponsabile dell’energia nucleare.

Questi superstiti, arrivati con le astronavi che si trovano dipinte nei grafiti e descritte in vari testi sacri, sono coloro che hanno creato Atlantide.Così, attraverso varie ibridazioni, si arriva al DNA attuale, che però rimane, a livello genetico, differenziabile in 4 ceppi.  

Non credo che una vera attivazione dei 12 strati possa essere raggiunta senza un’adeguata comprensione degli stessi, e questa non può essere dedotta razionalmente dalle canalizzazioni.

Per dare una spiegazione globale alle informazioni di Eugenio ho aggiunto le correlazioni a livello teologico, senza riferimento a qualche religione particolare, ma restando nel grande mare aperto dello Spirito, del quale parla Aurobindo.

Inoltre ho cercato sempre di dare anche una spiegazione concreta ai fenomeni, utilizzando tutta la Fisica, Classica, Relativistica e Quantistica.

I 12 strati sono multidimensionali, quindi operano nelle 12 dimensioni della materia.

Però i fenomeni della materia solida, cioè le eliche visibili, si devono spiegare usando la Fisica classica, e non quella Quantistica, come certi fanno erroneamente. Poi c’è il ruolo esercitato dagli elettroni / fotoni del nostro corpo, il nostro corpo di luce, e qui deve essere usata la Fisica Relativistica. Infine si arriva alla parte immanifesta del DNA, e solo qui si deve usare la Fisica Quantistica.

Il corpo di luce, che chiamo anima, è fatto di elettroni, come l’ing. Keshe ha provato sperimentalmente.

L’anima pesa circa 23 gr, che è il peso che si perde quando moriamo, indipendentemente dall’età: sia un neonato che una persona di 90 anni perdono lo stesso peso, e questo la medicina non lo sa spiegare. Poiché un elettrone pesa 9×10-28 gr, ci vogliono circa 1028 elettroni per fare un’anima. A conti fatti, il corpo fisico di una persona di 75 kg è fatto da 1028 atomi. I conti tornano. Siccome 1018 elettroni fanno un Coulomb, unità di misura della carica elettrica, l’anima che lascia il corpo può produrre una corrente di 1010 A/sec: questo è il “vento energetico” che si produce in quel momento e che è noto sin dal tempo degli egizi.

Circa il rito di attivazione dei 12 strati del DNA, ciascuno lo può fare autonomamente, anche più volte.

Questa attivazione è la premessa per attivare il divino che è in noi, e quindi è il primo passo verso l’immortalità del corpo.

Vi rimando a un prossimo articolo per scoprire tutti i benefici dell’Attivazione dei 12 strati. Un abbraccio Gian Piero