I passi della fisica dal 1900 a oggi sono stati molteplici.
Albert Einstein, negli anni ’30, ha enunciato la teoria della relatività, la prima a creare una eguaglianza tra materia ed energia. Un salto filosofico così grande che tuttora, a distanza di quasi un secolo, non è ancora stato assorbito dal pensiero di molti, non solo persone comuni, ma anche filosofi o gli stessi scienziati.
In parallelo Niels Bohr e la sua teoria della Meccanica Quantistica è andato molto oltre, come vedremo nel seguito, tanto oltre da mettere in difficoltà lo stesso Einstein. Niels Bohr, fatto nobile, scelse come stemma il simbolo dello Yin-Yang con il motto “Contraria sunt complementa”.
Il primo risultato evidente della sua teoria è che la natura procede sempre a salti, contrariamente a quanto ancora oggi molti dicono e pensano.
Wolfang Pauli scrisse nel 1952 il libro “L’interpretazione della natura e della psiche”, frutto della collaborazione con Carl Gustav Jung, il famoso medico psicologo, alla definizione del principio di sincronicità, il complementare al principio di causalità.
È da notare che questo principio apre le porte alla teoria dei mondi paralleli, per inciso noi viviamo in quattro mondi paralleli, mentre il secondo è il ben noto principio di Causa-Effetto.
A tutti noi è capitato di vivere curiose coincidenze, non spiegabili, come ad esempio pensare a una persona lontana e incontrarla subito dopo, magari nella sala dell’aereoporto. Di solito tendiamo a considerare questi eventi come fortuiti, frutto del caso.
Ma per chi ha fede il caso non esiste, perché Dio non gioca a dadi. Per Jung questi eventi mostrerebbero l’esistenza di legami, di corrispondenze tra il mondo fisico e quello psichico. In una coincidenza significativa il rapporto tra l’evento psichico e quello fisico non è spiegabile ricorrendo al rapporto causa-effetto, eppure il rapporto esiste ed è evidente: si tratta di un’affinità di senso, di contenuto, che ci balza agli occhi immediatamente quando viviamo un’esperienza del genere.
È come se ci fosse un ordine che collega tutte le cose, che però è oltre la nostra razionalità. Quest’ordine comune, generale, creerebbe legami “a-causali” tra eventi diversi. Si perviene così a nuovo principio esplicativo della realtà, da porre in parallelo al principio di Causa-Effetto: Jung e Pauli chiamarono questo principio “sincronicità”.
Ma la fisica teorica ha continuato le sue elaborazioni, e in tempi più recenti Fritjof Capra, fisico delle particelle, ha scritto i libri “Il Tao della Fisica” e “Il punto di svolta”, dove definisce la materia come una forma di energia cristallizzata.
Anche Frank Tipler, cosmologo, ha scritto un libro molto particolare, intitolato “La Fisica dell’immortalità”, affermando che la Teologia è una branca della Fisica. Oggi, sulla base delle più recenti teorie, io, come fisico vado oltre Capra e Tipler, e vi dico che la materia è solo una forma di pensiero cristallizzata. Il mondo fisico è apparenza, se per apparenza intendiamo ciò che i nostri sensi percepiscono.
Perché ciò che percepiamo quasi sempre non è la verità. Posso fare un esempio, che è quello della incompenetrabilità dei corpi. Se provo a premere con le dita su questo tavolo verifico che non posso passare oltre. L’apparenza è che i due corpi siano così pieni da non potersi compenetrare. La verità è che sia le mie dita sia il tavolo sono fatti sostanzialmente di vuoto, e ci sarebbe tutto lo spazio per le mie dita nel passare oltre. Ma allora perché non ci riesco per quanta forza ci metta?
La spiegazione fisica risiede nell’effetto bariera creato dalla rotazione veloce degli elettroni superficiali, effetto banalizzabile con l’esempio dei raggi di una ruota di bicicletta, che se gira verticosamente crea una specie di barriera incompenetrabile, mentre se è ferma si vede benissimo che si tratta solo di pochi raggi e ben distanziati.
Ancora una volta la nostra percezione ci ha ingannato. D’altra parte chi ha mai visto un elettrone? Chi mai l’ha potuto fotografare nel suo movimento, misurandone moto e posizione? Nessuno, e nessuno potrà farlo, perché il principio d’indeterminazione di Heisenberg ce lo vieta. Eppure gli elettroni esistono, e sono parte fondamentale della materia.
Attraverso Einstein abbiamo scoperto che l’elettrone può essere pensato sia come una forma di energia, cioè una forma d’onda, sia come una particella. Quindi la domanda: “Ma l’elettrone è materia o energia?” è priva di senso. Non solo. Attraverso Bohr abbiamo scoperto che l’elettrone è un essere vivente dotato di libero arbitrio.
Pensavate che solo l’uomo fosse dotato di libera scelta? Vi sbagliate. Un elettrone esposto ad una radiazione non solo sceglie quando saltare, il famoso salto quantico, ma sceglie, in modo imprevedibile, la direzione del salto. Secondo me questo è il suo libero arbitrio, quando riceve energia. Ed è anche il nostro.
Ogni giorno riceviamo una dose di Amore incredibile dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Ma noi possiamo disperderla, o usarla malamente, o decidere di saltare, e dove saltare: è il nostro libero arbitrio. Esattamente come un elettrone. Forse vi sentite umiliati e offesi, e avete ragione. Avete ragione perché gli elettroni sono molto più uniti di noi nelle loro scelte. Ogni elettrone fa quello che vuole, ma in armonia con il Creato, mentre noi non facciamo altro che spaccare la creazione in mille pezzi.
Ma torniamo alla domanda: “C’è differenza tra mondo fisico e spiritualità?” Forse si, ma io non riesco a vederla. Noi viviamo in quattro mondi paralleli, collegati tra loro. Ogni persona la possiamo rappresentare come fatta da un corpo, da un corpo astrale, detto anima o aura, e da uno spirito. In realtà questa è solo una astrazione, una nostra immagine mentale per parlare e scambiare opinioni, perché la persona è una, una indivisibile.
Tutto ciò che facciamo in una dimensione si manifesta nelle altre, a volte simultaneamente, a volte in tempi differiti, a seconda delle condizioni. Noi però chiamiamo mondo fisico ciò che cade sotto i nostri sensi. Questo è un problema della fisica contemporanea, che studia soprattutto fenomeni che sono oltre la nostra percezione, spesso in contrasto con la nostra esperienza. Concetti ormai provati come la relatività del tempo non entrano nel pensiero comune proprio per questo motivo. Eppure sono ormai certi e comprovati.
Quindi la stessa definizione di “Mondo fisico” scricchiola sotto il peso della scienza. Quale mondo fisico? Quello delle nostre illusioni o la realtà della scienza, che ci prova che sbagliamo ogni percezione? Come fisico mi fido molto di più delle misure di laboratorio che delle mie percezioni. Ma allora devo dire che la materia non esiste, che è solo una forma di pensiero. E a questo punto non trovo più il confine tra materia e spirito, tra mondo materiale e spiritualità. Materia e spirito non solo coincidono, ma sono solo concetti ideali, frutto delle nostre fantasie.
Questo comporta che ogni ascesa spirituale non può prescindere dal nostro corpo materiale. Comporta anche l’immortalità dei corpi, come il cristianesimo ha sempre detto. Ma comporta anche la reincarnazione, o meglio l’incarnazione perenne. Comporta che non esiste nulla di inanimato nel creato. Comporta che quando siamo uno, lo siamo con tutto, non solo con i nostri amici e i nostri nemici, ma anche con le nostre scarpe, o le montagne, o le stelle, o anche con l’acqua putrida del fiumiciattolo che scorre vicino a casa nostra. Che qualcuno continua ad inquinare, inquinando così noi stessi.
Ho smesso di fare battaglie per difendere la natura come se fosse qualche cosa che mi circonda; ora lotto per difendere la Terra perché la Terra mi appartiene, è parte del mio corpo, devo difendermi perché ogni volta che viene tagliato un albero viene uccisa una parte vivente di me stesso. Da questa consapevolezza nasce l’esigenza di una Nuova Teologia. E dalla consapevolezza di vivere in quattro mondi paralleli nasce la necessità di definire una Teologia che sia rispettosa simultaneamente di tutti i piani dell’essere; non possiamo dimenticare che nei quattro mondi vigono leggi fisiche diverse, quindi leggi morali diverse e leggi spirituali diverse. Diverse almeno secondo la nostra percezione e possibilità di esperienza, perché in Dio tutto è 1, in un’armonia che a noi sfugge.
Non si tratta di annullare le religioni esistenti, così come l’unione dei popoli non passa attraverso l’annientamento delle culture. Si tratta invece di sviluppare una nuova consapevolezza. La consapevolezza che non dobbiamo farci ingannare dalle apparenze, che la realtà che ci circonda è intimamente unita a noi, che siamo veramente fatti a Sua immagine e somiglianza, anche se continuiamo a non crederci.
Possiamo fare cose meravigliose, se ci liberiamo dai nostri pregiudizi, se capiamo fino in fondo che forse è la fisica una branchia della teologia, se ci ricordiamo che con una piccola fede grande come un chicco di senape possiamo cambiare l’evoluzione della Terra perché possiamo cambiare tutto lo stato della materia.
È la forza del pensiero, cioè la forza della materia, perché le due cose coincidono. Qualcuno mi dirà che sono un visionario, ma ho avuto un Maestro duemila anni fa che di queste visioni ne aveva più delle mie. Quindi se non credete a me, almeno credete a Lui.