LIBERO ARBITRO E CAUSA – EFFETTO (2001)

LIBERO ARBITRIO E LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO NELLE SACRE SCRITTURE

San Giuliano (Pisa),  7 settembre 2001

Relatore: Gian Piero Abbate

Prima  di entrare nel merito dell’argomento di oggi vorrei proporvi due brani  che sinceramente non avevo previsto.

Innanzi tutto vi leggo un brano del Vangelo che raramente viene letto e ricordato (Matteo, cap.8, vv.28-34): “Giunto  all’altra riva, nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri,  gli vennero incontro; erano  tanto furiosi che nessuno poteva  passare per quella strada. Cominciarono a gridare: “Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto  qui prima del tempo  a tormentarci? A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demoni presero a scongiurarlo, dicendo: “Se ci scacci, mandaci in quella mandria”. Egli disse loro: “Andate!”  Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta  la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio”.

Ed è quello che Gesù ha fatto! Io credo che oggi questa sia la situazione per molte persone. Ci troviamo nella condizione per cui ci sono molte persone che pregano Gesù di allontanarsi dal nostro territorio……vi leggo i primi versetti del libro della Sapienza:

“Amate la giustizia,  voi che governate sulla terra, rettamente pensate al Signore,  cercatelo con cuore semplice. Egli infatti  si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui. I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio; l’onnipotenza, messa  la prova, caccia gli stolti. La sapienza non entra in un’anima che opera  il male, né abita  in un corpo schiavo del peccato.  Il santo  spirito, che ammaestra, rifugge dalla finzione,  se ne sta lontano dai discorsi  insensati, è cacciato  al sopraggiungere dell’ingiustizia. La sapienza è uno spirito amico degli uomini; ma non lascerà  impunito chi insulta con le labbra, perché  Dio è testimone dei suoi sentimenti, e osservatore verace del suo cuore e ascolta  le parole  della sua bocca.”

Ho letto questi  due brani  perché  mi sono stati evocati dalle immagini del filmato  che abbiamo visto precedentemente (il titolo del filmato  realizzato da SaraS è Vivere l’Eternità) e perché  forse danno un senso alle poche cose che vi dirò, perché  vorrei con voi soprattutto instaurare un colloquio.

Non ho preparato niente per tenere questa conferenza, vorrei solo fare alcune  riflessioni e darvi alcune provocazioni per cercare  di inquadrare due cose che sono molto importanti, cioè capire  qual’è la libertà che ci é concessa e come opera  la legge di Causa-Effetto nello spirito! Non è una legge specifica fatta per noi, è qualche cosa che va al di sopra  di noi e regola tutto. Per fare questo utilizzo la Bibbia: da una parte  la Genesi, dall’altra parte  un Vangelo la cui scelta è del tutto arbitraria.

Da quest’analisi risulterà chiaro  che c’è una bella differenza fra il Libero Arbitrio  e la libertà: non sono due cose identiche anche  se sono collegate.

La libertà fondamentalmente è un problema di rapporto reciproco, per cui ad esempio la mia libertà finisce là dove inizia la vostra.

Il Libero Arbitrio  invece è la nostra libertà nei nostri rapporti verso il Creatore. Siccome il Creatore è infinito Amore, ci ha concesso  anche  infinita libertà, dopodiché noi siamo responsabili di quello che facciamo,  e qui entra in gioco il principio di Causa-Effetto!

E’ vero che abbiamo una libertà infinita, ma in funzione di come utilizziamo il nostro Libero Arbitrio, subiremo le conseguenze di quello che abbiamo deciso di fare. Non sempre però il principio di Causa-Effetto è così chiaro,  visibile e immediato, non sempre riusciamo a capire  qual’è stata  la vera causa di un successivo effetto.

Spesso ci facciamo  trascinare più dagli effetti che dalle cause, perché  gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, quindi noi seguiamo sempre quelle che chiamiamo le notizie.  I telegiornali si fanno con le notizie che sono quasi sempre effetti. Invece la cosa interessante sarebbe riuscire a capire le cause che sono dietro  a determinati effetti. Dalla Genesi, capitolo  3 vv.6:

“Allora la donna vide che l’albero era buono  da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto  e ne mangiò, poi ne diede anche  al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti  e due e si accorsero di essere nudi;  intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture”.

Questo  è l’esercizio  del Libero Arbitrio.  Vorrei attirare la vostra  attenzione sullo spirito con il quale Adamo ed Eva trasgrediscono, perché  forse non abbiamo riflettuto sul fatto che questa azione non è contro nessuno, anzi apparentemente è un’azione positiva  che viene fatta a favore di se stessi per acquisire maggiore saggezza.

In realtà  le conseguenze di questo atto sono catastrofiche come tutti  sappiamo. Accenno solo alcuni elementi dell’effetto: per quanto riguarda la donna “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore  partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto ma egli ti dominerà”. Per l’uomo  si dice “Poiché hai ascoltato la voce di Tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua!….”.

Tutto questo porta  poi alla cacciata  dal giardino dell’Eden. La causa di ciò non è da registrarsi in quello che viene fatto, questa è una delle prime  cose che dobbiamo capire  dal principio di Causa-Effetto. Noi, spesso ci facciamo  attirare dall’azione, ma non è questa la causa della cacciata,  perché  il fatto di mangiare quel frutto non è una cosa negativa in se. Ciò che viene a mancare è il rapporto di fiducia rispetto al Creatore, quella è la causa che comporta la cacciata!  Il Creatore aveva dato un comando ben preciso,  “Non devi mangiare di quell’albero” e questo significava  “Per quanto riguarda la tua saggezza ti devi fidare di me”.

Quello che viene tradito è proprio questo rapporto di fiducia!

Passo ad un altro brano della Genesi, quello di Caino e Abele. Anche qua troviamo una situazione molto particolare sulla quale vorrei riflettere: perché  Caino uccide Abele? Abbiamo l’idea che Caino sia cattivo,  ma non è assolutamente così e allora proviamo a capire  perché  Caino uccide Abele (Genesi capitolo  4 vv. 3): “Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti  del suolo in sacrificio al Signore;  anche  Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso.  Il Signore gradì Abele e la sua offerta,  ma non gradì Caino e la sua offerta”…..questa è l’origine!  Il Signore gradì l’offerta  di Abele, non gradì l’offerta  di Caino…. “Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: “Perché  sei irritato e perché  è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato  è accovacciato alla tua porta; verso di te è il tuo istinto ma tu dominalo”. Caino disse al fratello  Abele: “Andiamo  in campagna”! Mentre erano  in campagna Caino alza la mano  contro il fratello  Abele e lo uccise”. Quando Caino va ad esercitare il suo Libero Arbitrio  in maniera negativa? Fondamentalmente nel momento in cui, tentato e adirato perché  il Signore non ha gradito la sua offerta,  non è capace di dominare il suo istinto, non è capace di capire la logica d’Amore  del Creatore! Se fosse all’interno di tale logica non si sentirebbe arrabbiato perché  il Padre  Eterno non ha gradito l’offerta  ma si domanderebbe: “Perché  non l’ha gradita?” Viceversa non se la pone e va direttamente alle conclusioni: “Se la mia offerta non è stata  gradita e quella di mio fratello  si, allora devo eliminare mio fratello  per restare io l’unico oggetto di Amore del Padre Eterno!”

Ovviamente il Padre  Eterno ritorna da Caino e gli dice:

“La voce del sangue  di tuo fratello  grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lungi da quel suolo che per opera della tua mano  ha bevuto  il sangue  del tuo fratello……Disse Caino al Signore:  “Troppo  grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo ed io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà  uccidere”.

Attenzione a questo versetto, uno chiave di tutta la Genesi, perché  non si parla di una situazione storica, ma si narra attraverso dei simboli un’evoluzione dell’intero genere  umano. Questa  frase non avrebbe senso se la collocassimo in un fatto storico.  Nel fatto storico,  così come ci viene narrato dalla Bibbia, avremmo solamente Adamo, Eva, Caino ed Abele, quattro personaggi in tutto fino a questo punto della Genesi e quel “chiunque mi incontrerà mi potrà  uccidere” non avrebbe senso in tale contesto! Invece, il senso è che Caino è il rappresentante di una stirpe  del genere  umano e Abele di un’altra.

“Ma il Signore gli disse: “Chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!” Il Signore impose  a Caino un segno, perché  non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.”

Questa può sembrarci una cosa molto strana: un attimo prima il Signore lo ha maledetto e un attimo dopo gli impone un segno per proteggerlo da chiunque incontrerà…..e il principio di Causa-Effetto? Dov’è? L’opera di Caino é rimasta sempre la stessa,  ha ammazzato Abele! Non è cambiato niente, è in mezzo alla disperazione in ogni caso; forse siamo noi che dobbiamo guardare al principio di Causa-Effetto in termini diversi dalla giustizia  umana.

Tale principio funziona solo attraverso una parola  chiave che si chiama Amore: se noi ci dimentichiamo che il Signore fa giustizia  attraverso l’Amore, non riusciamo più a capire  dove ci porta  il principio di Causa-Effetto, perché  iniziamo a pretendere di farci giustizia  secondo la nostra razionalità. Il Signore invece si comporta in tutt’altra maniera e il principio di Causa-Effetto, così come viene applicato, è un principio di Amore.

Altra piccola trasgressione fatta dagli uomini (capitolo 11 v.v. 4):

“Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci  un nome,  per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre  che gli uomini stavano costruendo.”

Ancora un’azione del Libero Arbitrio.  C’è tutto il popolo della Terra, che parla un’unica lingua, che ha la possibilità di vivere un rapporto di Amore, ma quale progetto fa? Quello di utilizzare queste sue capacità? No! Quello di costruire una torre, ma non per bellezza bensì affinché la cima tocchi il cielo, il simbolismo è chiaro:  sta tentando di utilizzare queste sue capacità per sostituirsi al Creatore.

Quando il Creatore vede e capisce cosa stanno facendo  dice: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti  una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera  e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.”

Ci riescono a fare questa torre  che arriva  fino al Cielo, sono nella condizioni di farlo! Questo  versetto ci rivela una cosa che vedremo anche  dopo, cioè che il principio di Causa-Effetto è universale e vale per tutti  sempre e comunque. Questi signori,  pur avendo  meditato un progetto negativo, hanno la possibilità di realizzarlo proprio grazie al fatto che sono un solo popolo che parla una sola lingua, sono ancora una sola cosa, sono legati fra di loro! Allora il Signore cosa fa?

“Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua,  perché  non comprendano più l’uno la lingua dell’altro” Cos’è questa lingua,  perché  è così importante? “In principio era il verbo”, la lingua che troviamo qua non è altro che l’espressione manifesta dell’amore di Dio, questa lingua unica non è altro che questo. Il Signore dice: “No! A questo punto per bloccare  questo progetto gli confondo la lingua….”

“Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire una città. Per questo la si chiamò Babele, perché  là il Signore  confuse  la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra”. Non dobbiamo dimenticarci che siamo gli eredi di quegli uomini, siamo ancora i dispersi per tutta la Terra che rimpiangono un tempo  che non è quello del giardino dell’Eden, ma un tempo  della storia  dell’uomo nel quale abbiamo avuto la possibilità di utilizzare il principio di Causa-Effetto per liberarci e invece abbiamo progettato di realizzare una torre  che arrivasse fino al cielo!

Mi viene il sospetto che forse anche  oggi stiamo tentando di fare la stessa  cosa, o almeno ci sono molte persone che sono convinte di poterlo fare! Sappiamo com’è finita Babele, più o meno oggi rischiamo la stessa sorte.

C’è un altro aspetto che vorrei sottolineare. Qualche  volta abbiamo un’immagine strana dei rapporti fra noi e il Creatore, e allora vi leggo un brano che a che fare con Abramo  (Genesi capitolo  12 vv.10):

“Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perché  la carestia gravava sul paese. Ma quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie Sarai: “Vedi, io so che tu sei una donna di aspetto avvenente. Quando gli egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita. Dì dunque che tu sei mia sorella,  perché  io sia trattato per causa tua e io viva per riguardo a te.”

Questo  è quello che Abramo  fa quando va in Egitto. Fa parte  del suo Libero Arbitrio,  in quel momento viola la legge di Dio. Abramo  sta dicendo a sua moglie con cui è un tutt’uno di non dire più di essere  sua moglie ma sua sorella,  così lui si sarebbe salvato la vita. Quali sono le conseguenze di questa libera scelta?

“Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente. La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa  e condotta nella casa del faraone. Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.”

Quindi  tutto va per il meglio! Ma il Signore chi colpì?

“Ma il Signore colpì il Faraone e la sua casa con grandi piaghe,  per il fatto di Sarai, moglie di Abram.” Chi fa le spese di questa cosa è il faraone, non è Abramo! Abramo  ha ingannato il faraone e questi  viene colpito dal Signore?! “E allora il Faraone convocò Abram e gli disse: “Perché  non mi hai dichiarato che era tua moglie?… il Faraone a son di prenderle capisce da solo che cosa era successo.”

“Perché  mi hai detto: è mia sorella,  così che io me la sono presa  in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vattene”.

Come va a finire questa storia  secondo voi? Sembrerebbe che a questo punto il Faraone arrabbiatissimo, a fronte  del misfatto compiuto da Abramo,  padre di tutte le religioni,  lo caccia via ed egli finisca male?! Invece no!

“Poi il faraone lo affidò ad alcuni uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti  i suoi averi. Dall’Egitto Abram ritornò nel Negheb con la moglie e tutti  i suoi averi. Lot era con lui. Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro.”

In questo caso come la mettiamo con questa faccenda del principio di Causa-Effetto? Lascio a voi ogni considerazione.

C’è un altro pezzettino dell’Esodo (cap.1 vv15) che riguarda un problema ricorrente nella storia  degli Ebrei, perché  poi si manifesterà anche  con Gesù:

“E il re d’Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua: “Quando assistete al parto  delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà  vivere”. Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d’Egitto e lasciarono vivere i bambini.”

Questo  è l’atto  di Libero Arbitrio  che fanno le levatrici:  il Re gli ha imposto una cosa ma loro non la fanno! Ovviamente vi ho dato l’atto  in se che era il Libero Arbitrio  di queste persone, vediamo  l’altra sponda del discorso, cioè il principio di Causa-Effetto.

“Il re d’Egitto chiamò  le levatrici e disse loro: “Perché  avete fatto questo e avete lasciato  vivere i bambini?” Le levatrici risposero al faraone: “Le donne ebree non sono come le egiziane:  sono piene di vitalità: prima che arrivi presso  di loro la levatrice, hanno già partorito!” Dio beneficiò  le levatrici.  Il popolo aumentò e divenne molto forte.”

Questo  è un discorso perfettamente coerente, la ricaduta però è su tutto il popolo,  questo volevo farvi notare: grazie alle due levatrici si verifica una ricaduta sull’intero popolo, a fronte  di una disobbedienza alle leggi e un’obbedienza ad un principio! Questa  è una cosa che specialmente oggi dobbiamo sempre ricordarci: il principio di Causa-Effetto non sempre ci porta  ad obbedire, in particolare ad obbedire alle leggi degli uomini. Ci sono delle situazioni nelle quali la rispondenza a tale principio porta  alla trasgressione delle regole imposte dagli uomini, questa è una cosa della quale dobbiamo essere coscienti ed assumerci tutta la responsabilità.

D – Se è dettata dall’Amore?

R – Certo, se è dettata dall’Amore. In ogni caso il nostro punto di riferimento è sempre l’Amore, però di fronte ad una chiamata che noi sentiamo dentro che è in contrasto ad un ordine che ci è viene dato da qualcuno di terreno, dobbiamo avere la forza di seguire  la nostra chiamata, altrimenti quella famosa  “pulizia dentro casa nostra” non riusciamo a farla. Tanto meno riusciamo a farla in questo momento storico  di grande confusione, sbandamento, accelerazione, sovrapposizione di messaggi  totalmente diversi, per cui effettivamente l’unica maniera per riuscire a fare pulizia è prendere un attimo le distanze dal mondo e seguire  l’Amore.

Già se siamo coerenti e seguiamo la Legge dell’Amore ci troveremo tre quarti del mondo contro, se poi andiamo anche  a cercarcela diventa dura!  È chiaro  che se devo uscire allo scoperto non posso fare altrimenti. Però è importante che io continui a seguire  il principio dell’Amore.

Sono autorizzato ad utilizzare tutta la furbizia  di questo mondo, perché  comunque tanto i figli delle tenebre saranno sempre più furbi di me. Non è sicuramente un carattere identificativo dei figli della luce essere furbi, tant’è vero che Gesù più di una volta ci fa notare questo punto….. “vi dovete far furbi, cercate  di esserlo, perché comunque per quanto voi cerchiate di esserlo  non lo sarete mai quanto lo sono loro!”

Passo a Matteo  (cap.2 vv.13), perché  vorrei mettere in luce un altro aspetto che spesso tralasciamo: “Essi erano  appena partiti quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta  là finché non ti avvertirò, perché  Erode  sta cercando il bambino per ucciderlo.””

Giuseppe decide di utilizzare il suo Libero Arbitrio  ma nell’obbedienza.

All’inizio aveva cercato  di capire,  poi ha inteso  che era inutile  tentare di comprendere e a agito come gli veniva chiesto.

Il versetto seguente dice:

“Giuseppe, destatosi, prese  con se il bambino e sua madre nella notte  e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode,  perché  si adempisse ciò che era stato  detto  dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio.””

Se prima vi avessi chiesto  qual’era la causa che ha per effetto la partenza per l’Egitto,  cosa avreste  risposto? Beh, che la causa era la comparsa di un angelo che gli aveva detto  di fare così ma in realtà  la causa vera è che si deve adempiere una profezia.

Non dimentichiamoci questa cosa che implica  il fatto che Dio è con noi: Dio non è nei Cieli! Dio è nei cieli, nella Terra, dentro di noi, fa parte  della nostra storia, ha bisogno  di noi per costruire la sua storia.

Allora anche  le profezie si realizzano attraverso gli atti umani e quando vediamo  un atto non siamo capaci di fare questo processo all’indietro, lo giudichiamo in maniera totalmente diversa.  Vediamo Giuseppe con la moglie e il bambino appena nato che prende e parte  per l’Egitto,  cosa pensiamo? Magari dopo capiamo perché  leggiamo che le guardie di Erode uccidono tutti  i figli maschi, ma sul momento il nostro giudizio è che è diventato matto! Invece a monte c’è una profezia,  non un evento umano o una situazione storica: quando pensiamo di solito lo facciamo  in termini umani, pensiamo alla storia  dell’uomo, alle condizioni sociali,….. nel caso degli attentati in Usa pensiamo che quelli sono andati a fare l’attentato alla due Torri perché  ci sono altri che stanno morendo e così via…..non pensiamo mai alle profezie!

Avete mai sentito qualcuno che ha risposto “Questa  cosa è successa  perché  era scritta in una profezia”?, non servirebbe dire altro. No, questa è una logica che di solito non adottiamo, invece nella Bibbia e nei vangeli la troviamo frequentemente.

Questo  povero Padre  Eterno dobbiamo accoglierlo  nella nostra vita, non lo possiamo lasciare  fuori dalla porta di casa: Lui è dentro di noi, fa parte  di noi, vive con noi e partecipa di diritto alla nostra evoluzione che Lui peraltro ha voluto, e bene o male anche  Lui sta dentro la Legge di Causa-Effetto perché  l’ha creata  e voluta, è il suo strumento d’Amore.

Non possiamo impedirgli di partecipare alla nostra vita con lo strumento che Lui ha creato!  Ovviamente sappiamo tutti  cosa ha fatto Erode quando si è accorto  che i Magi si erano  presi gioco di lui, ma questo è un’altro esempio di Causa-Effetto legato ad una profezia,  vi leggo i due brani  (Matteo, cap.2, vv 15-17):

“Erode,  accortosi che i Magi si erano  presi gioco di Lui, s’infurio e mandò ad uccidere tutti  i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo  su cui era stato  informato dai Magi. Allora si adempì quello che era stato  detto  per mezzo del profeta Geremia: “Un grido è stato  udito  in Rama, un pianto e un lamento grande, Rachele piange  i suoi figli e non vuol essere  consolata, perché  non sono più.”

Altra condizione identica a quella di prima, anche  qua la causa è Erode che fa uccidere tutti  i figli maschi, e l’effetto  è la necessità che si adempia una profezia.

D – Allora per certi eventi che fanno  parte  delle profezie, come sembra faccia parte  anche  l’attentato alle Torri Gemelle, che ruolo ha il Libero Arbitrio dato che gli esecutori di certi atti, dovendo adempiere alla profezia, non possono evitare certi atti?

R – Ecco, questo é un altro dei punti fondamentali che dobbiamo riuscire a capire.  Se ragioniamo in termini squisitamente umani le osservazioni sul Libero Arbitrio  sono più che giustificate. C’è una profezia,  tutti  sono costretti a fare quello che la profezia  prevede, non potevano fare altrimenti, erano  in un vicolo cieco… più o meno la stessa  cosa capita  a Giuda: anche  lui si trova in una situazione del genere  (Matteo cap.26,  vv20-25): “Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?”.  Ed Egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano  nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito, sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!””

Qui Gesù è durissimo! Dov’è il Libero Arbitrio  per Giuda?!

“Giuda, il traditore, disse: “Rabbi, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto””.

Allora,…… tutti  si chiedono “Sono io?”, Gesù da una risposta durissima “….sarebbe meglio per quell’uomo non essere neanche nato!”

Giuda gli dice “Maestro, sono io?” e Lui gli risponde “Tu l’hai detto”,  e nonostante tutto questo poi Giuda lo farà. In questo caso come collochiamo il Libero Arbitrio  con la possibilità di Giuda di non farlo? Se Giuda non lo fa non si adempie più quanto Gesù stesso ha previsto (Matteo, cap.16, vv.21-25): “Da Allora Gesù cominciò  a dire apertamente ai suoi discepoli  che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte  degli anziani, dei sommi  sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.

Ma Pietro  lo trasse in disparte e cominciò  a protestare in disparte dicendo: ” Dio te ne scampi  Signore,  questo non ti accadrà mai”.

Pietro  inizia a protestare, è il suo Libero Arbitrio.

“Ma Egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché  non pensi secondo

Dio ma secondo gli uomini!”

Pietro  ha esercitato il suo Libero Arbitrio  nei confronti di Gesù, ma Gesù da una risposta incredibile a Pietro, che poi sarà il capo della sua chiesa, gli dice “Lungi da me Satana!”. E perché  lo chiama Satana? Glielo dice chiaramente in faccia “…perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.”

“Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro  a me rinneghi se stesso,  prenda la sua croce e mi segua. Perché  chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.””

C’è una bella differenza tra la reazione di Pietro  e quella di Giuda. Pietro  ha reagito  tutto sommato per amore di Gesù. Nonostante reagisca  per questo a Gesù ciò fa scandalo, perché? Perché  Pietro  sta reagendo per amore di Gesù ma non del Padre, qui c’è un principio fondamentale che ci dobbiamo ricordare: la persona a cui bisogna  rendere gloria è il Padre!  Che poi lo strumento terreno che noi abbiamo per amare sia il nostro prossimo questo è ineccepibile. Ma noi amiamo il nostro prossimo perché  amiamo il Padre, invece Pietro  in quel omento è Satana perché  sta amando Gesù, non sta amando più il Padre, non fa più la sua volontà.  Lui vorrebbe semplicemente tutelare Gesù perché  è il suo Maestro, la persona di cui si fida, lui vorrebbe che non morisse, e quindi si opporrebbe al disegno  divino, ma sulla base di che cosa? Sulla base dell’amore per Gesù! Giuda invece reagisce  ma lo fa con il tradimento, perché? Perché  è stato  tradito il suo sogno. Non è un atto d’Amore  il suo, lui ha un’immagine ben precisa  del Maestro, quella di una gran persona che un giorno arriverà a Gerusalemme, crollerà  il tempio e sotto ci rimarranno tutti  i sacerdoti, e Lui diventerà il Re di Israele. Nel momento in cui Gesù gli dice “No, non è questa la prospettiva, io vado a Gerusalemme affinché mi uccidano”, Giuda lo rifiuta. Tradisce Gesù perché  non accetta questa visione.

Quindi  Giuda ha la possibilità di esercitare il suo Libero Arbitrio  oppure no? Bella domanda, dopo tutti questi discorsi  siamo punto e a capo: abbiamo capito che Giuda non ha questa possibilità in termini umani, perché  si deve adempiere una profezia.  Però in qualche maniera la legge di Causa-Effetto e il Libero Arbitrio sono universali, non possono essere traditi. Dobbiamo riuscire a far quadrare nella nostra mente queste due cose e per riuscirci c’è solo un punto che dobbiamo considerare nel nostro ragionamento: perché  siamo qua e cosa ci siamo venuti a fare?

Coloro che sono su questa Terra non ci sono tutti  per lo stesso titolo e allo stesso motivo. Noi siamo qua per un nostro atto originale di Libero Arbitrio,  che è stato  quello di incarnarci. Non siamo capitati qua per caso o per volontà  del Padre  Eterno, siamo qua oggi perché  abbiamo voluto incarnarci.

D – D’accordo con la Legge?

R – D’accordo con la Legge e non solo, ma per due motivi totalmente diversi:  ci siamo incarnati o per “volontà”  o per “obbedienza”. Siamo qua o perché  abbiamo la necessità di purificarci, quello che gli orientali chiamano “un karma da pagare”, o perché  abbiamo una missione da svolgere! Non è la stessa  cosa, non è la stessa  situazione, leggo una frase (Matteo cap.5 vv.25-26):

“Mettiti  presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché  l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai  di là finché tu non abbia pagato  fino all’ultimo spicciolo!”

Qual è questa prigione in cui ciascuno di noi rischia  di finire? Non è certamente quella dello Stato, é la gabbia delle vite consecutive con cui paghiamo karma successivi  perché  non ci siamo messi d’accordo con il nostro avversario strada facendo…..Gesù questa cosa la dice chiaramente! Riprendiamo ad esempio Giuda, lui non è uno dei centoquarantaquattromila, che è un numero simbolico: é dodici al quadrato per mille e mille vuol dire moltitudine, quadrato vuol dire chiesa, dodici è il numero delle chiese di Israele. Quindi,  tradotto in Italiano, i centoquarantaquattromila sono la moltitudine di coloro che appartengono alla chiese di Israele. Questa  moltitudine non ha karma da pagare, tutti  gli altri si. Giuda è uno di quelli che è sulla Terra per pagare  un karma e il suo Libero Arbitrio  l’ha esercitato in origine accettando di vivere quella vita e pagare quella conseguenza.

Nella storia  dell’uomo ne troviamo tanti  di personaggi anche  molto famosi che si sono trovati in condizioni del genere,  che hanno accettato di svolgere un certo ruolo nella storia  umana per pagare  una certa cosa. Ho detto  che questo non è valido per tutti, ci sono questi  centoquarantaquattromila che sono qua in missione, ma attenzione: noi siamo nel regno del tentatore, le tentazione valgono per tutti  e anche  questi  possono cadere.  Sono caduti  gli angeli, figuriamoci se non possiamo cadere  noi comuni mortali! C’è però una bella diversità sulle conseguenze della caduta per gli uni e per gli altri:  per chi deve espiare un karma la conseguenza è il mantenimento di un debito,  qualcosa che si propaga nel tempo  anche  nelle vite successive. Invece per uno dei centoquarantaquattromila la conseguenza di una caduta è il fatto che questo essere viene immediatamente ripreso, ammonito e in questa stessa  vita paga la conseguenza dell’errore commesso. Le persone che sono qua con un compito speciale  sono legate in maniera ferrea  alla Legge di Causa-Effetto: possono sbagliare perché  hanno accettato di essere uomini e tutti  gli uomini sono fallibili. Possono cadere anche  loro, però le conseguenze le pagano immediatamente.

Il discorso della Causa-Effetto ci deve aiutare anche  per capire quanto grandi possono essere le cose che possiamo fare, in merito vi leggo un brano (Matteo, cap.7 vv.11):

“Se voi dunque che siete cattivi sapete  dare cose buone  ai vostri figli, quanto più il Padre  vostro che è nei cieli darà cose buone  a quelli che gliele domandano”

Questo  è sufficiente per capire! Se andate a leggere le beatitudini non soffermatevi sul perché  sono beati ma su quello che i beati otterranno dalla loro condotta, Gesù ci promette delle cose incredibili! Se noi sappiamo utilizzare con fede e nell’Amore il principio di Causa-Effetto, Gesù steso ci dice che non abbiamo limiti, abbiamo la possibilità di dare ordini  ad una montagna, non abbiamo limiti di natura fisica di nessun tipo. Quindi  siamo tutti  corresponsabili di quanto accade sulla Terra e quando ci troviamo di fronte  a certi eventi non possiamo dire “Io non c’entro” o “È responsabilità degli altri”, perché  non è vero!

Anche se non siamo stati l’origine  di certi eventi avevamo  la possibilità di evitarli  e proprio perché  non abbiamo limiti, se sapessimo utilizzare correttamente il principio di Causa-Effetto, potremmo radicalmente cambiare la storia  umana. È questo il motivo per il quale prima abbiamo detto  che le profezie vanno capite  e interpretate in una certa maniera.

Perché  non c’è una situazione dove tutto è rigidamente stabilito, esiste un processo dinamico e al suo interno la variale “uomo” non è secondaria ma principale!

Un altro punto fondamentale che emerge  dalla cose lette è che spesso ci liberiamo delle nostre responsabilità attribuendo a Dio tutte le cause, “È colpa sua!”. Invece non è così, soprattutto se ci ricordiamo che non siamo qua per caso ma perché  noi abbiamo deciso di esserci.  Dobbiamo sempre tenere presente che tutti  coloro che sono qua lo sono perché  hanno deciso di esserci, il Libero Arbitrio  non si esercita solo sulla Terra ma in tutto l’Universo, perché  è una legge universale.

È chiaro  che se guardiamo solo le conseguenze spesso  non siamo capaci di risalire alle cause, però questo non deve limitare la nostra azione nei nostri confronti, in caso deve limitare la nostra volontà  di giudicare e condannare gli altri: come faccio a giudicare e condannare un altro se non sono capace di leggergli dentro il cuore? Non è proprio possibile!

Quindi  come posso condannare quelli che hanno fatto crollare  le Torri Gemelle? Cosa avevano dentro il cuore? Io non lo so, però conoscendo quel mondo, erano  convinti  di fare un atto eroico a favore del loro Dio! Che poi fossero dalla parte  sbagliata e che in realtà  nella loro stessa  religione questo non venga detto  da nessuna parte, ma sia semplicemente frutto  di una strumentalizzazione è un’altra cosa.

In passato è stata  strumentalizzata anche  la religione Cristiana, abbiamo ancora il ricordo delle guerre  sante cristiane e altrettanto accade dall’altra parte.

Entrambi sono concetti errati dal punto di vista religioso,  ma se entriamo nel merito del singolo e non più a livello globale, io non mi sento  di giudicarli, perché  per poterlo fare dovrei poter  entrare dentro il loro cuore e a noi questo non è dato. Quindi  per il principio di Causa-Effetto non possiamo permetterci di giudicare assolutamente nessuno.

Sappiamo che qualsiasi cosa accada  sul piano  materiale e spirituale questo è il principio che regola tutto l’Universo. Sappiamo inoltre che all’interno di questa Legge noi manteniamo sempre il nostro Libero Arbitrio,  libertà assoluta anche  per quanto riguarda la possibilità di fare cose contro la Legge stessa  del Creatore. Questa  è la liberta che ci è stata  concessa salvo poi assumerci tutte le conseguenze di quello che facciamo.

Se ci sono delle domande sono a vostra  disposizione.

D – Anche loro avevano il Libero Arbitrio  quando con l’aereo  si sono diretti contro le Torri Gemelle?!

R – Certamente si, potevano fare questa azione oppure no. Hanno risposto anche  loro ad una profezia,  che per molti versi assomiglia alla vicenda  di Giuda: lui si autogiudica e si va ad impiccare, questi  si sono immolati alla loro causa.

D – Chissà dopo la morte nell’altra dimensione che cosa hanno vissuto,  cosa hanno trovato!

R – Io non so cosa è successo  quando sono arrivati di là e non mi permetto di fare illazioni, è un giudizio che va al di là della nostra capacità di comprensione. Perché? Perché  quello stesso atto può essere stata  la cosa più deleteria e negativa di questo mondo come no, poiché quello che conta non è quello che è stato  fatto, ma con che cuore è stato  fatto, e quindi da questo punto di vista noi non lo sappiamo.

D – La legge di Libero Arbitrio  primaria è applicabile nella scelta spirituale dell’individuo, prima di incarnarci facciamo  la nostra scelta. Poi sulla Terra, se rispettiamo la nostra scelta pur non essendone più consapevoli, allora facciamo  una scelta positiva  e abbiamo i frutti  prefissati prima dell’incarnazione. Se invece scegliamo di andare contro la nostra scelta, nell’inconsapevolezza o per qualunque motivo,  violiamo la Legge e non abbiamo un effetto purgativo?

R – Certo, il Creatore ci ama comunque e il suo obbiettivo è sempre uno solo, la nostra salvezza. A volte ci ribelliamo nei confronti della Legge, quindi se non siamo più coerenti con la scelta che abbiamo fatto dal punto di vista spirituale, o stiamo fermi o addirittura torniamo indietro. Abbiamo sempre la possibilità di giocarci tutto, nel tornare indietro esiste anche  un punto di non ritorno che si chiama “morte seconda”, una situazione dalla quale non si esce più fuori, quindi dobbiamo anche  stare  attenti a quanto continuiamo a camminare all’indietro. Come sempre quando uno cammina all’indietro non ci vede e siccome ad un certo punto c’è un baratro, se ci finiamo  dentro non ne veniamo più fuori. Gesù ce lo dice chiaramente, se andiamo a leggere le Sacre Scritture troviamo spesso  i termini Vita e Morte,  “Lasciate  che i morti  vadano  a seppellire i loro morti”.  Chi sono questi  morti  che devono andare a seppellire i propri morti? Sono appunto quelli della morte seconda, quelli che non hanno più la possibilità di tornare in vita. Sono viventi dal punto di vista fisico e dell’anima, come ho già detto  in altre conferenze anima e corpo sono immortali e subiscono solo dei passaggi di stato,  eppure possiamo essere ugualmente morti!

Anche se siamo in vita non siamo tutti  allo stesso grado di evoluzione e luce, magari  possiamo avere dei debiti  da pagare  e abbiamo davanti un’evoluzione da compiere. Attenzione ad una visione totalmente sbagliata che avevano  gli Ebrei e che purtroppo è ancora molto presente soprattutto nel Protestantesimo.

Nelle aree del centro-nord Europa e in buona parte  degli Stati Uniti, c’è ancora l’idea che le persone brave, buone,  che si comportano bene e fanno la volontà  di Dio verranno da Lui benedette e di conseguenza saranno in buona salute,  avranno tanti  soldi, tanti  figli ecc. Quando invece uno sta male allora vuol dire che non è in grazia di Dio, Dio non lo ama e quindi si ammala! Non voglio dire che Dio ama gli ammalati e non ama i sani ma che spesso anche  la malattia è una prova, esattamente l’opposto di quello che crediamo.

Il Signore può metterci alla prova durante una stessa  vita, magari proprio attraverso la malattia per permetterci di raggiungere dei traguardi superiori a quelli che ci eravamo dati. Salute e malattia non vanno lette in termini così banali  e diretti, la faccenda è un po’ più complessa. Sicuramente siamo qua per svolgere un compito, che può essere  o la nostra purificazione o una missione particolare.

Qualunque sia la condizione rimane sempre valido che se ci preoccupiamo di noi stessi non combineremo nulla, perché  solamente chi avrà il coraggio di abbandonare la propria vita, in nome di Gesù e non di qualcos’altro, allora sarà salvo. La salvezza non si conquista cercando di salvarsi,  la salvezza anche  propria si conquista cercando di salvare gli altri.

Perché  la salvezza comunque è uno strumento di Amore e l’Amore è una cosa che esiste solo in termini di rapporto; se quindi cerco di salvare me stesso non potrò  mai riuscirci. L’unica maniera che ho per salvarmi è quella di amare, e questo posso farlo solo amando gli altri.

D – Quindi  tutto ci riporta all’Amore!

R – Certo.

D – Vorrei fare una riflessione. Creati ad immagine e somiglianza dell’Eterno in potenza, sapienza, saggezza, ecc. ad un certo punto ci crediamo uguali a questo Padre. Lui sa che ci facciamo  del male così facendo,  per farci capire  potrebbe distruggerci e invece crea un ambiente adatto in cui, legando  la monade ad un atomo  di materia, noi possiamo sopravvivere, imparare e tornare a lui. Ci ha lasciato  troppa libertà, tant’è che noi costruiamo una torre,  e allora vincola ancora di più le nostre potenzialità dandoci dei tempi  lunghi,  tant’è che siamo arrivati al terzo millennio, dove dovremmo finalmente riuscire a capire  qualcosa. E tutto questo sempre in termini di Amore assoluto. Per noi è difficile ragionare su questo Amore perché  umanamente ci poniamo davanti agli altri come giudici, senza sapere cosa hanno nel cuore! Come ci si abbandona all’Amore, come si può smettere di giudicare gli altri e noi stessi?

R – Io credo che la risposta ce la da Gesù. Prima  ho letto l’introduzione al Libro della Sapienza: indubbiamente il Signore ci ha dato il cervello affinché  lo usiamo, così come tutti  gli organi  di senso, altrimenti non lo avrebbe fatto. Io faccio il ricercatore per natura e non posso dire che la ricerca  non serve a niente: sicuramente riuscire a concretizzare in termini razionali ciò che è sentimento, permette di fare una grande crescita, perché  permette di interiorizzare e fissare in noi idee che prima erano  vaghe. Anche se capivamo che erano  giuste non riuscivamo a capire  perché, ma una volta che le razionalizziamo diventano veramente nostre. Per me accrescere in sapienza vuol dire fare propria la Creazione, cioè assomigliare sempre di più a Dio. Il bello di tutto questo però è che il Signore ha concatenato tutte queste cose in maniera tale che comunque per la salvezza non servono.

Ed è questo il senso delle parole  di Gesù, quando ringrazia il Padre  perché  ha rivelato  tutte queste cose ai piccoli. Perché  per capire  queste cose ci vuole solo una cosa che è a disposizione di tutti, belli, brutti, buoni, cattivi, giovani, adulti, che è l’Amore!

L’Amore non ha sesso, età, colore, è per tutti, tutti  sono in grado di amare e quindi tutti  sono in grado di capire  questa cosa in senso biblico, perché  sono in grado di viverla e fare questo tipo di esperienza. Magari la faranno in maniera del tutto istintiva, quasi incosciente, ma comunque vivranno quell’esperienza in ogni caso, perché  la chiave di volta di tutto è l’Amore. Secondo  me, il nostro problema non è quello di abbandonare la ricerca,  andiamo pure avanti  e cerchiamo di interiorizzare la conoscenza tanto più la incontriamo, però se questo deve diventare un espediente per creare  un surrogato ai meccanismi dell’Amore, allora siamo fuori strada! Possiamo accumulare tutta la conoscenza di questo mondo, ma dobbiamo sempre salvaguardare in maniera direi quasi feroce, quel bambino o quella bambina che dentro di noi, con la sua capacità istintiva, semplice  e pulita  di amare. Perché  è quella la strada che passa attraverso il cuore e non la mente, dopodiché la mente ci è stata  data e la dobbiamo utilizzare al meglio.

Perché  questo è un momento così critico e difficile? Proprio perché  tutte le frequenze stanno accelerando, tutte le situazioni si stanno radicalizzando, tutto corre più veloce compresa la storia. A questo punto il grande rischio  è quello di non essere più capaci di affrontare in termini d’Amore  questa situazione, di voler capire, giudicare. A quel punto uno si rende  progressivamente conto che tutto gli sta sfuggendo ed è al di fuori della sua portata, ed inizia ad avere paura, questa è la reazione normale ed emotiva, perché  non abbiamo più niente sotto controllo! Invece la nostra reazione deve essere diametralmente opposta: tanto più le cose sono instabili, incerte e non ci capiamo più niente, tanto più ci dovremmo affidare  al Padre  Eterno dicendo: “Signore,  qua è un gran caos, non ci capisco più nulla però almeno ci sei tu, mi metto  nelle tue braccia  e mi affido a te. Guidami visto che io non sono più capace di guidare ne me ne mio fratello.  A questo punto meglio che mi guidi tu, è l’unica  cosa che posso fare”.

Questo  affidamento è possibile solo se non si ha paura, perché  se si ha paura non ci si arriva.  L’unica cosa che posso dire è questa, dobbiamo trovare la forza e il coraggio di non avere paura, trovare ogni tanto la forza non solo di spegnere la televisione che è il “Gazzettino del Diavolo”, ma anche  il proprio cervello, fare un attimo di silenzio, dopodiché affidarsi al Padre. In questa dimensione allora si riesce a ri-innescare quel meccanismo che ci riporta in equilibrio, questo è l’unico modo che io conosco  per venirne fuori, perché altrimenti siamo in una situazione che oggettivamente è veramente difficile.

È inutile  che neghiamo le cose, se la affrontiamo in termini puramente razionali è complessa, se oltretutto siamo dei credenti è ancora peggio. Almeno se non fossimo credenti ci preoccuperemmo dell’inquinamento, dell’andamento delle borse ma poi tutto finirebbe lì, é quello che fanno tutti!  Invece essendo dei credenti oltre a tutte le cose di cui le persone normali si preoccupano, noi ci aggiungiamo anche  le profezie,  il piano spirituale e tutto il resto.  Preoccupazione su preoccupazione finiamo  per vivere di preoccupazioni invece che di Amore,… no non funziona!

Dobbiamo assolutamente fare il salto dall’altra parte  e anzi, tanto più vediamo  fuori le cose che stanno succedendo tanto più dobbiamo saper  fare questo cambio  di prospettiva. Non c’è nulla che per quanto catastrofico possa accadere, non possa essere letto in maniera opposta a come ci appare. Ricordatevi questo principio, è un principio fondamentale del Tao: ogni cosa che ci appare davanti agli occhi ha sempre almeno due letture diametralmente opposte, a noi viene istintiva sempre una delle due, indifferentemente a seconda della nostra situazione. Ricordiamo sempre che ne esiste una diametralmente opposta, e quindi se vediamo solo catastrofi attorno a noi, è perché  stiamo guardando solo l’aspetto catastrofico di ogni evento, non perché attorno a noi ci sono solo catastrofi. Questo  ricordiamocelo sempre perché  fa parte  della condizione umana.

D – E se c’è il dubbio?

R – No, in questo caso non c’è via di mezzo, è una questione di equilibrio come i due piatti  della bilancia.

D – Se noi non siamo in grado di giudicare fatti come questi  attentati chi può farlo? Chi sono gli uomini che sulla Terra più si avvicinano a Dio? Io penso  che uno potrebbe essere il Papa, ma come mai allora lui ha detto che va bene combattere con le armi questi  terroristi?

R – Questo  è stato  uno dei grandi misfatti recenti della televisione: il Card. Sodano,  portavoce del Vaticano  ha messo in bocca al Papa delle cose che non ha detto.  Il Papa ha detto  una cosa molto chiara, a fronte  di un’azione molto precisa  che ha fatto mettendosi proprio al confine dove doveva scoppiare il conflitto, in maniera tale che non scoppiasse. Già questo era un’indicazione ben precisa, come dire “Venite a bombardare che ci sto sotto io!”. Oltre questo ha detto  anche  una cosa molto precisa: “Giustizia  deve essere fatta,  però attenzione perché  questa non può passare assolutamente attraverso il sacrificio  neanche di un civile. Tu America hai tutto il diritto di dire di essere stata  violentata e chiedere giustizia,  però attenta che la tua giustizia non può essere vendetta, perché  la vendetta non è accettabile”. Il Card. Sodano  ha preso queste parole,  e siccome l’inizio di questo discorso é “L’America è autorizzata a fare giustizia”,  si è fermato li senza prendere in considerazione tutto il resto e ha messo in bocca al Papa la dichiarazione che un intervento armato degli Stati Uniti era accettabile. Questo  però il Papa non l’ha mai detto.

D – Magari se è per giustizia  un’azione militare può anche  essere giustificata, bisogna  vedere se c’è un secondo scopo dietro  a tale giustificazione!

R – Io prendo atto di una cosa che per fortuna si è avverata, cioè che gli Americani non sono partiti una volta tanto a spron  battuto ma sono stati molto cauti, hanno riflettuto e ancora adesso  stanno riflettendo, hanno messo in essere tutta la loro “Intelligence” per cui stanno combattendo la guerra senza bombardamenti. Questo  è già un grande passo avanti,  probabilmente anche  perché  nonostante l’enorme ferita che hanno vissuto è ancora sufficientemente radicato nella popolazione americana quanto è legato alle conseguenze del Vietnam. Chiaramente il Presidente Bush sa che per un’azione sbagliata rischia  di rompere la grande alleanza che è riuscito a costruire a livello mondiale e l’unità nazionale. Da questo punto di vista sta andando avanti con la massima cautela nel tentativo di risolvere la questione a suo favore, perché  il risultato finale sappiamo già qual’é.  Sarò un po’ crudo,  ma il problema è realmente andare a prendere Bin Laden e farlo fuori?

No, non è questo che interessa, anche  perché  tutto sommato Bin Laden è molto tempo  che faceva queste cose, perciò se volevano prenderlo la prima volta che andavano a consegnare la droga, invece di consegnargli la droga, visto che è il maggiore spacciatore a livello mondiale, l’avrebbero preso e gliela avrebbero fatta vedere la droga! Invece non l’hanno mai fatto e durante tutto questo periodo hanno continuato a dargli droga, armi,  ecc. Quindi  il problema è andare a prendere Bin Laden?  No, è cambiare il cambio  del dollaro, riprendere il controllo del petrolio e soprattutto riacquisire il controllo su due mercati che in questo momento sono sfuggiti di mano  che si chiamano armi e droga!

Questo  sta dietro  a tutta l’operazione, dopodiché che Bin Laden sia un gran filibustiere credo sia innegabile, ne ha combinate di tutti  i colori e ci son tanto di prove, che però c’erano anche  prima. Non c’era bisogno  di abbattere le due Torri, le prove sul suo conto c’erano già prima e con tutto quello che aveva combinato in Inghilterra e in Arabia, potevano tranquillamente andare a prenderlo e processarlo già prima, non c’era bisogno  che venisse fatto alcun ulteriore attentato. Queste  sono però le condizioni, noi dobbiamo stare  attenti ad esprimere dei giudizi perché  gli eventi che ci circondano hanno delle letture che sono molto difficili, ci rivendono le operazioni mettendoci dietro  le cose che vogliono.

Allora, così come quei terroristi sono montati su quegli aerei convinti  di fare il bene di Allah e di sacrificare la propria vita per lui, a noi ci hanno detto  che la guerra in Kosovo era fatta per liberare la popolazione da un dittatore criminale, assassino e sanguinario! Che quella popolazione fosse soggiogata da un tipo del genere era vero, peccato  però che quella guerra non è servita  a liberare quel popolo, anche  perché  se voglio liberare una popolazione e ridonargli la sua terra non gliela vado a riempire di uranio impoverito! Al di là di questa considerazione quella è stata  la guerra del Dollaro contro l’Euro,  il risultato finale è che tutto è rimasto come prima tranne una cosa, il rapporto di cambio  fra il dollaro  e l’Euro,  guarda caso giusto proprio dopo quella guerra.

Dobbiamo però capire che la giustizia  di Dio non è come la concepiamo noi, occhio per occhio dente  per dente. La Giustizia  di Dio è sempre Giustizia  di Amore e allora gli americani possono aver fatto qualsiasi bestialità di questo mondo ma nessuno aveva il diritto di prendere un aereo e andare contro le due Torri. Se gli americani vogliono farsi giustizia  il Papa acconsente, ma se gli americani dicono  di volersi vendicare il Papa ha detto  “No, su questo non sono d’accordo. State attenti a quello che fate perché  se volete vendicarvi sappiate subito  che io sono contrario!”. Non è la stessa  cosa fare giustizia  o vendicarsi. Io non so cosa faranno perché  per il momento non è successo  nulla, anche  se una guerra è in corso ma non viene raccontata. Per fortuna è in atto quel tipo di guerra che non passa  attraverso la popolazione civile, ma attraverso i servizi segreti,  i rapporti di cambio  nelle borse ecc.. Sono convinto che non si fermeranno qui, comunque il gioco politico per Bush é che prima o poi accada  qualche evento pubblico che tutti  possano vedere, che tutte le televisioni possano trasmettere e che dimostri al mondo intero che lui comunque é il più forte.

Non dimentichiamo però che in questo caso non è il mondo povero che si è ribellato al mondo ricco, perché Bin Laden non è affatto  povero. Bin Laden è un miliardario che non ha messo a disposizione la sua ricchezza in aiuto dei poveri. Non è Robin Hood, i miliardi li tiene per se, il suo obbiettivo è diventare sempre più ricco e comunque i miliardi li ha fatti con la droga e le armi alle spalle della sua gente. Consideriamo poi che normalmente i poveri non si esprimono così, anche  quando si arrabbiano non fanno attentati, non fa parte del loro stile!

Quindi  dietro  a queste cose non c’è un mondo di poveri che sta protestando: il fatto che questo esista è innegabile, ogni giorno muoiono più bambini di quante persone siano morte nell’attentato delle due Torri! Bene o male se continuiamo ad andare avanti  così è inevitabile un conflitto tra i due mondi, perché  la differenza continua ad aumentare invece che diminuire! Però tutte queste considerazioni non sono sufficienti per dire che dietro  a questo attentato ci sono i poveri del mondo.

Io ho il vago sospetto che dietro  a questo attentato ci sia un bel gruppo di multinazionali, quelle che in questo momento avevano da guadagnare da una situazione del genere,  come ce ne sono altre che avevano tutto da perdere. Guarda caso una delle prime  cose che sono state  fatte subito  dopo l’attentato é stato  iniziare  le indagini di borsa  per vedere chi aveva speculato sui cambi e sulle variazioni delle quotazioni in borsa.  Ormai siamo in un mondo di questo tipo, d’altra parte  è il classico mondo nella mani del Diavolo. Anche lui ha una fine perché  siamo noi che lo aiutiamo a compiere il suo servizio e gli permettiamo di realizzare le cose. Alla fine ad alto livello ci sono battaglie che si svolgono sopra  le nostre teste e alla quali non partecipiamo, battaglie di cui forse abbiamo solo visioni molto allegoriche nei testi sacri. Ma a livello terreno le battaglie le facciamo  noi, siamo noi che diamo  la nostra mano  d’opera.

D – Ma nelle profezie tutto questo era scritto, anche  quello che dovrà avvenire?!

R – Certo, c’è una quartina di Nostradamus che parla con estrema precisione di quanto accaduto. Confesso che in questo momento, nonostante io abbia dedicato vent’anni della mia vita a studiare le profezie e cercare di capirle,  ho abbandonato tutto. Adesso non è più il momento di queste cose, adesso  è il momento dell’azione, dobbiamo necessariamente agire e l’azione  deve essere  quella nell’Amore. Da questo punto di vista diventano preziose  le parola  di Gesù (Matteo, cap.6, vv.31-34): “Non affannatevi dicendo “Che cosa mangeremo, che cosa berremo, che cosa indosseremo”, di tutte queste cose si occupano i pagani. Il Padre  vostro Celeste infatti  sa che ne avete bisogno,  cercate  prima il Regno di Dio e la Sua Giustizia  e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché  il domani avrà le sue inquietudini, a ciascun  giorno basta  la sua pena.”

Credo che oggi dobbiamo vivere così, perché  siamo in una situazione di così forte accelerazione che non possiamo più permetterci di pensare al domani, oggi dobbiamo pensare all’oggi, agire e affidarci  alla giustizia di Dio, quindi al suo Amore. Andiamo  a cercare  prima di tutto il Regno di Dio e il suo avvento,  proprio perché  attraverso questo modo di comportarci e pensare abbiamo la possibilità veramente di amare gli altri! Se iniziamo a fare progetti, a pensare al domani, a porci tutti  gli interrogativi, a fare riferimento alle profezie…… c’è chi studia le profezie per capire  il presente, e da questo punto di vista credo che sia una cosa ben fatta.  Se però andiamo a leggerle per sapere che cosa accadrà fra due mesi non sono d’accordo, lasciamo perdere perché  oggi non è più il momento per fare certe cose! Oggi dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento anche  perché  la realtà  ci corre via di mano,  corre talmente veloce e con tanta frenesia che non possiamo assolutamente permetterci di fare nessun progetto e nessuno di noi, per quanto illuminato sia, sa esattamente quello che potrà  capitare domani.