Perchè parli in parabole?

Rileggere un brano dal Vangelo di Matteo

I Vangeli sono racconti che vogliono coinvolgere attivamente il lettore o l’ascoltatore.

Leggere i Vangeli significa lasciarsi provocare, lasciarsi coinvolgere: non vanno letti come leggiamo una storia, una biografia, una descrizione, ma mettendosi in moto, in cammino verso Gesù.

Ogni volta che si vanno a rileggere i Vangeli, si fanno delle scoperte davvero interessanti.

Alcuni brani letti in passato possono averci dato determinate sensazioni, possono averci fatto ragionare in un determinato modo ma letti nuovamente in un secondo momento possono colpire in maniera diversa.

Prendiamo ad esempio il brano del Vangelo di Matteo, al capitolo 13 nei paragrafi tra il 10 ed il 16 che recita così:

“Avvicinatosi i discepoli gli proferirono: “Perché motivo pronunci loro in parabole?” ed egli rispose loro: 

“Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 

Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 

Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.

Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udirete con l’udito e non intenderete e guardando guarderete e non vedrete. 

Fu indurito infatti il cuore di questo popolo e con difficoltà udiranno con le orecchie e chiuderanno i loro occhi affinché non odano con gli occhi e odano con le orecchie. Ma intendano con il cuore, siano convertiti e li risani!

Ma beati i vostri occhi che guardano e le vostre orecchie perché odono. Amen.

Infatti dico a voi che molti profeti e giusti, hanno desiderato di vedere le cose che guardate e non conobbero e udire le cose che udite e non udirono”.

Significato del brano 

Il capitolo 13 del Vangelo di Matteo, segue la crisi di Gesù rifiutato e gli insegnamenti in cui non è riconosciuta la sapienza di Dio.

Gesù parla in parabole alle folle e poi spiega ai discepoli. A ciascuno è riservato un richiamo e un invito a conoscere i misteri del regno dei cieli. 

I discepoli chiedono a Gesù perché questi parli alla gente in parabole, mentre a loro con più chiarezza. 

Egli risponde consegnando due livelli: i misteri e le ricchezze

La parola “misteri” indica il progetto di salvezza di Dio, il suo disegno di comunione nella storia.

Le ricchezze per cui alcuni hanno e altri non hanno sono ciò che di più prezioso l’uomo possa avere: Dio e la sua parola

Gli Israeliti hanno la presenza di Dio e la Legge di Mosè. 

Chi riconosce Gesù come il Figlio di Dio, colui che apre il regno dei cieli, diventa più ricco. Chi non lo riconosce, perde anche ciò che crede di possedere. 

Contrapposto ai discepoli ci sono “Loro”, ovvero le folle accorse presso il mare per ascoltare Gesù. 

In questi versi (6-9-10), Gesù cita il profeta Isaia il quale fu inviato per richiamare dal peccato alla alleanza. 

Lo stile concentrico della profezia evidenzia la chiusura del cuore verso l’annuncio divino. Udire e guardare aprono la citazione. 

Ancora una volta poi ci sono i discepoli, i beati. 

La beatitudine che godono è di aver riconosciuto che Gesù è Dio ed è da Dio. Sono beati perché nel riconoscere la grazia, si fanno trasformare in intimi e famigliari dal Padre.

Essi hanno aperto il cuore alla rivelazione e per questo i loro occhi vedono profondamente e le orecchie ascoltano l’inaudito, sono resi capaci di penetrare il mistero di Dio e possono godere di felicità piena e beatitudine.

Le parabole di Gesù parlano contemporaneamente alla mente e al cuore. 

La richiesta di Gesù è che non ci si fermi ad una elaborazione mentale, ovvero non si guardi con gli occhi e non si ascolti solo con le orecchie, ma anche con il cuore.

E’ attraverso il cuore che deve essere colto il messaggio della parabola. Gesù poi dice: “Che siano convertiti e li risani”. Che cosa significa?

Convertirsi significa smettere di proseguire per il sentiero tracciato finora e cambiare strada mentre essere risanati significa essere riportati alla condizione di sanità divina, alla comprensione delle leggi divine che governano il mondo.

C’è un punto in cui Gesù dice “Beati voi che potete capire, udire e vedere perché vi è stata data la possibilità” e dice Amen.

Amen che nelle consuete traduzioni significa “In verità, in verità vi dico” mentre in questo caso specifico sta ad indicare che Gesù avvisa coloro ai quali sta parlando che non è più lui a farlo, bensì il Cristo.

Da quel momento quindi è il Cristo sulla terra che opera direttamente con noi, dentro di noi e per noi. 

E’ importante quindi purificare il cuore e convertirsi quotidianamente al fine di nutrire la nostra anima ed il nostro cuore ove alberga il Cristo.