LE FALSITA’ DEL CODICE DA VINCI (2006)

Quando apriamo il libro “ Il Codice da Vinci”, nella prima pagina troviamo la nota relativa al fatto che questo libro è un opera di fantasia… personaggi e luoghi sono inventati… qualsiasi analogia  con fatti, luoghi o persone, vive o defunte, è assolutamente  casuale…

Seguono i ringraziamenti  dell’autore ed il testo del romanzo ha inizio.

Nella pagina antecedente il prologo, viene specificato che “il Priorato di Sion… è una setta realmente esistita… tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà.

Come un romanzo può essere percepito come un libro di storia?

Ecco, già dalle prime pagine, siamo all’interno della controversia anche se l’autore lascia intendere che i fatti storici riportati nel romanzo sino attendibili e a questo fine utilizza due personaggi, Robert Langdon e Leigh Teabing.

Il primo è un professore di simbologia religiosa ad Harvard ed autore di un libro sull’argomento.

Il secondo è uno studioso di storia delle religioni e stimato scrittore.

Queste credenziali sono utilizzate da Brown per conferire credibilità alle sue affermazioni.

In più punti, i personaggi forniscono bibliografia, si rifanno ad innumerevoli testi ed affermano che taluni argomenti sono accuratamente documentati.

A parte gli errori, lo scrittore ha creato una storia avvincente, ideato un viaggio intrigante e, cosa forse più importante, fornito argomenti per un approfondito dibattito.

Sono numerosi i contenuti esoterici all’interno del Codice da Vinci.

Contenuto esoterico centrale

È proprio il successo del libro che dimostra come questo sia andato a toccare un punto nevralgico, tirando in ballo la posizione della donna nella cristianità, la sacralità della figura femminile e l’aspetto anche femminile di Dio.

Bisogna considerare che la Bibbia e la storia cristiana degli ultimi secoli, sono state studiate con l’ottica maschile, ma in questi ultimi due o tre decenni, man mano che un maggior numero di donne acquisiva posizioni di prestigio e venivano scoperti nuovi documenti, si è assistito ad una notevole rivalutazione del ruolo della donna nel cristianesimo d’origine.

Questo processo è ancora in atto e sebbene numerosi studiosi cristiani e certo clero  si sono indignati per la credulità dei lettori, c’è da chiedersi perché il pubblico non avrebbe dovuto accettare una visione diversa dalla tradizionale prospettiva cristiana e non dovesse mettere in discussione idee anche consolidate da tempo circa la storia tra il cristianesimo e le donne.

La Chiesa e certi tradizionalisti hanno voluto far intendere che tutta la storia è falsa, ma in realtà sono molti i ricercatori che si danno da fare per scoprire il più possibile sul cristianesimo d’origine.

Contenuti esoterici

Pertanto è vero che Dan Brown ha seminato alcuni errori nella trama del suo romanzo, forse volutamente, ma è altrettanto vero che ha fornito un’affascinante e nuova possibile interpretazione storica, trattando argomenti quali la possibilità che Gesù fosse sposato, che Maria Maddalena fosse il suo più importante discepolo nonché la  sua connessione con il Santo Graal, una eventuale discendenza, il ruolo della donna quale Dea, aspetto femminile ed integrante del Dio maschile, rituali segreti e Priorato di Sion e la moderna organizzazione dell’Opus Dei e tutta una serie di simboli sacri più o meno conosciuti.

Nell’approfondire certi punti dobbiamo comunque sempre tenere presente che l’attuale Cristianesimo e l’organizzazione gerarchica della Chiesa Cattolica Romana, sono molto diversi dalla prima Chiesa Cristiana.

– Gesù era sposato?

– Gesù e Maddalena ebbero figli?

– Possibilità che Maria Maddalena fosse il suo discepolo più importante

– Ruolo della donna quale “Dea”

– Alla ricerca del Santo Graal

– I simboli

– La “Linea della Rosa”

– Leonardo, il priorato di Sion e l’Opus Dei.

Gesù era sposato?

La prima domanda ovvia per far chiarezza è: vi sono prove storiche del matrimonio di Gesù?

Brown fa affermare a Teabing che il matrimonio tra Gesù e Maddalena è da considerarsi storicamente provato poiché, viste le tradizioni giudaiche dell’epoca,

Gesù quale Rabbino (ma forse non lo era) non poteva essere scapolo perché il celibato era condannato dall’ebraismo dell’epoca.

In realtà non esiste alcun documento storico che provi lo stato maritale di Gesù!

Il Nuovo Testamento, che è la fonte che ci offre più informazioni su Gesù, non sempre è storicamente corretto e parecchie contraddizioni e incongruenze sono rintracciabili anche nei quattro vangeli canonici che spesso narrano versioni diverse tra loro.

Sappiamo che Pietro era sposato, sia perché Gesù guarisce sua suocera sia perché recenti ritrovamenti confermano la presenza di sua moglie con lui a Roma.

Inoltre Paolo nella prima lettera ai Corinzi, accenna al diritto da parte dei discepoli ad essere accompagnati da una moglie pia, come facevano gli Apostoli o i fratelli di Gesù e di Pietro.

Pertanto sappiamo che alcuni Apostoli e discepoli di Gesù erano sposati, anche se i Vangeli non entrano nel merito.

Il documento cui si fa in genere riferimento come prova del fatto che Gesù fosse sposato è un testo apocrifo, il Vangelo di Filippo, che contiene due punti riguardanti la condizione di Gesù. In un punto (32) si dice che ” Erano tre (Maria), che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella, e la Maddalena, che è detta sua consorte.”.

Quindi questo termine “consorte” avrebbe il senso di “moglie”, ma il termine greco usato, “Kainonos”, non sempre significa “coniuge”, ma indica sia una relazione matrimoniale, sia spirituale o anche solo un legame, come può essere quello d’affari. In un altro punto dello stesso vangelo (Filippo 55) Filippo dice: “La consorte di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla bocca. Gli altri discepoli allora dissero: “Perché ami lei più di tutti noi? “Il Salvatore rispose e disse loro: “Perché, non amo voi tutti come lei?”

Quindi queste parole ci dicono che Lui l’aveva sposata e l’amava come un uomo ama una donna, e che gli trasmetteva conoscenza spirituale, quindi certamente possiamo affermare che Maddalena  fosse la compagna spirituale di Gesù e probabilmente anche la sua compagna ufficiale.

Gesù e la Maddalena ebbero figli?

Si vuol far credere che dato che Gesù muore crocifisso, perché pare si fosse proclamato Re degli Ebrei, o che altri lo avessero proclamato tale, allora i suoi eredi, specie se maschi, sarebbero stati in pericolo.

Comunque vi sono documenti (Eusebio Storia Ecclesiastica III,19) che dichiarano che Domiziano rintracciò e portò nel 96 d.C. al cospetto delle autorità i discendenti di Gesù.

Furono trovati solo due nipoti ed un fratello di Gesù, che peraltro coltivavano la terra.

La mia opinione è che Gesù non sposò Maddalena con un rito riconosciuto dai Rabbini del Tempio, ma con un rito Esseno, e che ella fosse la sua compagna di vita oltre che la sua compagna spirituale, e che non ebbero figli, perché Gesù rispettava la regola Essena del Triennio di Sacerdozio. Per altro ancora oggi non esiste la possibilità di ricoprire un ruolo di leadership spirituale o politica, quale ad esempio essere un Rabbino o il Messia, senza essere sposati, perché nella tradizione ebraica il celibato è segno d’incompletezza.

Chi era Myriam di Magdala?

Brown fa esprimere a Langdon e Teabing parecchie osservazioni sul conto di Myriam di Magdala.

Ne parlano come la moglie di Gesù, la madre di sua figlia, la persona alla quale Gesù domanda di fondare la Sua Chiesa, ma affermano anche che fosse il Santo Graal e che rappresentasse il “femminino sacro”.

Certamente Gesù intesse un rapporto con le donne diverso da quello dell’epoca, legato alle norme sulla purezza, sulle donne che non potevano mangiare con gli uomini, che non potevano partecipare a discussione pubbliche e non potevano uscire di casa, se non per prendere l’acqua o per lavorare nei campi, e solo a capo coperto. È altrettanto vero che nessuno aveva nulla da obbiettare al fatto che mangiasse con delle donne e che insegnasse loro, eppure queste donne appartenevano alla società ebraica e alcune di loro addirittura lo sostenevano materialmente.

Ovunque Gesù andasse, alcune donne erano con lui, e fatto non trascurabile, quasi tutti i vangeli canonici concordano nel dire che una volta risorto Gesù apparve per primo alle discepole.

In due ricostruzioni appare a Maria di Magdala (Marco16,9 e Giov. 20,14-19) e in un’altra (Matteo 28,9) anche a Maria di Cleofa.

Il fatto che solo Luca indichi Pietro come primo testimone della Resurrezione di Cristo, è interpretabile come una traccia del conflitto  tra i seguaci di Pietro e quelli di Myriam di Magdala, che pure ebbe una funzione carismatica.

Basti pensare che fino alla divisione della Chiesa d’Oriente da quella d’Occidente, l’unico altro culto diffuso come quello di Gesù, era quello di Maria Maddalena.

Il Vangelo Apocrifo di Tommaso riflette questa battaglia: in Tommaso (121) Simon Pietro dice: ”Maria sia allontanata di mezzo a noi perché le donne non son degne della vita.”

Anche nel testo gnostico ”Pistis Sophia”, Maria Maddalena viene aggredita da Simon Pietro, che mal sopporta i suoi interventi, e viene invece più volte lodata da Gesù per il suo spirito luminoso e la sua mente sempre pronta e desta.

Nel “Vangelo di Maria”, la Maddalena appare come l’unica che ha compreso l’insegnamento del Maestro, e ancora viene aggredita da Pietro che si chiede perché mai a lei sia stato dato qualcosa che agli Apostoli e ai discepoli non è stato dato.

Da dove spunti l’idea che Maddalena fosse una prostituta non è chiaro, ma questa versione fu ufficializzata alla fine del IV sec. da Papa Gregorio Magno. La Maddalena viene però sovrapposta anche a differenti personaggi, sino al 1969, quando la Chiesa Cattolica riconsiderò la questione, stabilendo in un documento ufficiale che non esistono prove che Maddalena fosse una prostituita o che si debba assimilarla ad altri personaggi nel Nuovo Testamento.

Purtroppo però nell’immaginario collettivo questa idea errata che la Maddalena sia la prostituta è tuttora largamente diffusa.

Maddalena come il discepolo più importante

Nessun testo pone Maria Maddalena come antagonista ai 12 e i discepoli non appoggiano Pietro contro di lei. Più che una disputa dottrinale, questa storia sembra indicare il criterio di attribuzione dell’autorità all’interno del primo movimento cristiano.

Ma sia il N.T. che gli apocrifi concordano nel presentare Maddalena come una leader e una delle donne più importanti della comunità, identificata come superiore agli altri discepoli e come colei che ha interamente compreso gli insegnamenti di Gesù; ma questo non significa che Gesù le abbia chiesto di fondare la sua chiesa, ammesso che Gesù volesse fondare una Chiesa.

Certamente lei fu la prima a ricevere un incarico direttamente da Gesù risorto: portare la notizia della sua resurrezione agli apostoli.

Lei è vista come una donna con una grande capacità di comprendere il messaggio di Gesù, e non come una donna che vuol comandare o come capo della gerarchia.

È possibile invece che sia stata la corrente cristiana facente capo a Pietro e a Paolo a voler formare una chiesa gerarchica, stabilire un dogma e prescrivere una ortodossia spirituale che si imponesse sulle precedenti forme di cristianesimo, secondo il modello ebraico.

Ma questo non è certo l’approccio di Maddalena che ha una visione più operativa del messaggio di Gesù, che non si fonda su alcun modello precedente, ma esclusivamente si basa sulle parole e sulla sua esperienza con il Maestro.

Ruolo della donna quale “Dea”

Robert Langdon nel romanzo è un esperto sulle divinità femminili e dice che le donne godevano di pari dignità ed autorità spirituale fino a quando non vennero diffamate dal cristianesimo.

In realtà la storia è più complessa e l’attacco alla “Dea” era cominciato molto prima.

Troviamo l’immagine della Dea come Grande Madre già nel Paleolitico, nel Neolitico e nella grande civiltà dell’Età del Bronzo (all’incirca 3.000-1.500 a.C.).

In questa epoca la Grande Madre era vista come l’utero della vita, la vita dell’Uno era la vita del Tutto; Luna, Sole, stelle, piante, alberi, animali ed esseri umani erano tutti suoi figli, ed essa riuniva in sé le tre dimensioni cielo, terra e inferi.

Fin quasi al 2.000 a.C. la Grande Madre è immagine di un fascino travolgente, è la sorgente della vita, una vita che si manifesta come vita di ciascuno e del tutto.

La sessualità ne è l’espressione primaria: un impulso sacro, estatico e creativo della vita stessa che si rinnova.

L’immagine della Grande Madre e della Dea sono il fondamento della successiva idea di anima come matrice (Anima-mundi) per cui “tutto ciò che vive è sacro” e l’esperienza umana era collegata alla partecipazione alla vita divina.

Circa 2.000 anni a.C. avviene un cambiamento devastante. Il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale sono gettati in subbuglio dalle invasioni di popolazioni recanti divinità maschili, derivanti dai Celti antichi, e separatesi da loro per divergenze di interpretazione delle leggi duali dell’universo.

Queste popolazioni portavano in sé la convinzione che tutto ciò che era femminile era passivo e tutto ciò che era maschile era attivo e positivo.

Le concezioni patriarcali guadagnavano terreno e tutto quanto ha a che vedere col valore femminile venne represso e deprezzato.

Il ruolo delle donne come portatrici di vita venne svalutato in confronto al ruolo maschile, di conquistatore e di ordinamento e controllo della vita; le donne divengono parte di ciò che è controllato dagli uomini.

Con il mito di Adamo ed Eva, anche se non esplicitamente scritto nella Genesi, alcuni credettero che l’atto sessuale fosse il peccato che aveva causato tutte le sofferenze e quindi si rafforzò la convinzione che la sessualità fosse la causa della morte quale perdita dell’immortalità e che la donna dovesse essere dominata dall’uomo a causa della sua sessualità che aveva causato tutte le sofferenze del mondo.

Pertanto il mito di Adamo ed Eva venne usato dai primi cristiani, di cultura pagana, per colpevolizzare le donne, nonostante questa interpretazione fosse in contrasto con le tradizioni ebraiche e con gl’insegnamenti della Cabalà.

Ma la divinità femminile non scomparve del tutto dalla tradizione cristiana, e Maria Madre di Gesù e Maria Maddalena sono state spesso associate ad antiche divinità e definite “nuova Eva”.

Maria Madre perché ottemperando ai voleri divini cancellava la disobbedienza, Maria Maddalena quale peccatrice che si è pentita e convertita.

Quindi la Chiesa non si limitò a diffamare e a cancellare la divinità femminile, come Dan Brown fa affermare a Langdon, ma ne usurpò e modificò il culto.

Maria Madre viene venerata per la sua purezza e obbedienza, e per la sua verginità (quindi il sesso è presentato come impuro). Così la Grande Madre si sposta dietro le quinte ed il Dio Grande Padre avanza al centro della scena, rimpiazzando la Grande Dea Madre della cultura ebraica anche nella funzione di creatrice di Vita.

Il mito della Dea, che celebrava la sessualità come manifestazione del miracolo della vita e rigenerazione, viene sostituito da quello della Vergine Maria, la cui funzione è la celebrazione della vittoria dello Spirito sulla Carne.

Ruolo della donna quale “dea”

Longdon parla dello “hieros gamos”, termine greco che sta per “matrimonio sacro” e che celebrava il potere riproduttivo della donna, testimoniando che anticamente il rapporto sessuale era vissuto come lo spazio ove l’uomo e la donna avevano esperienza di Dio.

Lo “hieros gamos” era celebrato all’incoronazione del re e ripetuto annualmente, e poteva aver luogo in privato o nel Tempio, ma non era certo un evento collettivo. Coinvolgeva solo il sacerdote – re – dio e la sacerdotessa – regina – dea.

Senza il potere della donna, il sovrano prescelto non avrebbe potuto  regnare e non avrebbe avuto nessuna autorità.

Questo era il significato delle “nozze sacre”, un concetto familiare anche ai pagani dei tempi di Gesù, grazie a miti  come quello di Iside ed Osiride o di Adone e Venere. Il concetto di unione sacra rappresentava il rapporto di simbiosi tra maschile e femminile.

L’armonia tra la ragione (logos) e la saggezza (sophia) che rappresenta il divino come unione tra gli opposti.

Il nuovo mito (errato) dell’androginia adamitica è basato sull’idea che una volta risorti, avremo perso la nostra sessualità, essendo tornati eguali ad Ad-ham, prima della sua divisione in maschio e femmina. Questo mito è in piena contraddizione con le testimonianze degli apostoli rispetto al Gesù risorto. Gesù resta un uomo, con il suo aspetto maschile, e per altro non ci sono motivi teologici o logici che portino a pensare che Dio possa fare un passo indietro nella storia, riproponendo situazioni che appartengono al passato. Per contro questo mito è stato utilizzato contro il femminino, quasi come se l’androginia fosse una caratteristica maschile.

L’unzione di Gesù da parte della Maddalena è quindi un rito che risale ai tempi della fertilità.

Gesù stesso lo riconobbe e lo approvo nel contesto del suo ruolo di “sovrano destinato al sacrificio”, cioè Messia, che vuol dire l’Unto.

Inoltre nei Vangeli sinottici (Mt 26,6-13  Mc 14,3-9  Lc 7,36-48) viene fatto cenno ad un rito di unzione che ricorda le tipiche nozze essene. Però la spiegazione data è ambigua o ambivalente: “Lei ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura” (Mc 14,8).

Ma resta significativo quello che dice Gesù in risposta alle critiche “maschiliste” di alcuni discepoli: “Dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato in ricordo di Lei” (Mt 26,13).

La più importante allusione nella storia di Gesù alle nozze mistiche è il rituale dell’Eucaristia, che si fonda su antichi riti ierogamici dei misteri pagani.

Nell’atto cerimoniale consistente nel mangiare il pane e bere il vino, il dio uomo e la dea, il maschile e il femminile, vale a dire la coscienza e l’anima, entrano in comunione nel matrimonio mistico.

Inoltre Gesù, alle nozze di Cana, trasforma l’acqua in vino.

L’acqua che diventa vino è un simbolo arcaico dell’ebbrezza estatica provocata da una trasformazione spirituale.

Alla ricerca del Graal

Il termine Graal designa in francese antico una coppa o piatto, e probabilmente deriva dal latino medievale “gradalis”, con il significato di piatto, o dal greco “kρateρ”, cioè vaso.

In particolare, secondo la tradizione medievale, il Graal è la coppa contenente il sangue di Gesù, utilizzata nell’Ultima Cena. Proprio per aver raccolto il sangue di Gesù, tale oggetto sarebbe dotato di poteri mistici e magici.

La leggenda del Sacro Graal nascerebbe come una saga celtica, attorno ad un re viaggiatore che si ritrova in un mondo parallelo al nostro. Da questa nasce una versione orale gotica, derivata da questi racconti folcloristici, e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo.

Gli antichi racconti sul Graal sarebbero stati imperniati sulla figura di Percival, ove l’eroe della storia incontra un re pescatore, zoppo, la cui ferita alla gamba rende sterile la terra; attraverso il potere del Graal si dovrebbe sciogliere l’incantesimo del re infermo, ma l’operazione fallisce.

La storia di Percival e del Re Pescatore viene più tardi incorporata nel ciclo arturiano, con un episodio di Percival che giunge a Camelot per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda. Appare sotto forma letteraria nel XII sec.

Vari cavalieri intrapresero la ricerca del Graal in racconti annessi al ciclo arturiano.

Una delle teorie recenti, che ha fatto scalpore, è quella avanzata da Baigent, Leigh e Lincoln, nel loro “The Holy Blood and the Holy Grail (Il mistero del Graal, 1982). Gli scrittori hanno avanzato l’ipotesi che in realtà il Graal non sia un oggetto, ma la linea di sangue della stirpe dei discendenti di Gesù.

Partendo dalla similitudine etimologica di San Graal e di sang real, Sacro Graal e sangue reale, asseriscono che Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena e con lei avrebbe avuto dei figli, i cui discendenti sarebbero la dinastia dei Merovingi.

Questa tesi è stata posta in opera dallo scrittore Dan Brown alla base del suo romanzo, dove lui fa affermare ai suoi personaggi che uno dei beni segreti del Priorato è proprio il Corpo di Maria Maddalena, e che le sue spoglie sono state preservate miracolosamente per duemila anni.

Inoltre dice che Maddalena stessa è il Graal, in quanto è stata la coppa da cui è nata la discendenza di Gesù, consistente in una figlia di nome Sarah, ma ovviamente non vi sono prove storiche e concrete di questo.

Uscendo dal mondo delle leggende, recentemente il Graal è stato proposto come sangue del corpo mistico di Cristo. Citando Giorgio Bongiovanni: “QUESTO SANGUE, MISTERIOSAMENTE, NEL TEMPO SI MANIFESTA NEI CORPI DEGLI STIGMATIZZATI. IL SANTO GRAAL È IL SANGUE DI CRISTO CHE SI MANIFESTA VISIBILMENTE DENTRO UNA COPPA DI CARNE E SPIRITO DINANZI AGLI OCCHI DELL’UMANITÀ IN TEMPI DI GRANDI CAMBIAMENTI O DI SITUAZIONI DRAMMATICHE.

QUANDO IL CRISTO LO DESIDERA COMPIE IL MIRACOLO DELLE STIGMATE E SI MANIFESTA TRAMITE UN SUO UMILE STRUMENTO.  SAN PAOLO,  SAN  FRANCESCO  D’  ASSISI,  PADRE  PIO  DA  PIETRALCINA, MARTA ROBIN, TERESA NEWMANN, ANNA KATHERINA EMMERICH, LO SCRIVENTE ED ALTRI NE SONO UN ESEMPIO STORICO. Questo è il santo graal. Il calice della comunione cristica.”

Questa interpretazione è in linea con la ricerca del Graal come linfa divina (sangue) vitale che scorre in noi. Nella tradizione ebraica il sangue è il depositario del legame tra l’uomo e Dio, contenendo tutte le informazioni della vita. Ma se il sangue è quello di Gesù, il risorto, allora il corpo a cui si deve fare riferimento è quello mistico del Cristo. Allora il Graal diviene il calice della comunione mistica, visibile negli stigmatizzati, ma presente in ogni persona che si trovi in grazia di Dio.

I simboli

Dan Brown  ha utilizzato simboli in ogni parte del suo romanzo, specialmente in relazione alla dea e al femminino sacro.

I triangoli – I triangoli ripetono il simbolismo del tre, il numero perfetto, la triplice unità, la Trinità, il risultato di 1+2.

Il triangolo con il vertice rivolto in alto è definito “lama”, e rappresenta il principio maschile.

Il triangolo con il vertice verso il basso è definito “calice”, e rappresenta il principio femminile.

L’Uomo Vitruviano – Questo disegno di Leonardo ripropone la perfezione delle proporzioni umane, dove più volte il rapporto tra i segmenti disegnati è il rapporto aureo. Ovviamente è una specie di emblema nel Codice da Vinci. Inoltre l’avere inscritto l’uomo nel cerchio e nel quadrato rappresenta la perfezione divina fatta uomo.

La stella a sei punte – I triangoli furono uniti in una stella a sei punte, a simboleggiare gli opposti che insieme formano l’intero così come l’equilibrio degli opposti (Stella di Salomone). Questa rappresenta anche l’unione dello spirito con la materia.

La rosa – Rappresenta  il cuore, l’amore ed è il fiore abbinato anche alla Madonna. La rosa, come il loto, ha simbolizzato anche l’illuminazione e la saggezza spirituale.

Il Giglio – Sinonimo di candore, purezza e innocenza. Nella tradizione biblica il giglio è simbolo d’elezione.

La croce greca – detta anche croce a braccia uguali.

Brown fa affermare nel romanzo che rappresenta la croce della pace. In realtà, in antichità rappresentava i quattro elementi, terra aria fuoco e acqua, o le quattro stagioni o i quattro punti cardinali.

Il 666 – Nel romanzo sarebbe il numero dei pannelli componenti la piramide del Louvre, ma sembra siano 675 o 698. Anche se oggi il numero 666 viene associato all’idea di Satana, in realtà nell’antichità era conosciuto come il “numero del Sole”, perché corrisponde alla somma dei numeri da uno a 36.

Il rapporto aureo – il ζ greco è il rapporto aureo, che è un numero irrazionale, cioè che non finisce mai e che non può essere espresso tramite un rapporto o una frazione. Vale circa 0,618. Corrisponde alla successione continua dei numeri di Fibonacci. Era noto già ai greci, e veniva usato sia in pittura, che in scultura che in architettura. Tutte le piramidi egizie rispettano la “Divina proporzione”.

La successione di Fibonacci –la successione di Fibonacci  è una serie di numeri, ognuno dei quali pari alla somma  dei due precedenti. È molto importante in natura, perché tante forme geometriche naturali rispettano questa successione. Ad esempio la spirale di tutte le conchiglie marine rispetta la successione di Fibonacci.

La linea della Rosa

I meridiani sono le linee che congiungono i due poli della Terra.

Molto prima che fosse fissato Greenwich come “meridiano zero”, la longitudine zero del mondo passava per Parigi.

La linea di ottone che attraversa la chiesa di Saint-Sulpice è un tributo al primo meridiano zero, e anche se Greenwich ha tolto a Parigi l’onore di essere il riferimento mondiale, nel 1888, l’originale “Linea della Rosa” è ancora visibile oggi.

Leonardo e il Priorato di  Sion 

L’ombra di Leonardo da Vinci incombe  sul romanzo dalla prima all’ultima pagina. La sua arte e le sue invenzioni forniscono la base per gli indizi lasciati dalla vittima del misterioso omicidio, ed è proprio lui il depositario della “verità” che sta dietro tutto l’enigma.

Secondo Brown, Leonardo fu Gran Maestro del Priorato di Sion e tramandò le informazioni segrete della società. Ma in realtà di questo non esistono prove, né dell’esistenza dell’organizzazione segreta, né di lui quale adepto.

Certo la genialità e la versatilità di Leonardo possono dare adito al fatto che lui fosse coinvolto in qualche organizzazione o che faceva parte di una corrente sotterranea di conoscenze esoteriche, ma nemmeno di questo abbiamo prove concrete.

La convinzione che Leonardo fosse molto riservato nasce dalla sua abitudine di scrivere come in una immagine allo specchio, tutto di seguito, senza punteggiatura, unendo le parole brevi e dividendo quelle lunghe. Lasciò migliaia di appunti, che non mise mai a posto.

L’invenzione del Priorato di Sion. E’ una organizzazione protagonista di diverse opere di fantasia e non. L’unico Priorato di Sion di cui si hanno notizie storiche certe è stato fondato il 7 maggio 1956 ad Ammanasse da Pierre Plantard.

La presunta antica istituzione, è secondo la storiografia ufficiale, solo una elaborata invenzione da parte di questa più recente associazione.

Una “Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion” è stata effettivamente fondata  nel 1099 a Gerusalemme da Goffredo di Buglione, ma ovviamente non ha nulla a che vedere con il moderno Priorato di Sion di Pierre Plantard.

Il “Cenacolo” di Leonardo. La più grande disquisizione sollevata, per l’ennesima volta, dal romanzo di Brown, è quella relativa alla possibilità che il personaggio alla destra di Gesù possa non essere l’apostolo Giovanni, ma la sua compagna Maria Maddalena.

Il Cenacolo non è un affresco, ma è dipinto con colori ad olio su una parete impermeabilizzata.

Leonardo, per rendere i colori più vivi, non ha voluto utilizzare le solite tecniche usate per gli affreschi, quali l’acquarello. Purtroppo, a causa dell’umidità esistente all’interno della stanza, che fungeva da mensa dei frati, il dipinto ha subito un rapido deterioramento, e troppi restauri, anche talvolta maldestri. Per cui in realtà è difficile dire quale fosse la tonalità dei colori utilizzati e anche esaltare piccoli particolari che potrebbero fare chiarezza.

Certamente le fattezze della persona alla destra di Gesù sono molto femminili e anche alcuni altri quadri di Leonardo ritraenti la Maddalena sono molto somiglianti.

Inoltre alcuni rifacimenti d’epoca evidenziano chiaramente una donna al fianco di Gesù. Ad esempio questo affresco del ‘600 di una chiesa di Carcassonne evidenzia che la disputa su chi sia raffigurato a fianco di Gesù è di antica data. Per caso fu proprio il vescovo di Carcassonne, monsignor Paul Félix Beuvain de Beauséjour, molto conservatore, che intentò i processi canonici al parroco di Rennes-le-Château, Berenger Saunière, omonimo del Jacques Saunière del Codice da Vinci.

Indubbiamente se prendiamo in considerazione che Leonardo abbia voluto dipingere la Maddalena al posto di Giovanni, resta la domanda intrinseca: “Ma Giovanni dov’è?”.

Questa domanda nasce dalla certa identificazione degli altri apostoli.

In ogni caso sicuramente Leonardo sapeva che Giovanni all’epoca dell’Ultima Cena era un ragazzino, e nessuna delle immagini degli apostoli sembra riconducibile a un adolescente.

Opus Dei 

Il mistero dell’assassinio è strettamente collegato a manovre interne alla Chiesa moderna e all’implicazione dell’Opus Dei, che aveva ottenuto il suo status speciale nella gerarchia ecclesiale attraverso una forma di corruzione.

Come si legge nel suo sito, l’Opus Dei, ovvero l’Opera di Dio, è una prelatura personale della Chiesa. Pertanto è governata, a Roma, da un Prelato, attualmente Mons. Javier Echevarria, in base al diritto canonico e agli statuti propri dell’Opus Dei.

I sacerdoti che costituiscono il presbiterio della Prelatura dipendono pienamente dal Prelato, che indica loro gl’incarichi pastorali da assolvere in stretta unione con la pastorale diocesana.

I fedeli laici dipendono dal Prelato per tutto ciò che riguarda la missione specifica della Prelatura.

Degli 85.000 membri dell’Opera, il 98% è costituito da laici, uomini e donne, per la maggior parte sposati. Il restante 2% è costituito da sacerdoti.

Sempre l’Opus Dei dice testualmente che “per entrare a far parte dell’Opus Dei occorre una vocazione soprannaturale.”

Le denunce – Contro l’Opus Dei sono state sollevate molte denunce, prima fra tutte quella di essere una setta che utilizza le strutture della Chiesa. Esiste un movimento, chiamato ODAN, che raccoglie queste denuncie e le molteplici testimonianze di laici che hanno lasciato la Prelatura dopo averci operato.

È stata avanzata anche l’ipotesi che il Codice da Vinci sia stato indotto da una battaglia sotterranea tra i Massoni e l’Opus Dei. In qualche modo il Codice dovrebbe screditare quest’ultimi a favore dei primi. Ovviamente si tratta solo d’ipotesi che non si possono verificare, ma resta la strana percezione di non riuscire a costruire un quadro chiaro della situazione.

Conclusioni

Perché tanto successo?

L’eroe moderno.

Da sempre nella fantasia delle persone colpisce l’eroe, colui che esce dalla norma della vita quotidiana per sacrificarsi per un bene supremo nella lotta tra il bene e il male.

(Harry Potter, La Compagnia dell’Anello, La Passione di Cristo, il Codice da Vinci).

I Saggi, i miti e la metafora.

Altro tema comune a certi racconti è la presenza di persone sagge, capaci di rispondere alle nostre domande e di mostrarci un cammino.

La diffusione dei miti moderni, indica uno struggente desiderio di collegamento alle “inesauribili energie del cosmo”.

Il mito è l’ingresso segreto attraverso il quale le inesauribili energie del cosmo confluiscono nelle manifestazioni umane.

I miti sono simbolici per definizione; sono una metafora della vita, e si occupano del fantastico e dell’irreale.

In un mondo come il nostro, così scientifico e razionale, tendiamo a sottovalutare il ruolo del mito, e se non ritroviamo verità storiche, scartiamo”il mito” come storia falsa anziché valida metaforicamente per insegnarci l’arte di vivere pienamente.

La leggenda cristiana.

Il Codice da Vinci si occupa della leggenda cristiana, e le leggende cristiane, tradizionalmente, sono state prese alla lettera.

La disobbedienza di Adamo ed Eva, la nascita da una vergine di Gesù, la divinità di Cristo, la relazione Padre-Figlio tra Gesù e Dio, tutto ciò è stato accettato come un fatto storico, tant’è che l’interpretazione letterale di alcuni di questi racconti ha creato una serie di problemi culturali.

La convinzione che Eva sia responsabile di tutti i peccati e di tutte le sofferenze

dell’umanità, perché spinse Adamo a mangiare il frutto proibito, per esempio, è stata usata per giustificare la subordinazione e anche il maltrattamento delle donne e come argomento per affermare che queste sono più deboli e più carnali degli uomini.

Di conseguenza il loro sviluppo spirituale è stato ostacolato e sottovalutato per due millenni.

L’interpretazione letterale della nascita da una vergine di Gesù, ha portato a dire che la verginità sia virtuosa e che la sessualità debba essere relegata in spazi limitati nel rapporto matrimoniale, al solo scopo di procreare.

I salvatori.

Si sente la necessità di un Salvatore che ci aiuti dall’esterno aprendoci la prospettiva di una vita migliore.

In una condizione di incertezza e pericolo, una costante della storia umana, il bisogno di un salvatore, che sia indubbiamente buono, è avvertito molto intensamente. Vediamo in noi stessi un misto di bene e di male, di consapevolezza e inconsapevolezza: i sistemi politici sono tali da non attrarre più i saggi e le posizioni di comando rimangono in mano a persone di livello mediocre. Quindi pensare che un leader veramente buono appaia per mostrarci il cammino, diventa estremamente consolatorio.

Una nuova visione di Gesù (uomo).

Ultima, ma non certo ultima, questo romanzo ha offerto la possibilità di prendere in considerazione un aspetto diverso della storia di Gesù.

Dopo che per secoli ci siamo sentiti i peccatori che hanno crocifisso il loro Messia, che li veniva a salvare da se stessi, e dopo aver conosciuto Gesù esclusivamente nella sua veste di Figlio del Padre  che si donava ad una umanità abbruttita, ponendolo così distante da noi, ecco che ci viene data la possibilità di conoscerlo sotto un altro aspetto, quello dell’uomo che ha una compagna e magari anche una famiglia.

E ciò che più ancora ha sconvolto è stata la possibilità che Gesù potesse essere anche un papà.

Di colpo questa figura, mitizzata e quasi soprannaturale per la sua divinità, si trova a portata di mano, allo stesso nostro livello, con i problemi di una quotidianità, con i problemi di tutti gli uomini e di tutti i genitori del mondo.

Falsità o verità?

L’importante è il dibattito e la ricerca che questo romanzo ha scatenato.

Chi per curiosità, chi per capire cosa ci sia di vero, chi per trovare cosa ci sia di falso. Ma in molti si sono comunque posti delle domande e hanno cominciato a parlarne, a cercare le risposte E da che mondo è mondo, chi cerca trova! E non esiste una strada migliore di un’altra, l’importante è iniziare a camminare.

Porcia, 28/12/06