PIÙ AMORE PER LA VITA
Milano, 9 febbraio 2002
Relatore: Gian Piero Abbate
Buon pomeriggio a tutti. Io riprendo il tema del film che abbiamo appena visto, quindi il mio contributo è ancora in linea con Più Amore per la Vita, ovvero il vero senso della vita. Volendo parlare di questo tema credo che il primo passo sia quello di capire cos’è la vita, perché se non lo capiamo bene è anche difficile riuscire a capire cosa significa più amore per la vita.
Noi abbiamo una percezione della vita che almeno per i credenti è che l’anima è eterna, quindi mettiamo in un grafico il tempo che scorre, arriva da meno infinito e va a più infinito. Il corpo invece ha degli eventi precisi, ha un nascita, uno sviluppo, una maturità, una decadenza e in ultimo la morte. Quando si parla di vita normalmente si pensa istintivamente a qualche cosa del genere, perché questo è il tipo di esperienza normale che i nostri sensi rilevano.
Dopodiché ogni tanto succede che ci si imbatte in alcune esperienze particolari che sono difformi rispetto a questo grafico e che fanno scaturire degli interrogativi che spesso non trovano risposta, del tipo “Ma perché quella persona è nata se poi è morta pochi secondi dopo?” Che senso ha avuto il sacrificio di una madre che ha fatto nove mesi di gestazione per mettere alla luce un figlio che immediatamente è morto? Che senso hanno certe morti accidentali? Che senso ha vivere la giovinezza se poi può finire tutto in un attimo?
Abbiamo un mare di incidenti apparentemente fortuiti, e magari muore una persona e un’altra no, magari guardando la dinamica dell’incidente quello che aveva le maggiori probabilità di morire se l’è cavata senza neppure un graffio e l’altro che doveva uscire indenne invece no! Questi interrogativi ci portano a chiederci perché se il Padre Eterno ci ama tanto permette tutto questo, perché succedono queste cose? Perché lo schema che vi ho mostrato prima non viene sempre rispettato? Poi se uno inizia ad occuparsi di questioni spirituali e ha fede, allora inizia anche ad arrabbiarsi con il Padre Eterno……..ma come, io mi gioco l’eternità magari in qualche minuto di vita, giochiamo d’azzardo così tanto?
Va bene, in fin dei conti io ho il mio libero arbitrio, mi hai creato a tua immagine e somiglianza, ma non è proprio giusto che perché ho commesso qualche errore in uno spazio di tempo infinitesimale, come può essere anche la più lunga delle durate della nostra vita, anche se vivo 120 anni cosa sono rispetto all’eternità niente! E tu mi fai giocare l’eternità dandomi niente in contraccambio come spazio temporale? Forse non è una bella immagine di un Dio fatto così, se veramente ci dovessimo giocare l’eternità in un niente.
Probabilmente siamo noi che abbiamo un’immagine della vita che non è quella giusta e allora vorrei proporvi una visione alternativa della vita e iniziare a sgretolare alcuni preconcetti. Il primo è che l’anima è immortale e invece il corpo no, questo è un preconcetto che ci portiamo dietro dall’antichità, ma soprattutto noi in questo mondo occidentale grazie ai greci, che hanno fortemente influenzato tutta la nostra cultura. Invece forse esiste la possibilità di dire che anche il corpo è immortale e chi è di fede cristiana, indipendentemente che sia cattolico o protestante, comunque nel credo apostolico che è per tutti i cristiani si parla di una resurrezione dei corpi! E allora c’è da chiedersi cosa significa veramente la resurrezione dei corpi. Una cosa chiara che emerge dal Vangelo è che siamo stati creati per l’eternità a sua immagine e somiglianza.
Se noi siamo delle persone così come il nostro Dio è una persona, noi non possiamo disintegrare il tutt’uno della persona. Se noi ci pensiamo in maniera scissa è per la nostra necessità di costruirci un modello, ma vuol dire che stiamo andando incontro ai limiti di comprensione del nostro cervello, non che stiamo realmente capendo qual’è la realtà.
Noi abbiamo il bisogno di crearci delle categorie che possono essere il corpo fisico, il corpo astrale oppure l’aura o l’anima, chiamatela come volete, e lo spirito; queste sono categorie che ci siamo creati noi, non corrispondono alla realtà. La realtà è la persona, perché l’unica esperienza che noi facciamo anche di Dio è un’esperienza di persona, e l’unica verità che ci viene rivelata nei testi sacri è ancora una verità di persona.
Noi utilizziamo pure queste cose, utilizziamo pure il corpo fisico piuttosto che il corpo astrale quando parliamo tra di noi, però dobbiamo sempre ricordarci che questo è un tutt’uno, non c’è un pezzo e un altro pezzo. Se noi siamo stati creati a sua immagine e somiglianza dall’eternità vuol dire che il nostro modello deve essere capace di comprendere una realtà profonda che abbraccia non solo la nostra anima, ma anche il nostro corpo, dobbiamo poter comprendere che il nostro corpo è stato creato il sesto giorno della creazione e si propaga nello spazio-tempo per l’eternità, esattamente come la nostra anima. Se non riusciamo a costruirci un’immagine di questo tipo vuol dire che non siamo stati capaci di interpretare in maniera corretta quello che è la nostra vita, quindi il problema è riuscire a costruirci questa immagine mentale!
Quello che io ho rappresentato in questo disegno col colore azzurro è la nostra vita. Noi siamo stati creati in un punto iniziale che è la creazione di tutto, la Genesi ci dice che ad un certo punto il Signore ha creato noi, dopo aver creato gli animali, guarda caso veniamo creati nello stesso giorno però veniamo creati in una maniera totalmente diversa da tutto ciò che era stato creato fino a quel momento. Fino a quel momento il Signore aveva pensato e la sua azione creatrice si era immediatamente trasformata in creato, per cui vuole e opera nello stesso momento. Non è così con l’uomo, che invece è chiaramente frutto di un’evoluzione e questo la Bibbia ce lo fa capire attraverso un simbolismo, e cioè attraverso il fatto che l’uomo è l’unica cosa che viene creata a partire da cose già esistenti.
Infatti l’uomo viene fatto da sabbia finissima, la più fine e ricca che si poteva trovare in circolazione, cioè carbonio puro detto volgarmente diamante, e saliva che vorrebbe dire acqua! Guarda caso questa è esattamente la vita: l’acqua è il mezzo fondamentale e necessario per qualsiasi forma di vita in tutto l’universo e il carbonio è il nostro tipo di molecola. Noi abbiamo bisogno di una molecola capace di portare informazione, il DNA. Ci sono solo due componenti che ci sono noti, almeno fino ad oggi, capaci di costituire molecole di questo tipo, uno è il carbonio e l’altro il silicio. Non conosciamo forme di vita su questa terra e sulle terre vicine fatte di silicio ed acqua, anche se alcuni contattasti ci hanno detto di aver incontrato esseri basati su silicio ed acqua……. noi sicuramente siamo basati su carbonio ed acqua, ed è quello che la Bibbia ci racconta in maniera perfetta. Il nostro problema è che la nostra esperienza è interamente legata all’idea di nascere, crescere, svilupparsi e ad un certo punto morire e al fatto che il nostro corpo si dissolve. Ma questa è sola una parte della vita, è la prima esperienza che facciamo, quella sul piano fisico. Tutta la nostra persona vive questo tipo di esperienza, però la morte non vuol dire bloccare il sistema ma semplicemente passare dal piano fisico ad un altro piano per il quale ho sempre difficoltà a trovare un aggettivo appropriato, l’ho chiamato piano astrale.
Non so mai come chiamare questo piano per un semplice motivo: perché è un piano fisico anche quello! Noi passiamo di là ma ci portiamo tutto del nostro corpo, e questo ci viene anche testimoniato dagli apostoli attraverso il Cristo risorto. Quando ricompare Egli è dotato di un corpo fisico, al punto tale che può permettersi di dire “Viene qua e metti il tuo dito dentro il mio costato”, di spezzare il pane e fermarsi a mangiare con i discepoli di Emmaus, di poter stare seduto sulla spiaggia e preparare il pesce arrosto insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni……. mangia e beve con loro! Certo è un corpo che ha delle caratteristiche un po’ particolare, ad esempio passa stravero i muri, però è fisico!
Noi spesso abbiamo un’idea sbagliata che è quella che l’anima è spirito. Tutte queste categorie le abbiamo create noi per i nostri bisogni di cercare di rappresentare una situazione, in realtà noi siamo una persona. A me viene un po’ da ridere quando sento dire a qualcuno che è in contatto con le anime dei morti: credo che al massimo potrà essere in contatto con i morti intendendo per questi i vivi che sono nell’altro piano, ma non con le anime dei morti. I morti sono semplicemente quelli che sono temporaneamente dall’altra parte, in attesa di fare il loro giro e tornare nuovamente da questa parte, perché questa è la ciclicità della nostra vita. Chiaramente queste curve non sono sempre uguali, il loro andamento dipende da tutto ciò che precede e che influenza il loro sviluppo futuro.
Questo è il discorso che ho sentito fare e che dice che quando siamo nell’altro piano scegliamo quali saranno le esperienze e il tipo di vita che vogliamo tornare a fare qua, in maniera tale da perseguire il nostro progetto. Mi sta bene questo discorso ma è anche vero il viceversa, cioè quello che ci capiterà dopo la morte dipende da quello che abbiamo combinato qui durante la vita, la parte superiore e inferiore della curva della vita si influenzano in maniera mutua, perché l’intero sviluppo temporale dipende da tutto ciò che c’è stato prima. Ci sono persone che hanno coscienza di questo perché se vogliamo questo è anche un modo di rappresentare la reincarnazione, quindi coloro che hanno ricordo di esperienze precedenti hanno semplicemente il dono di saper rivisitare all’indietro dei segmenti di questa spirale che evolve nel tempo.
Ci sono persone che riescono a tornare indietro anche dI migliaia di anni nei loro ricordi e abbiamo avuto casi anche famosi di persone che in stato di trans sono riusciti a descrivere addirittura cose degli albori della vita, dei tempi di Atlantide o anche più indietro. Queste persone non facevano altro che riattivare una memoria antica che ci portiamo comunque dietro, perché siamo frutto di tutta questa evoluzione. Certo, ci sono dei meccanismi di protezione perché c’è comunque la salvaguardia della vita, esistono dei meccanismi naturali che tendono a non farci ricordare in maniera cosciente ciò che è stato.
La vita è sempre proiettata verso il futuro e quindi noi tendiamo naturalmente verso l’eternità in avanti, non tendiamo a tornare indietro. A volte però, le persone che avevano raggiunto determinati livelli di coscienza e quindi non correvano il rischio di vedere influenzata la propria vita attuale dai ricordi del passato, hanno avuto questa grazia di saper tornare indietro nelle loro situazioni precedenti. Dicevo che questa spirale della vita è tridimensionale perché in realtà è così nel tempo, c’è un piano fisico, un piano astrale e una direzione del tempo dove questa spirale continua ad andare avanti, sempreché per il Signore ci sia un avanti e un indietro nel tempo, anche se su questo io ho qualche dubbio.
Sicuramente con questo modello di rappresentazione riusciamo un po’ alla volta a capire il profondo messaggio di Gesù, perché il messaggio cristiano proiettato nella visione che dicevo prima, cioè di un evento singolo dove io nasco, mi sviluppo, cresco e poi muoio perde di significato, questo è uno dei grandi problemi della cultura religiosa contemporanea!
Quando i padri della Chiesa hanno detto che un certo tipo di reincarnazione non esiste, che non è vero che l’anima abbandona un corpo per passare ad un altro avevano ragione! Se la vita è così l’anima non abbandona mai il corpo, anima e corpo continuano ad andare sempre insieme di pari passo per tutta l’eternità. Questo si scontra con la nostra fisicità, noi facciamo un’esperienza di tipo tridimensionale e allora la reazione immediata è quella di dire che le persone muoiono, che il loro corpo viene messo dentro una bara e rimane bloccato là! Questo è il modo di ragionare di un bambino che io metto di fronte ad una pentola Pirex con un po’ d’acqua dentro, poi accendo il fuoco con il coperchio sopra. L’acqua evapora e se gli chiedo dov’è andata l’acqua, il bambino mi risponde che non c’è più. Se poi spengo il fuoco e aspetto che la pentola si raffreddi tutto il vapore si ricondensa e ritorna esattamente tanta acqua quanto prima. E se chiedo ancora dov’è l’acqua il bambino mi risponde che é di nuovo lì. Ma se domando il perché non lo sa!
La stessa cosa succede al nostro corpo. Noi abbiamo una percezione e un’idea del nostro corpo totalmente falsata dall’apparenza: ci comportiamo esattamente come quel bambino che guarda l’acqua e finché è allo stato liquido ne ha coscienza e sa cos’è, ma nel momento in cui l’acqua si trasforma in vapore, per lui non esiste più semplicemente perché non la vede; eppure è sempre acqua, non ha cambiato natura.
La realtà però non è così e qualsiasi chimico lo sa, l’acqua è sempre acqua che sia forma gassosa o liquida non cambia nulla. La stessa cosa vale per il nostro corpo: che sia in forma solida, energetica, ritmica, termica, che sono le forme possibili del nostro corpo e quelle che le religioni orientali ci raccontano da millenni, non ha nessuna importanza perché non è importante in quale forma si presenta il corpo dal punto di vista fisico.
Forse il suono del gong che abbiamo sentito prima non è un evento fisico tanto quanto il mio corpo? Forse quel suono non si è propagato in questa stanza esattamente come la mia voce in questo momento? Forse la voce che voi sentite non è un pezzo di me che sta giungendo a voi?
Da questo punto di vista forse dobbiamo capire un po’ meglio questo elemento perché il nostro corpo non è semplicemente la materia e comunque la fisica teorica di oggi ci dice che questo è solo uno dei modi possibili di percezione dell’energia. Tutto però dipende dal sistema di misura, perché se qualcuno mi riprende invece che con una normale telecamera con una di quelle che si usano per fare le termografie, magari non vedrà più il colore dei miei occhi o dei miei capelli, però verrà fuori una bella mappa termica attraverso la quale vedrà la mia temperatura e la quantità di calore che io irradio in questo momento. Quindi a seconda del sistema di misura che utilizziamo abbiamo rappresentazioni del nostro corpo che sono totalmente diverse……… e questo capita a chiunque chiude gli occhi e apre il cuore!
Se di fronte ad una persona provate a chiudere gli occhi ed aprire il cuore, scoprirete che inizierete a percepirla in maniera diversa, inizierete a percepirne le vibrazioni che sono uno dei modi alternativi per percepire il corpo umano, perché la percezione di cui io vi sto parlando è comunque fisica, non vi sto parlando di qualcosa tipo trasmissione di idee, no! Vi sto parlando di una percezione identica a quella che si può avere con gli occhi, solo che gli occhi mi permettono di vedere certe cose, se li chiudo e uso il cuore ne percepisco delle altre.
Non possiamo parlare di “Più amore per la vita” se non andiamo a capire che cos’è questo Dio dei viventi, leggiamo Marco 12 vv23-27. Abbiamo Gesù che è alle prese con i Sadducei, quella parte del popolo di Israele che non credeva alla resurrezione, la maggior parte del popolo di Israele si ma loro no. Penso che conosciate l’episodio della donna che aveva sposato un tizio il quale dopo muore e questa continua a passare di fratello in fratello.
Chiedono a Gesù: “Nella resurrezione, quando risorgeranno a chi di loro apparterà la donna? Poiché i sette l’hanno avuta come moglie”. Rispose loro Gesù: “Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le scritture né la potenza di Dio? Quando resusciteranno dai morti infatti non prenderanno né moglie né marito ma saranno come angeli nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, e di Giacobbe? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore”.
Grande errore perché qua di errori c’è ne un bel po’: il primo è non credere alla resurrezione. Il secondo è però quello di non aver capito cos’è la resurrezione! Noi continuiamo a ripeterla nel Credo, ma abbiamo mai pensato a cos’è la resurrezione dei corpi? Qui Gesù ci dice in maniera molto chiara che questo Dio è il Dio dei viventi, non dei morti. Allora la resurrezione dei corpi probabilmente è qualcosa che non ha a che fare con l’esperienza terrena, è qualcosa che a che fare con un’esperienza futura di un passaggio che dovremo fare come umanità, tutti quanti insieme ad un certo punto della nostra storia. Peraltro il libro della rivelazione, detto volgarmente Apocalisse, ce lo descrive in maniera molto precisa: ci sarà un punto nella storia dell’evoluzione, cioè di quella spirale di cui abbiamo parlato prima, dove gli uomini si troveranno di fronte alla resurrezione, ma non è la condizione attuale.
La condizione attuale è quella di essere tutti viventi, perché il Dio nostro è dei viventi. Questa condizione Gesù ce la dice in maniera molto chiara; il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è il Dio nel quale, Abramo, Isacco e Giacobbe sono tutt’ora in vita, per questo è il Dio dei viventi! Allora vuol dire che noi dobbiamo avere un’immagine della vita che ci permetta di dire “Ieri ho incontrato per strada Abramo”. Questa cosa qui non tira in ballo la resurrezione perché è un’altra cosa, ma tira in ballo semplicemente l’esistenza, la vita.
Dopodiché Gesù ci dice anche in maniera molto chiara che esiste la vita ma esiste anche la morte della persona umana, anima e corpo, per cui esiste anche la morte dell’anima nonostante la sua eternità. Gli apostoli fanno esperienza di questo, lo troviamo in Matteo cap.17: Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosé ed Elia, che conversavano con lui.
Gesù fa vivere questa esperienza ai suoi apostoli direttamente, è un’esperienza talmente traumatica che anche quei tre che lui ha scelto, perché tutto sommato sono quelli che hanno delle responsabilità grossissime nel proseguo della storia…… Pietro dovrà essere il capo della Chiesa, Giacomo è suo fratello, Giovanni è il fratello prediletto di Gesù, è l’uomo che veramente ha messo tutto il cuore nella storia di Gesù. Nonostante questo loro non riescono a capire quello che vivono, tant’è che Pietro dice: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi farò qui tre tende, una per te, una per Mosé e una per Elia”.
Vi ho letto questo non solo per farvi riflettere sul fatto che Pietro non capisce cosa accade, ma soprattutto sul fatto che vuole costruire le tende per tutti e tre. Questo significa che ha una percezione di questi come delle persone fisiche, reali, che hanno bisogno di una tenda perché sta venendo sera e se non si mettono sotto una tenda in quel posto in cui di giorno fa caldo ma di notte fa freddo, in cima ad un alto monte, uno potrebbe anche crepare! Ma non direbbe una cosa del genere se avesse l’impressione di trovarsi di fronte ad un fantasma o uno spirito, se Pietro vuole piantar la tenda sta vedendo qualcosa di molto concreto, vede delle persone che sono lì e che stanno discutendo. Quelle persone sono vive, ecco perché dice di costruire una tenda!
Vado ancora avanti con Gesù, ancora Marco, cap.12-28: “Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: “Qual’è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.
Vi ho citato questa cosa perché noi siamo stati creati a immagine e somiglianza del Padre, quindi una delle strade migliori per conoscere il Padre è scoprire il Dio che è in noi. Questo è uno dei punti fondamentali per capire cosa significa “Più amore per la vita”, ma in questo momento vi voglio far notare che Gesù non ha detto “amerai te stesso come il prossimo tuo”, ma ha detto “amerai il prossimo tuo come te stesso”! Quindi se uno non riesce ad amare sé stesso non riuscirà ad amare nemmeno il suo prossimo, questo lo dobbiamo avere chiaro.
Ancora Marco cap. 2,18-22: “Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?” Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà tolto loro lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio, e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perderanno vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”.
Chi sono gli otri di cui sta parlando Gesù? Siamo tutti quanti noi! Questa è la resurrezione: quando arriverà il tempo del vino nuovo noi tutti dovremo risorgere.
Questo non è il momento di digiunare, questo è il momento di stare in prima linea e battagliare. Avremo tempo più avanti per digiunare, quando arriverà il momento, ma adesso si tratta di battagliare.
Cos’è la vita allora? È una grande esperienza di amore, del Padre, di Gesù ma anche di amore reciproco tra di noi. Giovanni che è sicuramente fra coloro che hanno scritto i vangeli quello che lo ha scritto con la visione più profetica e anche quella con il cuore in mano, riporta delle parole bellissime che Gesù dice (Giovanni cap.10 vv7,10): “Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti. Ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.”
Questa è una cosa importante, Gesù non spreca mai neppure una parola di quello che dice. Non dice io do la vita, non si ferma lì, dice “…….. perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Questo concetto di vita abbondante è importante, perché è quello che ci fa capire un po’ alla volta cosa significa quello che stiamo vivendo adesso! Il passaggio attuale e le sue conseguenze su ogni piano, noi lo facciamo come persone, corpo fisico e anima: noi dobbiamo sviluppare una vita abbondante. Ma se dobbiamo fare questo in quella ciclicità di cui abbiamo parlato prima, significa che dobbiamo avere più amore per la vita in ogni forma, iniziando innanzi tutto da noi, perché se non ci vogliamo bene non possiamo voler bene a nessun altro, e questo ce lo dice Gesù “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Quindi prima dobbiamo pensare a noi, ma non possiamo pensare solo a noi, dobbiamo pensare anche agli altri, ma non solo agli altri, dobbiamo pensare anche agli animali, alla Terra, a tutto il creato……. é uno sforzo?! No, non lo è, perché se utilizziamo una cosa che si chiama amore, questo per sua natura è come un gas: i chimici ci dicono che un gas si espande e non c’è modo di trattenerlo se non lo incapsuliamo da qualche parte, perché comunque si espande all’infinito se lo lasciamo libero. E così è l’amore, si espande all’infinito se lo lasciamo libero, quindi il nostro problema è solamente quello di saper utilizzare l’amore nella maniera corretta.
Per vivere bene la vita possiamo porci con un atteggiamento passivo, anche con un atteggiamento contrario alla vita e ci sono molte persone che remano contro la vita. Però anche fra quelli che remano a favore purtroppo la maggior parte adotta questo meccanismo, cioè vive un amore passivo. Riceve l’amore dal Padre perché il Padre ama tutti indistintamente……..la pioggia bagna tutti, buoni e cattivi! E così è l’amore del Padre, arriva su tutti quanti perché se non arrivasse non staremmo in vita. Ciò che ci tiene in vita è l’amore del Padre, se i cattivi continuano a vivere vuol dire che il Padre li ama, altrimenti non continuerebbero a vivere!
Quindi l’amore del Padre arriva su tutti e noi ce lo teniamo per noi, questo è il tipico amore passivo. Quello che ci viene chiesto invece non è questo ma di essere attivi e spesso pensiamo che per essere attivi dobbiamo ricevere dal Padre l’Amore e poi donarlo agli altri, quindi una trasmissione. Bene, io vi dico che non è solo così! Questo è vero ma solamente su certi canali privilegiati, quelli di persone che stanno vivendo un’esperienza positiva in comune, il che capita raramente. La condizione normale alla quale tutti siamo chiamati, ciò che in pratica vuol dire essere nella vita abbondante, è che noi dobbiamo diventare Dio! Il Padre come si comporta nei nostri confronti?
Come colui che dona amore ed è comunque capace di trasformare in amore anche tutto ciò che di negativo esiste in noi. Bene, questa è esattamente la stessa cosa che dobbiamo fare noi, per cui normalmente dagli altri riceveremo solamente del negativo e il nostro compito è quello di saper prendere questo negativo e trasformarlo in positivo e ridonarglielo sotto forma di positivo.
Se noi sappiamo fare questo siamo Dio, perché l’amore di Dio è esattamente questo, la capacità di saper prendere il negativo, e trasformarlo e ridonarlo in positivo, questo vuol dire aver capito veramente il senso della vita. Se riusciamo a fare questo riusciamo anche a vivere tutta quella bella spirale di esperienze che ci devono permettere di arrivare bene alla resurrezione, il nostro compito è quello di arrivare nella maniera giusta a fare il gradino e saltare al livello superiore….. stiamo facendo le elementari ma la nostra ambizione è quella un giorno o l’altro di far le medie!
In questo processo dobbiamo arrivare lì, e questo significa che nella nostra vita e nelle nostre esperienze dobbiamo essere stati capaci di sviluppare al nostro interno i mezzi e i meccanismi che sono necessari per essere un po’ più vicini al Padre. Questo consiste essenzialmente nell’aver sviluppato questo meccanismo, perché questo è quello che ci viene chiesto, quello che dice Gesù quando ci ricorda che il primo elemento fondamentale è ricordare che riceviamo tutto dal Padre, e che se non onoriamo il Padre che sta nei Cieli non possiamo neppure iniziare a discutere!
Quindi il primo comandamento sarà quello di onorare il Padre, perché lui ci da la vita e l’amore. Ma il secondo è che se riceviamo tutto questo e poi non lo utilizziamo nella maniera corretta stiamo bestemmiando: questa è la vera bestemmia, l’atteggiamento di chi fa il ladro di amore del Padre, che prende l’amore e lo tiene per se. Invece ci viene chiesto di amare il prossimo come noi stessi: non di più, nessuno ci chiede di essere eroi, c’è chi lo vuole fare ma lo fa per propria scelta, ma non è richiesto dalla Legge.
C’è un come, è sufficiente alla pari però con un meccanismo in cui gli altri ci daranno sempre del male e noi dovremo avere la capacità di donare a loro del bene. Dopodiché ogni tanto ne troveremo qualcuno con cui scatta un meccanismo incredibile, quello del rapporto totalmente positivo, un evento eccezionale nella vita che ogni tanto capita. Quando capita in quella persona vedremo gli occhi del Padre, perché quando ci capita di trovare una persona con la quale riusciamo a vivere questa meravigliosa esperienza di amore totalmente disinteressato e positivo, in realtà quella persona diventa immediatamente un’immagine vivente del Padre.
Questa è un’esperienza stupenda per chi l’ha vissuta, ma non è la condizione normale, è un dono particolare che solo in rari casi si realizza. La condizione normale è quella di trovarci in mezzo a questo mondo, alle sue difficoltà, ai suoi errori, alle sue debolezze e saper prendere tutto questo e trasformarlo in amore.
Questo significa vivere, grazie!