Le cifre indo-arabe, conosciute come numeri arabi, sono la rappresentazione simbolica delle entità numeriche più comune al mondo.
I numeri arabi si diffusero in Europa grazie al più grande matematico di tutti i tempi, Leonardo Pisano detto Fibonacci, il quale scoprì questa modalità di scrivere i numeri durante la sua permanenza in Arabia.
Si tratta dei numeri di cui tuttora ci avvaliamo ma oltre a questi ci sono i numeri romani, forieri di grandi rivelazioni.
Se analizziamo i numeri romani da 1 a 10, I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, noteremo che c’è una logica di tipo misto, ovvero una logica additiva e una logica sottrattiva.
Ad esempio il numero II (2) ed il numero III (3) nascono come addizione dell’I (1), lo stesso vale per il VI (6), per il VII (7) e per l’VIII (8) che invece nascono come addizione del numero V (5).
Se però prendiamo in esame il numero IV (4) ed il numero IX (9), riscontriamo una logica diversa, ovvero una logica sottrattiva: 4= V-I (5-1) ; 10= X-I (10-1).
Iniziando a disporre questi numeri nello spazio aggregandoli secondo la logica, otteniamo una costruzione di tipo piramidale dove in cima troviamo l’1 (I), sotto a sinistra troviamo il 2 (II) e sotto a destra troviamo il 3 (III).
Continuando la discesa della piramide numerica, sotto il 2 (II) ed il 3 (III) troviamo il 4 (IV), il 5 (V), il 6 (VI), il 7 (VII) e l’8 (VIII); sotto questi ultimi troviamo il 9 (IX) ed infine alla base della piramide troviamo il 10 (X).
Questa modalità di lettura numerica ci accompagna alla scoperta dell’esoterismo che cela al suo interno e non solo.
E’ possibile infatti aggregare gli stessi numeri anche in un’altra modalità.
In cima alla piramide troviamo sempre il numero 1 (I), sotto l’1 a sinistra troviamo il numero 2 (II) mentre a destra troviamo il numero 3 (III).
Sotto il numero 2 (II) troviamo il numero 4(IV) mentre sotto il numero 3 (III) troviamo il numero 5 (V).
Questa volta al centro troviamo il numero 6 (VI), alla sua sinistra in basso troviamo il numero 7 (VII) mentre in basso a destra il numero 8 (VIII).
Infine, al centro sotto i numeri precedenti, troviamo il numero 9 (IX) e sotto il 9 il numero 10 (X).
Questo schema numerico corrisponde allo schema dell’Albero della Vita, il più potente strumento di analisi ed interpretazione di ogni forma vivente, dal Macro al Microcosmo.
Analogie tra l’Albero della vita e lo schema numerico dei numeri romani
Come affermato in precedenza esiste una corrispondenza tra l’Albero della vita e lo schema numerico dei numeri romani.
L’unica differenza è rappresentata dal fatto che dove nell’Albero della vita c’è il 2 (II), nello schema numerico romano c’è il numero 3 (III) e dove c’è il numero 5 (V) nell’Albero della vita c’è il numero 4 (IV).
Come mai questa inversione?
Perché la modalità di lettura ebraica è alla rovescia rispetto a quella dei romani.
Gli ebrei infatti leggono le cose da destra verso sinistra mentre i romani scrivevano da sinistra verso destra come facciamo noi tutt’oggi.
Ecco che partendo dai numeri romani si approda all’Albero della vita, un passaggio che sembra incredibile ma che in realtà ha solide fondamenta.
Se ci si avventura a cercare le scritture antiche dei romani noteremo però che i numeri non sono sempre stati scritti così.
Si pensi agli orologi, alle pietre miliari o alle carte dei Tarocchi…
Se si prende un orologio a numeri romani ed un mazzo di carte di Tarocchi di Marsiglia si noterà che i numeri sono scritti in maniera diversa.
Se nel quadrante dell’orologio il 4 è scritto IV, nella carta dei Tarocchi è scritto IIII. Nei Tarocchi i numeri sono quindi additivi e non sottrattivi.
Secondo queste teorie, il motivo dello scrivere i numeri romani in modo additivo sarebbe una sorta di messaggio esoterico nascosto per far comprendere come il tarocco sia una via di espansione della coscienza dove dunque non si sottrae ma si aggiunge.
Il numero diventa una sorta di codice segreto significativo che nasconde una serie di misteriosi significati.
Ecco perché i Tarocchi hanno solo una logica positiva.
Facciamo un ulteriore passo avanti..
Se prendiamo i numeri scritti in modalità mista e li raggruppiamo secondo la logica dell’insieme, otteniamo come risultato 3 5 2.
Cosa ricorda il modulo 3 5 2? Indubbiamente il gioco del calcio.
Il calcio che non tiene conto del portiere in quanto figura fissa e organizza tatticamente gli uomini in campo secondo delle logiche numeriche.
Il 3 5 2 che all’estero viene chiamato “gioco all’italiana”, come si chiama in realtà? Si chiama zona mista.
La logica mista è la zona mista nel calcio.
A volte anche nello sport si riscontrano delle logiche esoteriche nascoste che giungono a noi dai tempi dei romani.
Bisogna quindi tornare all’origine delle cose per scoprire dei significati che sono andati persi nel tempo.