IO SONO (2009)

“Io sono colui che è”: riattivazione della memoria del nostro vero “sé” attraverso la realizzazione del progetto Terra.

Ci stiamo avvicinando velocemente al 2012 e tutti noi ci preoccupiamo per ciò che questa data potrà significare nella vita del pianeta e dell’intera umanità.

Molti si informano per comprendere al meglio questo evento e per prepararsi ad un futuro di cui si parla da così tanto tempo.

Ma in questa spinta in avanti oramai nessuno più ricorda come e perché siamo su questo pianeta in questo preciso momento e quale scopo ha la nostra presenza in questo tempo.

Siamo venuti al mondo già classificati come peccatori e quindi ci portiamo nella memoria cellulare l’informazione che ogni essere umano è fondamentalmente malvagio.

Viviamo la vita come una lotta sostenuta in noi dall’istinto di sopravvivenza o peggio da quello di conservazione come se questi fossero istinti indispensabili ed innati dentro di noi.

Ma il nostro istinto fondamentale non è quello di sopravvivere ma bensì quello di amare e di sentirsi uno nel tutto.

Per questo è importante ri-cordare Chi Siamo perché la nostra vera natura è quella di riflettere sempre l’Essenza di ciò che siamo in giustizia, unità e amore.

L’unico scopo della creazione della Materia è quello di consentire la sperimentazione della scintilla divina quale Dio-Colui Che E’.

Come dire che la vita è lo strumento utilizzato da Dio per trasformare le sue idee in esperienze che gli permettono di sapere di Essere Dio.

Siamo abituati a leggerci come”esseri umani nati nel mondo” ed è tutto quello che sappiamo di noi.

Forse è per questo che quando muoviamo i primi passi per sperimentarci, pensiamo alla vita come ad una scuola, reputando che le incarnazioni ci occorrano per imparare delle lezioni e che dopo potremo continuare l’evoluzione senza più il peso di un corpo.

Ma la vita non è una scuola e non costituisce un “processo di scoperta” ma bensì un “processo di creazione”!

Non siamo qui per scoprire chi siamo ma per creare noi stessi nuovamente. Quindi sarebbe più corretto non cercare di scoprire Chi si è ma cercare di stabilire Chi vorremmo essere.

Noi siamo qui per ricordare e ri-creare Chi siamo.

La realtà è che se non creiamo oggi noi stessi per quello Che siamo, non riusciremo ad Essere noi stessi.

Sembra un’assurdità perché siamo stati convinti finora di essere qui per imparare, per sapere.

Ma la nostra anima o Sé Superiore sa già e quindi siamo qui soltanto perché vogliamo“sperimentare la nostra conoscenza”.

Infatti la vita è una opportunità di conoscere in maniera sperimentale quanto già conosciamo concettualmente.

Quindi non vi è necessità di imparare perché già sappiamo per sapienza infusa all’origine nella scissione quale scintille divine, ma vi è la necessità di ricordare ciò che sappiamo e di utilizzarlo per lavorare con esso.

In verità l’anima non ha bisogno di sapere perché quello che deve sapere lo sa dall’inizio e non vi è nulla che le sia realmente sconosciuto. Ma sapere non basta all’anima.

L’anima cerca di sperimentare ciò Che è.(es. di sapere la ricetta della torta ma non sapere se si sa fare).

Quindi la massima aspirazione dell’anima è trasformare ciò che concettualmente conosce in esperienza.

Probabilmente questa visione della vita e di noi stessi può apparire sconcertante ed anche rivoluziona tutte le nostre convinzioni.

Sul pianeta vivono milioni si persone che si muovono, camminano, mangiano e pensano quasi come  automi nella convinzione che svegliarsi la mattina, andare a lavorare e fare la spesa e le vacanze, non siano la realtà ma solo una scarna visione del vivere.

Sono queste le persone che non evolvono.

L’anima loro, quale l’anima di ognun di noi, sa cosa è opportuno sperimentare al fine del ri-sveglio.

Ma alcuni procedono assai lentamente nella linea evolutiva, incapaci di leggere negli eventi un qualsiasi significato recondito.

Sono coloro che difficilmente si pongono interrogativi esistenziali.

Sopravvivono incoscienti di ciò che sono e di dove vanno.

Altri si muovono nella vita, mossi da un malessere secolare che li spinge alla depressione e allo scontento; di tanto in tanto si interrogano scoprendo significati più importanti ma poi si accomodano sugli scarni risultati ottenuti, nella convinzione di essere già arrivati magari perché, a differenza di altri, sono riusciti a costruire una bella casa, hanno una famiglia e una buona posizione sociale.

Anche la loro anima sa cosa gli occorre e li stuzzica attraverso gli eventi della vita. Ma troppo spesso questo tipo di persone, quando inciampano in qualcosa di livello superiore e anomalo, liquidano l’esperienza con “non è possibile”, “è una illusione della mente” o un “condizionamento” e si riaccomoda pigramente sui propri allori, perseguendo il loro personalissimo progetto, dimentichi e ciechi ai segni che li indirizzano verso la libertà della verità.

Queste persone non si rendono nemmeno più conto di vivere in “Matrix”il mondo dell’illusione e della finzione e accantonano, o peggio, ignorano completamente ogni forma di messaggio che viene loro inviato dal Creato.

Se l’uomo ricordasse di essere già vissuto qui, padrone di una grande tecnologia, di molto superiore alla nostra attuale, e di aver usato in modo inopportuno le proprie potenzialità e le risorse della terra e per questo averne subito le conseguenze disastrose sarebbe indubbiamente più attento agli accadimenti di questi tempi.

Abbiamo spesso ricordato che è fondamentale alla nostra evoluzione e crescita assumersi la responsabilità di se stessi rispetto all’indirizzo che diamo al nostro vincere e anche quanto, a questo fine, sia importante la consapevolezza e la scelta cosciente degli obbiettivi in modo di poter utilizzare le circostanze che avvengono nel quotidiano per ottenere il massimo risultato con il minor sforzo energetico, ottimizzando così i risultati.

Quindi se ogni anima ha piena conoscenza di sé in ogni essere umano perché alcuni vivono con una consapevolezza degli eventi e altri no?

Com’è possibile che alcuni hanno memorie di se stessi in altre situazioni ed altri no? Molto dipende dalla accettazione individuale a vivere completamente le proprie emozioni e nel viverle non cadere in interpretazioni che potrebbero mettere in luce solo un possibile aspetto dell’esperienza.

Quindi vi sono persone che non accettano di ricevere. Ricevere informazioni dall’esterno e da tutto il creato.

Non accettano di far entrare in sé quelle energie che giungono da altri esseri umani catalogando le cose come negative  o positive e non vivendole come un intero ove bianco e nero non sono separati, né opposti ma convivono entrambi in ogni situazione e persona.

Le persone si vivono spesso come individui separati e diversi dagli altri esseri umani e concepiscono un senso di uguaglianza solo etica  senza ancora comprendere appieno che “Uno nel tutto”  “siamo tutti figli della stessa Energia”, sono verità profonde ed indiscutibili. (anche se questo concetto lo tratteremo ampliamente in un altro momento.

E se siamo tutti Uno vuol dire che ognuno di noi è qui con le stesse potenzialità e, pur nella sua individualità, con le stesse capacità.

Partendo da questo presupposto non esiste all’origine nessuno che può intendersi meno capace o meno dotato di un altro. Non esistono, per comprendersi nei nostri termini, figli di un Dio minore. Siamo tutti esattamente perfettissime anime angeliche parte di un unico grande Sé.

Per l’appunto Colui che è o potremmo definire meglio ancora tutto Quello che è e che esiste e oltre a tutto Quello che esiste non esiste null’altro.

Sembra uno strano gioco di parole atto a creare confusione, ma onestamente, come è possibile utilizzare il limitatissimo strumento delle parole per rendere, anche lontanamente, l’idea di Cosa E’ il Tutto?

Questo è il grande dilemma dei mistici di ogni tempo. Riuscire a spiegare cosa è ciò che noi chiamiamo Dio o, se volete, Intelligenza Cosmica Superiore.

Quindi vi è questa immensa cosmica Energia che è il Tutto: che è Tutto quello che esiste.

Possiamo dire che Colui che è, in realtà, è tutto ciò che c’è, c’era e ci sarà. (io sono colui che tu mi farai essere).

Ma come può questa Energia Colui che è avere coscienza di Se Stesso?

È come sapere di Essere Tutto Quello che c’è ma in forma esclusivamente di concetto, non certo in maniera esperimentale.

Quindi Colui che è per avere consapevolezza di Sé e sapere cosa si prova ad Essere Sé deve sperimentarLo.

Quindi se E’tutto ciò che esiste non può conoscere Se Stesso da un punto di riferimento al di fuori di Sé. (cioè non può essere osservatore).

E così il Tutto scelse di conoscere se stesso attraverso l’esperienza. Questa Energia può esistere solo nel momento in cui viene osservata.

Quindi il Tutto per potersi osservare si limita a dividersi in tante parti che, essendo meno del Tutto, avrebbero potuto osservare il resto del Tutto e dargliene consapevolezza.

Nasce così il Questo e il Quello.

E per la prima volta si entra nella dualità. Osservatore ed Osservato.

L’Uno non può esistere senza l’altro ed entrambi esistono contemporaneamente. E contemporaneamente esistette Ciò che non è, né l’uno e nemmeno l’altro.

E così troviamo che esistono 3 elementi.

Ciò che è”qui”, ciò che è “là”,  e tutto ciò che è né”qui” e né “là” ma che deve esistere perché “qui” e “là” esistano.

Praticamente il Nulla che contiene il Tutto.

Il non-spazio che contiene lo spazio. Il tutto che contiene le parti.

Attraverso la creazione  del “qui” e del “là” Dio rese possibile a Dio di conoscere Se Stesso.

Una esplosione di Energia dall’Interno coerente con ciò che i nostri studiosi chiamano Big Bang.

Nel momento di questa grande esplosione nasce difatti la “relatività” o se volete la “relazione” e mentre gli elementi del Tutto si fanno avanti, viene creato il “tempo”, poiché una cosa prima era “qui” e poi era “là” e il periodo per portarsi da “qui” a “là” era misurabile.

Quindi quelle parti di Energia di Se Stesso visibili si definirono ”relative” l’una rispetto all’altra, così come fecero le parti non visibili.

Ovviamente Dio sapeva che l’Amore per esistere ed essere sperimentato necessitava del suo opposto e cioè di tutto ciò che non è Amore o di ciò che è detto Paura:

Come nacque la Paura, l’Amore poté esistere come qualcosa che si poteva sperimentare.

E’ questa la creazione della dualità tra Amore ed il suo opposto che viene riportata mitologicamente come nascita del “Bene” e del”Male” (o caduta di Adamo).

E così come l’Amore lo impersonifichiamo con Dio, impersonifichiamo la Paura con il Diavolo.

In pratica Dio ha reso l’Universo una versione di Sé suddiviso, creando con una sola energia quanto esiste, visibile ed invisibile.

La parte di Dio invece che è Sono/Non Sono, esplose in tante piccole Unità del più grande Intero e queste scintille di energia sono tutti i Figli di Dio.

Praticamente quindi Dio, suddividendosi in modo da creare un certo numero di parti di Sé, può conoscersi in maniera sperimentale.

Cioè il Creatore ha coscienza di Sé quale Creatore solo attraverso il “Creare”.

E così ogni scintilla ad immagine e somiglianza del Creatore ha lo stesso potere del

Creare quale il Creatore stesso ha.

Quindi la nostra Essenza è la stessa con tutte le stesse proprietà.

Essere stati creati permette al Creatore/Dio di divenire consapevole di Se stesso quale Dio.

Ma per potersi sperimentare bisogna essere in un universo fisico.

Ed è così che noi, scintille divine, una volta all’interno dell’universo materiale, possiamo sperimentare ciò che conosciamo di noi stessi, ma prima per farlo dobbiamo conoscere l’opposto.

Come dire che non possiamo sapere ad esempio di essere meravigliosi se non abbiamo conosciuto l’orrore, o non possiamo dire di essere belli se non abbiamo incontrato il brutto…

Quindi noi possiamo ri-cordare Chi Siamo avendo esperienza di noi quali Non Siamo.

Ed è per questo che quando siamo entrati nell’universo fisico,abbiamo indotto noi stessi a dimenticare Chi Siamo in realtà: nell’universo fisico abbiamo abbandonato il ricordo di noi stessi.

Questo ci dà l’opportunità di scegliere chi Essere, invece di limitarsi a vivere come capita.

Quindi è la nostra scelta che ci permette di creare ciò che noi vogliamo essere.

E qualora Ciò che Siamo con ci piaccia, abbiamo sempre al possibilità di modificare la nostra creazione o di avviarne una nuova.

Quindi molti di noi sono antichi su questo pianeta e sono qui da molto moltissimo del nostro tempo, mentre altri hanno accettato di esserci più tardi.

Siamo nel pianeta ove possiamo sperimentare il nostro libero arbitrio, la nostra possibilità di scegliere di Essere.

Accettiamo di venire qui con la consapevolezza che non avremo memoria di Ciò che Siamo, affrontando una vita  di sperimentazione nella dualità. Ma siamo figli dell’Energia Creante Dio.

Lo siamo, lo siamo sempre stati e lo saremo sempre; una parte divina del Tutto divino.

Una piccola parte di un grande Insieme.

Quindi non siamo qui per apprendere ma per ricordare Chi Siamo e per riunirci con le varie parti del tutto e ricordando aiutare gli altri a ricordare.

Questo è l’unico scopo della nostra Anima.

Sempre in effetti una cosa così semplice e se sapessimo Chi Siamo, nessuno di noi avrebbe più paura.

Ma invece non lo sappiamo e ci consideriamo esseri scadenti  e per quando assurdo possa sembrare ci sentimmo così perché così ci è stato insegnato o per lo meno è questo il tipo di messaggio che abbiamo ricevuto da sempre dai nostri genitori, fin da piccoli, dalla società in cui abbiamo desiderato inserirci.

Tutto ciò ci ha insegnato che l’amore ed il rispetto sono sottoposti a delle condizioni e così anche noi portiamo questa esperienza nelle nostre relazioni e nei rapporti con il mondo.

E ovviamente anche nei rapporti con Dio….

Perché sì, certo, Dio è Amore, ma se infrangiamo i suoi comandamenti ci punirà condannandoci ad una dannazione eterna.

Non è forse questo ciò che ci è stato sempre trasmesso, per il nostro bene, da coloro che ci hanno messo al mondo, che ci hanno dato la vita e che ci hanno cresciuto?

Conosciamo solo la sofferenza di coloro che anelano all’Amore e costruiamo le nostre azioni per ottenere consenso e approvazione e amore e rispetto.

Come pensiamo di poter essere amati senza condizioni?

Da quando siamo qui non possiamo più ricordare l’esperienza dell’amore di Dio e proiettiamo il ruolo di “genitori” su Dio, immaginando un Dio che giudica, che premia e che punisce e che si aspetta da noi un certo tipo di atteggiamento.

Ma questo è solo un modo semplicistico di leggere l’Energia divina ed è basato su di un concetto errato.

Abbiamo creato un sistema di pensiero riguardo alla Divinità, basato solo sull’esperienza umana senza leggere nelle verità spirituali e quindi fondata sulla paura più che sull’amore; sulla necessità della sofferenza più che sulla naturalezza della gioia e della felicità.

Quindi c’è un Pensiero all’Origine che ha determinato tale visione e modificare tale pensiero equivale a distruggere la teologia, anche se sarebbe l’unica vera salvezza per noi.

Ma sono pochi coloro che accettano la visione di un Dio che non giudica, non punisce e che semplicemente ci ama e ci trova meravigliosi così come siamo, perché questo ci renderebbe liberi da limiti e costrizioni e ci rivelerebbe che anche noi siamo Colui che è.

Ma poi la libertà fa paura e così ogni nostra esperienza si collega a questa paura di non essere amati e vincoliamo noi stessi a ricevere un Amore soggetto a condizioni e a causa di questi errati convincimenti non riusciamo ancora a sperimentare un Amore Puro.

Perché non sappiamo più come si Ama, non ci conosciamo come degni di Amore e tutto le nostre azioni, ruotano intorno alla paura e all’amore.

Non solo quelle nelle relazioni affettive ma anche le scelte politiche, sociali, educative o le guerre e la pace.

Ogni scelta nasce o da un pensiero di Amore o da un pensiero di Paura.

Siamo nella dualità e ci sarà sempre Paura e Amore; non abbiamo nessuna possibilità di scegliere altro perché non c’è altro da scegliere, ma ci è data, nella nostra esistenza, la possibilità di decidere a quale delle due energie rivolgerci: una o l’altra.

Possiamo rivolgerci alla paura e continuare a sopravvivere o rivolgerci all’amore e sperimentare pienamente chi siamo in Realtà, e anche Chi possiamo Essere. Attirandoci ogni bene nella vita, faremo in modo che ce ne sia sempre di più, perché la nostra anima non può fermarsi e deve perseguire sempre qualcosa di più grande e meraviglioso.

Ed è per questo che diciamo che la vita non è un Processo di scoperta, ma un Processo di Creazione. Noi in ogni istante creiamo nuovamente noi stessi. E da qui ritorniamo a monte.

Non dobbiamo cercare Chi Siamo ma decidere Chi vogliamo Essere.

La domanda quindi da porsi è: quale aspetto del mio Essere scelgo di far emergere?gli eventi sono solo opportunità di decidere ed Essere, Quelli che Siamo.

Ogni anima è Maestro e crea le situazioni e le circostanze per il suo più rapido ricordare nell’Ora/Adesso.

Quindi non è possibile giudicare il Karma o destino di nessuno. Non vi è successo, non vi è fallimento nella valutazione di una anima.

Conviene evitare etichette e giudizi nell’intraprendere qualsiasi azione perché ogni circostanza è un dono ed un tesoro.

Abbiamo superato il concetto di “conoscenza” e non abbiamo, in questa vita, nulla da imparare ma dobbiamo soltanto dimostrare quanto già sappiamo e nel farlo e nel metterlo in opera, ci creiamo di nuovo per mezzo dell’esperienza.

Ed è per questo che la vita è benedetta. Benedite la vita.

Per chi non era presente all’incontro precedente ma anche per chi c’era, vogliamo rivisitare velocemente qualche punto che abbiamo trattato, anche per riprendere il filo del discorso esattamente dove lo avevamo interrotto.

Abbiamo analizzato come l’Uomo incarnato sulla Terra non sia, generalmente, consapevole della sua origine.

Ciò che è certo invece, è che si porta sulle spalle un peso indicibile determinato da errati dogmi religiosi, quale essere “un peccatore”, o vecchi schemi quali il convincimento di essere vittime in un destino fatale contro il quale non è possibile né lottare né vincere.

Quindi l’uomo comune nasce e cresce in un ambiente familiare e sociale e culturale che utilizza la colpa e la paura quali strumenti di controllo della libertà individuale e di pensiero ponendo molteplici “paletti” al libero arbitrio e non permettendo un proficuo sviluppo emotivo ed emozionale della personalità.

E così la colpa è diventata la piaga del mondo, un vero veleno.

Con la colpa è impossibile crescere perché la colpa ci impedisce di amare noi stessi e di conseguenza di amare veramente altre persone.

L’unico modo di superare un sentimento antico quale la colpa è acquisire consapevolezza di Sé, consapevolezza del Progetto in opera nel mondo in cui ci esprimiamo.

Abbiamo già detto che non siamo sulla Terra per imparare, ma siamo qui per ri- cordare Chi siamo. E per poter ricordare chi siamo, viviamo e sperimentiamo Chi non siamo, al fine di creare nuovamente noi stessi. Cosa significa questo?

Significa che l’unico motivo per cui siamo qui è scegliere ciò che vogliamo Essere. Qualcuno disse:”Essere o Non Essere………Questo è il problema.”

Ebbene potremmo definire questa l’Essenza della nostra vita. Chiariamo meglio. Precedentemente abbiamo definito l’esistenza di una immensa Energia Intelligente e Amorevole che possiamo chiamare Energia Creante.

L’Energia Creante (o per i credenti Dio) è Tutto Ciò Che Esiste da Sempre.

Tutto Ciò Che Esiste è potenzialmente all’interno di questo immensa Energia che Essendo Tutto Ciò Che Esiste, ha una consapevolezza concettuale di Sé, ma che necessita di sperimentarsi per sapere di Essere Ciò che è e per farlo crea lo spazio di Ciò che Non E’ o di Ciò che non Esiste.

Questo è quello che definiamo Dicotomia Divina, cioè una esperienza in cui due verità apparentemente in contrasto o contraddizione tra loro, possono esistere allo stesso tempo.

Quindi nella nostra vita, la più apparente delle contraddizioni è che Dio e noi siamo separati, ma che, allo stesso tempo, siamo Uno.

L’Energia Creante, per conoscere Se stessa, si sperimenta attraverso di noi e del creato tutto e lo fa attraverso il Bene e il Male, la Luce ed il Buio, l’alto ed il basso, perché per fare esperienza di Sé, essendo il Tutto, non può sperimentare una parte di Sé senza sperimentare il Tutto.

E così accade a noi.

Non possiamo negare una parte dell’esperienza a favore solo della sua metà, perché altrimenti negheremmo metà di noi stessi e negheremmo metà di Ciò che Colui che è Tutto.

Se neghiamo metà o parte dell’esperienza non abbiamo la possibilità di arrivare a sperimentare Ciò che Siamo realmente.

Per poter fare delle esperienze dobbiamo scegliere ciò che vogliamo fare.

Ne possiamo dedurre che sperimentiamo noi stessi attraverso le nostre scelte e che quindi ogni nostra scelta è una creazione ma anche una creazione che rappresenta noi stessi, come ciò che noi scegliamo di essere in quel momento.

Quindi noi scegliamo qualcosa in funzione di Ciò che Siamo in quel momento o meglio di Ciò che vogliamo Essere in quel momento.

E da qui entriamo in una nuova prospettiva per cui anche le nostre scelte sono determinate dalla nostra consapevolezza.

Come dire che la nostra Anima o il nostro Sé Superiore sa già tutto, conosce tutto e

ha comprensione di tutto, ma non lo può sperimentare fino a quando non è consapevole di sapere, consapevole di conoscere e consapevole di poter comprendere e avere tutto ciò che sa, conosce e vuole.

Ovviamente ora sorge naturale una domanda.

Come possiamo sapere di avere qualcosa fino a quando non ne facciamo esperienza?

Ecco se vogliamo prendere coscienza delle dinamiche che muovono il flusso energetico del nuovo mondo dobbiamo osservare le cose con un’altra ottica per cui non è che conosciamo qualcosa quando ne abbiamo fatto esperienza, ma è la conoscenza che precede e non segue l’esperienza.

Possiamo quindi dire che per sapere che si sa, si deve agire come se si sapesse già.

In pratica tendiamo a creare nella nostra vita la convinzione che quando avremo una data cosa (più amore, più soldi, più tempo etc.) potremo finalmente “fare” qualcosa di altro, andare in vacanza o avere un hobby, e che questo ci farà felici. Ma in realtà nel Creato “Avere” non produce “Essere”.

È esattamente il contrario.

Effettivamente se si vuole ottenere qualcosa, prima bisogna Essere quel qualcosa che attira ciò che si vuole.

Questo è l’atteggiamento che ci permette di attirare un processo di Creazione attraverso l’Essere ciò che vogliamo ottenere di avere.

Se voglio più denaro non posso chiedere al Creato “più denaro” perché ciò che muove questa richiesta è solo un senso di mancanza, e ciò che attiro è solo continuare a “volere” più denaro.

Ma se mi immedesimo in come sarò avendo più denaro, portando mentalmente il tutto a come se fosse già successo, quindi immaginando come sono avendo più denaro, avrò creato l’Essere una persona con molto denaro e mi attirerò questo.

Quindi il segreto è divenire consapevolmente co-creatore con l’Universo e non contro l’Universo.

Riducendo al minimo questo concetto, possiamo dire che nella vita non si deve “far” nulla ma “essere”.

Quindi decidendo in anticipo ciò che scelgo di “essere”, ne produco l’esperienza. Quindi ritorniamo al principio base da cui siamo partiti: “Essere o non Essere”. Questo è il problema.

Si tratta ora di prendere totale coscienza che la felicità è uno stato della mente e ogni stato mentale si manifesta in forma fisica.

Quindi per poter essere felici dobbiamo comportarci come se già lo fossimo.

Se vuoi Essere un certo tipo di persona, devi agire come se già lo fossi. Immaginarsi in un dato modo fino a quando ci si sente così.

Va da sé che fino a quando non abbiamo una convinzione profonda di poter essere in una data maniera, non otterremo risultati. Non possiamo mentire alla mente.

Se mentiamo e non siamo sinceri con noi stessi, la mente lo comprende e quindi non potrà collaborare alla creazione di ciò che vogliamo.

Solo attraverso la formulazione ricorrente di un pensiero possiamo ottenere una convinzione profonda che ci consenta di superare i pre-concetti della mente.

Quindi la regola alla base di questa dinamica è la sincerità, e per poter essere sinceri è necessario formulare un nuovo pensiero con un cuore onesto che crei una nuova azione del corpo.

Una delle motivazioni per cui molti non ottengono benefici nella loro vita è perché li reputano come dei guadagni personali.

Cioè hanno paura di muovere un pensiero perché alla fine crea una azione che può portare un vantaggio.

Questo limita la nostra convinzione mentale sulle reali motivazioni che ci spingono a chiedere di ottenere qualcosa per noi stessi.

Quindi ci è più facile ottenere qualcosa per noi se iniziamo dandola a qualcun altro.

Se vogliamo maggior amore o denaro nella nostra vita, incominciamo dandolo ad un altro sinceramente e senza aspettarci nulla.

Questo innescherà un circuito fluido dove ciò che si è dato ritorna a noi perché ci è possibile dare solo ciò che siamo convinti di avere o almeno di poter ottenere.

Questo modifica anche le convinzioni della nostra mente che comprende che devi avere ciò che dai, altrimenti non potresti darlo, ed è così che nasce un Nuovo Pensiero e che avviene una nuova esperienza.

Cioè si inizia ad “Essere” ciò che si è pensato e ciò che si è e si crea. È la via per attivare il proprio Sé Divino.

È l’espansione della legge di Causa ed Effetto, ove sempre raccogli ciò che hai seminato.

Viene spontaneo chiedersi allora perché viviamo situazioni di dolore, sofferenza, mancanza e separazione.

Diviene difficile credere che vogliamo arrecarci dei danni.

Effettivamente lo facciamo, ma da un livello esoterico che non è quello che chiamiamo cosciente.

Eppure attiriamo tutti queste situazioni ad un livello inconscio perché queste esperienze sono perfette per l’Anima o Sé Superiore, che ricerca ciò che può portarci ad Essere Ciò che Siamo realmente.

E Chi siamo realmente?

Chiunque scegliamo di Essere in quel momento.

Noi ci sperimentiamo con qualunque aspetto della divinità che decidiamo di incarnare e quello è Ciò che Siamo in quel momento.

Ovviamente possiamo cambiare la nostra realtà in qualsiasi momento, cambiando l’idea su Ciò che Siamo e su Ciò che scegliamo di Essere.

Ed è proprio questa la nostra libertà o di più, la libertà donataci dall’Energia Creante attraverso il libero arbitrio.

L’Energia Dio, non interferisce mai nelle nostre scelte, in quanto conosce sempre

quali  esse sono e qualunque scelta noi facciamo, è quella giusta per noi in quanto nulla può sfuggire al concetto di perfezione divina.

Ogni evento, circostanza, persona che compone la nostra vita, è creato in perfezione da noi in quanto noi e l’Energia Creante non siamo separati, ma collaboriamo, uno attraverso l’altro, nel processo creativo a livello consapevole o non consapevole. Ora vi sono persone che sono riuscite a sperimentarsi così tanto, da aver scelto di modificare la propria visione di Sé al punto di voler scegliere di Essere qualcosa di diverso da ciò che hanno sperimentato fin ora, e si sono assunte la responsabilità delle proprie scelte, e le fanno con consapevolezza a volte, o con accettazione e voglia di cambiamento, in altre circostanze.

Queste persone si sono staccate dalla massa e si diversificano proprio per questo impegno nella ricerca della propria integrità.

Così in questo momento, si sono create due insiemi, sul pianeta.

Il gruppo di coloro che continuano ad avere una visione limitata della propria vita e del loro scopo, e la schiera di coloro che, attraverso una osservazione più ampia degli eventi, hanno accettato un ampliamento della visione.

La verità è spesso scomoda, ma può essere confortante per coloro che sono disposti ad osservarla.

È evidente che anche tra coloro che hanno scelto di sapere e di comprendere, vi è una diversificazione determinata dai vari livelli di consapevolezza che permettono l’aggancio con varie energie di altrettante diverse frequenze.

Il concetto base è che se ci consentiamo di osservare da una diversa prospettiva, abbiamo l’opportunità di avere un pensiero diverso che crea una diversa realtà. La capacità di controllo dei propri pensieri è tutto ciò che occorre per creare esperienze “controllate”, o se volete, per rendere meglio l’idea, pilotare il pensiero in una certa direzione permette la creazione di un “certo”tipo di esperienza.

La capacità di dirigere i nostri pensieri e di controllarli e pilotarli verso la positività, è quello che viene definita la “preghiera costante”.

Questa forma di controllo del pensiero, è la più alta forma di preghiera, diretta solo verso ciò che è buono, bello e giusto, senza soffermarsi su ciò che può essere negativo anche se esiste.

È come leggere in tutto la massima perfezione e dirigersi soltanto verso questa realizzazione, senza negare l’esistenza del negativo, ma senza neppure dargli forza e forma.

Chi scegliamo di Essere, dipende da quali pensieri decidiamo di manifestare.

Quindi se ci troviamo dinanzi a qualcosa che non approviamo, è importante osservare senza interpretare e senza giudicare.

Solo così non rafforziamo una visione potenzialmente negativa, ma la trasformiamo. Invece di temere le tenebre, trasformiamole portando luce nelle tenebre.

È quello che ci è chiesto.

Essere un faro per portare luce ove è tenebra ed illuminare la strada per i fratelli, perché è nell’unità che si può sviluppare la forza interiore.

Purtroppo nella separazione la forza si frammenta e le persone si percepiscono deboli e questo le spinge alla ricerca del potere.

Ma il vero potere nasce dall’abolizione dell’illusione di essere separati.

L’individualismo è la causa di tutti i nostri problemi.

Percepirci separati tra noi e dal cosmo è ciò che ha permesso le guerre, le lotte di classe e i conflitti interiori e i conflitti nelle relazioni.

Non esiste alcuna separazione tra noi, tra noi ed il cosmo e tra noi e tutti gli altri esseri viventi.

Se agiamo con la consapevolezza di essere uniti con tutta la creazione, possiamo risolvere tutti i problemi di questo pianeta e i nostri.

Su questo pianeta sembra che ognuno di noi vada per una strada diversa e persegua diversi obbiettivi, ma di fatto abbiamo tutti gli stessi desideri e vogliamo tutti le stesse cose.

Tutti vogliamo l’Amore, la serenità, la salute, un buon lavoro e una bella famiglia. Questo non è un caso, ma è così che è la vita: proprio perché siamo tutti Uno, desideriamo tutti le stesse cose.

Ma purtroppo, nonostante abbiamo tutti gli stessi desideri, abbiamo anche concezioni diverse di come realizzarli e per questo ci dirigiamo verso esperienze diverse pur ricercando le stesse cose.

E sono le nostre personali idee su come ottenere ciò che cerchiamo che determinano risultati diversi.

Quindi ognuno di noi crea una manifestazione di un suo pensiero che viene definito spesso come Pensiero Promotore.

Un Pensiero Promotore ricorrente in molti di noi, è quello della “insufficienza”. E’ la convinzione che nella nostra vita non ci sia mai abbastanza.

Non ci sia abbastanza amore, non ci sia abbastanza denaro, non ci sia abbastanza benessere, non ci sia abbastanza tempo, non ci sia abbastanza libertà.

Questo Pensiero Promotore spinge ognuno di noi a cercare, in tutti i modi, di ottenere ciò che secondo noi manca nella nostra vita.

Non ci rendiamo conto che questo “senso di mancanza” e di “insufficienza” non è reale, ma solo una illusione, e che basterebbe rendersi consapevoli che il Creato è un pozzo senza fondo in grado di soddisfare ogni nostra ed altrui esigenza per annullare questa convinzione e promuovere un pensiero positivo che produrrebbe effetti migliori.

Così che la nostra vita è un riflesso di ciò che desideriamo e di ciò che siamo convinti di poter ottenere.

Se pensiamo di non poter aver qualcosa è come non desiderarla e pertanto non la avremo.

Questo vuol dire porre un limite determinato dalla limitatezza della nostra visione di noi stessi e dalla convinzione di non essere tutto e non poter ottenere tutto.

È questa una Legge del Creato.

Per ottenere tutto ciò che desideriamo ci vuole un alto livello di consapevolezza di se stessi e delle proprie potenzialità.

È questa ciò che definiamo “Cieca Fede”.

È un livello di convinzione elevatissimo che non può essere creato: non ci si può arrivare.

Si può solo “Esserci”.

Quindi non basta cercare di credere di poter essere nel Tutto, ma la storia dimostra che vivere una esperienza di unione totale è possibile, cioè vivere la conoscenza dall’interno.

Vi sono già persone sul pianeta in grado di materializzare e smaterializzare oggetti o di abbandonare i propri corpi o compiere ciò che noi definiamo “miracoli”.

Ma costoro sono solo l’esempio e la dimostrazione vivente che la consapevolezza di Ciò che Siamo può determinare la ri-unificazione a tutto.

Così ancora una volta torniamo all’Essenza del processo vitale: tutto dipende da ciò che pensiamo di Essere e da cosa scegliamo di fare.

Se vogliamo vivere in buona salute, mangiar veleni non è opportuno.

Se il nostro obbiettivo è vivere in pace, utilizzare la violenza non è opportuno. Se vogliamo vivere sulla Terra, inquinarla non è opportuno.

Quindi gli obbiettivi che ci diamo determinano ciò che otteniamo.

Sono solo le nostre azioni che rivelano le nostre intenzioni, quindi non è possibile volere raggiungere un obbiettivo e compiere azioni che ne negano la riuscita, ma la maggior parte degli uomini vivono nella negazione, purtroppo.

Evoluzione è essere sinceri, e non mentire a se stessi è dire una cosa e farla, e non dire una cosa e farne un’altra.

Ciò che non viene affrontato e osservato, permane.

Quindi ora c’è la possibilità, alla luce di queste informazioni, di modificare le nostre scelte e sperimentare una diversa concezione della nostra vita qui.

La vita è un processo di continua Creazione: l’Energia Creante è la più pura energia che è la vita, quindi l’Energia detta Dio è il Processo attraverso il quale tutto è creato e fa esperienza di se stesso.

Il Processo di creazione è infinito, quindi il tutto cambia sempre, e il tutto è una energia in continuo movimento, e il movimento è E-Mozione, e noi siamo la più alta Emozione di Dio.

Quindi Dio è l’evento detto Vita.

E la vita è un Processo osservabile, che più è osservato, più è conoscibile, e la vita più viene conosciuta, più è prevedibile.

Per cui più ci facciamo osservatori, più posiamo scoprire Chi Siamo.

Una differenza tra noi e gli Esseri più evoluti è determinata dal fatto che loro osservano di più.

Osservando ciò che non funziona possiamo evitare di sperimentare nuovamente i contrasti.

Con questo vogliamo dire che abbiamo già fatto esperienza in varie situazioni dei contrasti, in quanto l’Universo tutto è fatto di contrasti quali alto/basso, sopra/sotto, caldo/freddo.

Siamo noi con le nostre valutazioni a decidere  il senso nella nostra vita dei contrasti (ad es. 24 gradi d’inverno lo giudichiamo caldo, ma 24 gradi d’estate lo diciamo freddo).

Ma non è necessario che una condizione esista proprio ove noi siamo per poter sperimentare ciò che scegliamo.

Se so già, a livello sperimentale, cos’è il male, perché l’ho già vissuto in altre esistenze, non sono obbligato a sperimentarlo ancora, sebbene comunque esista. Siccome siamo tutto Ciò Che Esiste, Siamo Tutto e abbiamo già sperimentato tutto, ci basta soltanto ricordare che una cosa esiste per scegliere di non sperimentarla più. Quindi siamo noi la causa della nostra esperienza.

Ci siamo separati dall’Energia Collettiva che è Tutto e attraverso il ricordare torniamo nel collettivo e nel ricordare sperimentiamo nuovamente la consapevolezza di Ciò che Siamo.

È un ciclo, continuo e mobile.

Quindi osservare la negatività nella realtà di altri, ci permette di apprezzare la positività, senza dover sperimentare di nuovo la negatività.

In pratica, noi possiamo ricordare Chi Siamo, attraverso Ciò che Non Siamo, ma ci può bastare osservare Ciò che non Siamo, ma ci può bastare osservare ciò Che non siamo anche da altri campi contestuali, senza necessità di avere il contrasto, in quanto osservare ci permette di ricordare ciò che abbiamo già sperimentato.

Questo vuol dire di poter modificare la propria realtà eliminando dal nostro mondo tutto ciò che non Siamo.

Concludendo vi sono vari livelli di consapevolezza anche nei mondi evoluti e di conseguenza vi sono anche vari stati dell’Essere, ma rimangono pochi concetti fondamentali.

1 – siamo tutti Uno, quindi qualsiasi cosa facciamo all’altro è fatta a noi.

2 – C’è abbastanza per tutti, anzi c’è abbondanza, e quindi possiamo condividere tutto.

3 – Non vi è nulla che dobbiamo fare, quindi risolveremo i nostri problemi sperimentando uno stato dell’Essere capace di annullare le condizioni che li hanno prodotti.

E così nell’attuale fase della nostra evoluzione, dobbiamo ricordare in continuazione che “ non c’è nulla da avere, nulla da fare e nulla che devo Essere, se non Ciò che Sono Ora.”

Quindi sceglieremo di “fare” perché siamo felici, e non “faremo” per diventare felici. Quindi “Siamo” e non cerchiamo di “Essere”.

Tutto ciò che è favorevole alla vita è ciò che ci permette di Essere. Tutto ciò che ci impedisce di “Essere” è contrario alla vita.

Smettiamola di percepirci separati dall’Energia Creante e non saremo mai soli.

03/10/09