Profezia de La Salette

I TESTIMONI

L’Apparizione della Madonna è avvenuta il 19 Settembre 1846, alle tre del pomeriggio, sabato delle Quattro Tempora e quell’anno, vigilia della festa dell’Addolorata. Tutte queste circostanze, preparate dallo Spirito Santo, hanno una loro precisa connotazione e occorre saperle interpretare. I protagonisti del miracolo sono due pastorelli: MASSIMINO di 11 anni e MELANIA di 14, nati a Corps; ancor oggi vi si possono vedere, non senza emozione, le loro rispettive casupole: due tuguri privi di sole come la loro infanzia priva d’amore. 

Massimino era orfano di mamma e Melania, dall’età di sette anni, lontana dai suoi a servizio come pastorella presso vari padroni dei contado. Non si conoscevano; per un caso fortuito s’incontrarono sui pascoli de LA SALETTE due giorni prima dell’Apparizione: due ragazzi colmi di povertà e di privazioni, senz’arte né parte.


Analfabeti, parlano solo il povero dialetto di quelle montagne anche se Massimino conosce qualche parola di francese. Possiedono tuttavia una dote d’impagabile valore: l’INFANZIA SPIRITUALE descritta da S. Teresa di Gesù Bambino, fatta d’ingenuità di candore e di purezza unite a una sovrana indifferenza al denaro.

È forse l’unico titolo che attirò su loro la predilezione della Vergine delle vergini. Come indole – per usare una frase fatta – sono l’uno il rovescio della medaglia dell’altro: tanto Massimino è allegro, cinguettante, sbarazzino fino alla monelleria tanto Melania è taciturna, introversa, legnosa e musona. Al contrario di Massimino che è intelligente e ingegnoso, la fanciulla è piuttosto ottusa di mente e con una memoria delle più ingrate.

Dopo l’Apparizione ci vorrà tutta la pazienza delle buone Suore di Corps per prepararla alla Prima Comunione che farà a quasi 17 anni. Ecco dunque i nostri due piccoli eroi che fanno conoscenza pochi giorni, poche ore prima dei 19 Settembre. Non hanno l’aria di due cospiratori che complottano per inventare una farsa sacrilega. Il loro candore. la loro abissale nullità culturale unite alla mancanza di tempo rendono semplicemente assurda simile ipotesi: argomento questo del massimo valore apologetico.

A un tale che ascoltava con un sorrisino scettico il racconto dell’Apparizione, Massimino rispose “Signore, questo cose non s’inventano!”. Ma allora CHI hanno veduto? Che cosa hanno ascoltato? 

L’APPARIZIONE

 Giorno dell’Apparizione: 19 Settembre 1846. La sera prima, i due pastorelli si sono lasciati con una sfida infantile: “Vediamo chi sarà il primo e svegliarsi domattina!”. Alle prime luci dell’alba, prima ancora che il sole accarezzi le cime dei monti, Massimino e Melania, coi loro armenti, salgono lentamente il ripido sentiero che li porterà sull’altipiano del Planeau.

Il tempo è splendido e la mattinata scorre veloce tra un gioco e un richiamo a qualche mucca che si sbanda. Sul mezzodì conducono le loro bestie all’abbeverata e consumano il loro pasto frugale vicino a una sorgente. Scendono poi una trentina di metri lungo il ruscello – il Sezia – e si stendono sull’erba del valloncello vicino a un’altra fontanina allora asciutta. Parlano del più e del meno e a poco a poco, contro ogni loro abitudine, scivolano in un sonno profondo.

Quanto tempo durò quell’insolita siesta? I due non lo seppero subito dire con precisione; in seguito, raccogliendo i loro ricordi e dalla posizione del sole, diranno: un paio d’ore, fino cioè alle 15. La prima a svegliarsi è Melania molto sorpresa di quel sonno anormale e ancor più per le mucche che non sì scorgevano. Con voce alterata sveglia Massimino; entrambi si dirigono di corsa verso il Collet e scorgono le loro bestie poco distanti.

Rassicurati si apprestano a ridiscendere nel valloncello per riprendere, Massimino il suo blusotto, Melania il suo tascapane; la pastorella precedeva Massimino che si attardava a giocherellare col cane Lulù. D’un tratto la fanciulla si arresta come paralizzata da un enorme stupore. Laggiù, vicino alla fontanina asciutta, è improvvisamente apparso un globo di luce sfolgorante. “Massimino, vieni e vedere una luce!”.

I due pastorelli fissano il valloncello tramutato in un arcipelago di luce con riverberi accecanti (È la luce del Paradiso… così a Lourdes. così a Fatima). Mentre i due si stropicciano gli occhi, il globo di luce si apre e lascia intravedere una persona seduta, col viso tra le mani, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, nell’atteggiamento di un’estrema sofferenza. Melania alza le braccia e con un gemito lascia cadere il suo bastone; Massimino la rincuora: “Riprendi il tuo bastone e se ti fa qualche cosa, gli dò una buona bastonata” e agita il suo in un vago gesto di minaccia. Ma… una mamma che piange non può fare del male a nessuno! 

Profezia de La Salette

Nostra Signora de La Salette

LA BELLA SIGNORA

Intanto la BELLA SIGNORA (così la chiameranno sempre i due pastorelli) si alza, incrocia le braccia sul petto e, sempre piangendo, si rivolge ai due piccoli: “Avvicinatevi, figli miei, non abbiate timore: sono qui per narrarvi una grande novella”, così dicendo muove con grazia sovrana qualche passo verso di loro come per invogliarli a scendere.

I due non hanno afferrato il senso di quelle prime parole: ma li tono è così carezzevole, così accattivante che, svanita ogni paura, si precipitano verso la bella Sconosciuta e le si accostano tanto che nessuno sarebbe potuto passare tra Lei e loro: circostanza questa che non si è verificata né a Lourdes né a Fatima (Accostiamoci anche noi a Maria in modo che niente o nessuno ci separi mai da Lei!).

Quant’è bella! È slanciata più del normale anche perché è sospesa circa 20 – 30 cm da terra. Ha un aspetto imponente, regale benché il suo vestito – tutto di luce! – somigli a quello delle mamme del villaggio (cuffia, scialle, grembiule); però queste ultime non portano rose sulla fronte e non hanno tutta quella luce attorno. Sul petto le splende un Crocifisso fulgidissimo con martello e tenaglie; lo scialle è orlato da un gallone in forma di catena; un triplice serto di rose le orna il capo. lo scialle e le calzature (in questi tre serti di rose qualcuno ha visto il simbolo del Rosario).

La Bella Signora piange, prima di parlare piange. “Ha pianto tutto il tempo dell’Apparizione” dirà Melania; ma queste lacrime misteriose non turbano l’incanto dei suo volto celestiale e il suo evidente accoramento non si trasmette ai pastorelli che al contrario sono immersi in un oceano di felicità. In seguito, non faranno che ripetere: “Eravamo tanto contenti!”. 

IL MESSAGGIO

 La Bella Signora, dopo aver rivolto uno sguardo pieno di tenerezza ai suoi piccoli confidenti, inizia a parlare; parla come Madre di Dio e Madre nostra. Le sue parole non hanno bisogno di commento: dobbiamo accoglierle con docilità, rispetto, amore; meditarle parola per parola. 

“Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più trattenerlo. Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, sono INCARICATA di pregarlo incessantemente e voi non ci fate caso. Avrete un bel pregare, un bel fare: mai potrete compensarmi per la pena che mi sono presa per voi.

Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservata il settimo e non me lo volete concedere. È questo che aggrava tanto il braccio di mio Figlio. Coloro che conducono i carri non sanno che ingiuriare il Nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che aggravano tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto va a male la colpa è vostra. Ve l’ho dimostrato l’anno passato con le patate; voi non ci avete fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il Nome di mio Figlio.

Esse continueranno a marcire e quest’anno, per Natale, non ve ne saranno più. Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato, sarà mangiato dagli insetti e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa i bambini sotto i sette anni saranno colti da tremito e morranno tra le braccia di coloro che li terranno; gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci diventeranno bacate e l’uva marcirà”. 

A questo punto la BELLA SIGNORA affida a ciascuno in particolare un segreto [di questi segreti, a tutt’oggi, s’ignora il contenuto. Quanto è stato pubblicato è pura fantasia. Anche del cosiddetto “segreto di Melania”.

La critica più benevola è costretta a denunciarne l’illusione e la mitomania (P. Jaouen). Al P. GIRAUD che voleva conoscerne il sunto, PIO IX rispose: “Se non farete penitenza perirete tutti” (Lc 13,5); il Papa ha aggiunto che si trattava di grandi castighi, ma non ha detto altro. La storia di questi ultimi cento anni conferma a iosa le parole della Vergine]. Riprendendo il discorso. la Madonna prosegue: 

“Se si convertono! Le pietre e le rocce si cambieranno in mucchi di grano e le patate si troveranno come seminate da solo nei campi. – Fate bene la vostra preghiera, figli miei? – Non molto, Signora. – Ah, figli miei. bisogna farla bene, sera e mattina. Quando non avete tempo, dite almeno un PATER ed un’AVE: ma quando lo potrete, ditene di più. A Messa vanno solo poche donne d’età; gli altri lavorano tutta l’estate e d’inverno, quando non sanno che cosa fare, vanno alla Messa solo per burlarsi della religione.

In Quaresima vanno alla macelleria come cani. – Avete mai visto del grano guasto, figli miei? – No, Signora, non ne abbiamo mai visto. – Ma tu, figlio mio, ne hai ben visto una volta con tuo padre, verso la terra di Coin. Il padrone di quel campo, disse a tuo padre: “Vieni a vedere il mio grano guasto”. E voi ci andaste. Egli prese due o tre spighe in mano, le stropicciò e tutto cadde in polvere. Al ritorno, quando non eravate che a mezz’ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane, dicendoti: “Prendi, figlio mio, mangia ancora di questo pane: non so chi ne mangerà l’anno prossimo se il grano continua in questo modo”. – È vero. Signora, ora ricordo: prima non me lo ricordavo più. Dopo una breve pausa. la Vergine conclude: “Ebbene, figli miei, fatelo passare a tutto il mio popolo!”. 

Qui ha termine il colloquio. Non aggiunge altro, non aggiunge COME quei due meschinelli dovranno eseguire il suo ordine. Lo facciano “passare” sine glossa, senza commenti. Del resto, ne sarebbero capaci? Ora la BELLA SIGNORA accenna a muoversi in direzione di Massimino, quasi sfiorandolo. Ella sembra scivolare sulla punta dell’erba; attraversa il ruscello e inizia a salire il breve pendio che Le sta di fronte. Senza più voltarsi verso i pastorelli come parlando a invisibili interlocutori, rinnova il suo ordine materno e il suo addio: “Andiamo, figli miei, fatelo passare bene a tutto il mio popolo!”.

Non parlerà più ma continua a piangere; cammina e piange. I fanciulli la tallonano da vicino. Giunta sul Collet la BELLA SIGNORA si innalza a circa un metro e mezzo dal suolo, volge gli occhi prima verso il cielo poi verso l’orizzonte lontanissimo, in direzione SUD – EST, ossia verso l’Italia e ROMA. Ora non piange più, ma il suo volto rimane profondamente triste. Quindi comincia a dileguarsi in un bagliore accecante.

La BELLA SIGNORA non ha rivelato il suo nome. Per noi che conosciamo il resto della storia: l’incredibile movimento di folle, i miracoli, le guarigioni, le lunghe inchieste, la solenne APPROVAZIONE ECCLESIASTICA, il Santuario, è facile dedurre che si tratta della Madonna del Magnificat (Fecit potentiam in brachio suo … ). Ma per i due sprovveduti pastorelli! Forse è una grande Santa! mormora sottovoce Melania. – Ad averlo saputo! esclama Massimino con la solita vivacità; le avremmo detto di portarci in Paradiso! Ma la BELLA SIGNORA è ormai scomparsa e scomparsa per sempre; non la rivedranno mai più sui pascoli de LA SALETTE, la Madonna ha compiuto la sua missione: ora comincia la loro.